Dopo il "sequestro preventivo", il Bar sceglie di chiudere
Il "Coffee Gate 63" da domani avrà le saracinesche chiuse: a casa 9 dipendenti. Il "Reiterato superamento del limite di decibel consentito" alla base del provvedimento
domenica 14 aprile 2013
8.52
Il "Coffee Gate 63" di Corso Cavour chiude ed a confermarcelo vi è la voce del titolare, Roberto, che ci spiega dell'impossibilità di portare avanti l'attività: «Da quando abbiamo il sequestro preventivo non abbiamo facoltà di utilizzare in nessun modo la musica ed il nostro locale non può più restare aperto». Da lunedì, il bar della centralissima Corso Cavour, sarà chiuso con il licenziamento di nove dipendenti che l'esercizio commerciale ha alle sue dipendenze: «Mi spiace molto per loro - ci ha detto Roberto - in un momento così delicato di crisi chiudere un'attività è sempre una sconfitta per tutti. Io non nego che vi siano state delle esagerazioni, ma abbiamo fatto molti lavori e molti sforzi e speravamo che le cose potessero essere risolte in altro modo, con il venirci incontro da parte di tutti».
Oltre 20 le denunce giunte e giovedì pomeriggio, uomini della Polizia di Stato, hanno consegnato al titolare la notifica, firmata dalla Procura della Repubblica di Trani, del sequestro preventivo per "reiterato superamento del limite di decibel consentito". Nel provvedimento, tuttavia, è stata indicata la "concessione della facoltà d'uso" proprio per favorire la continuità lavorativa e per non "reiterare il reato". Ma nella notifica vi è l'assoluto divieto per interno ed esterno di qualsiasi forma di suono. In particolare lo stesso Roberto ci specifica una cosa: «I rilievi non sono stati fatti dall'ARPA Puglia - ci dice il titolare - ma da tecnici incaricati dalle parti e che hanno seguito anche il nostro iter per migliorare all'interno i locali». Il Comune di Andria non ha un regolamento specifico per i decibel sonori all'interno ed esterno dei locali, e quindi vi è una certa lacunosità da questo punto di vista. Resta la chiusura: «Potremmo cambiare idea solo se riuscissimo a trovare un accordo rapidissimo - ci dice Roberto - noi abbiamo assolutamente bisogno di avere musica almeno due giorni a settimana con regole specifiche e condivise anche con i residenti. Il nostro locale ha rianimato la movida andriese che da oggi perderà un grande punto di riferimento».
Oltre 20 le denunce giunte e giovedì pomeriggio, uomini della Polizia di Stato, hanno consegnato al titolare la notifica, firmata dalla Procura della Repubblica di Trani, del sequestro preventivo per "reiterato superamento del limite di decibel consentito". Nel provvedimento, tuttavia, è stata indicata la "concessione della facoltà d'uso" proprio per favorire la continuità lavorativa e per non "reiterare il reato". Ma nella notifica vi è l'assoluto divieto per interno ed esterno di qualsiasi forma di suono. In particolare lo stesso Roberto ci specifica una cosa: «I rilievi non sono stati fatti dall'ARPA Puglia - ci dice il titolare - ma da tecnici incaricati dalle parti e che hanno seguito anche il nostro iter per migliorare all'interno i locali». Il Comune di Andria non ha un regolamento specifico per i decibel sonori all'interno ed esterno dei locali, e quindi vi è una certa lacunosità da questo punto di vista. Resta la chiusura: «Potremmo cambiare idea solo se riuscissimo a trovare un accordo rapidissimo - ci dice Roberto - noi abbiamo assolutamente bisogno di avere musica almeno due giorni a settimana con regole specifiche e condivise anche con i residenti. Il nostro locale ha rianimato la movida andriese che da oggi perderà un grande punto di riferimento».