Disastro ferroviario, Fucci: «La domanda di chiarezza è sempre più forte»
L'onorevole: «Bisogna evitare che un simile disastro possa ripetersi»
sabato 13 agosto 2016
A un mese dal disastro ferroviario che ha colpito la nostra comunità la domanda di chiarezza é sempre più forte», a dirlo è l'onorevole Benedetto Fucci, deputato di Conservatori e Riformisti. «Nel frattempo - ha dichiarato - é stato licenziato dal Parlamento il c.d. Decreto-legge "enti locali" che prevede, tra gli altri contributi, anche un ristoro a favore delle famiglie delle vittime e per i feriti gravi. L'importo complessivo é pari a 10 milioni di euro».
«Non posso far a meno di notare - ha continuato - che in questo caso la risposta dello Stato è stata tempestiva. Tuttavia devo evidenziare che la misura, ahimè, interviene a disastro ormai avvenuto. Mi vengono in mente le parole di Foscolo: "E' forse all'ombra dei cipressi il sonno della morte men duro?". Mi spiego meglio: lo Stato interviene sì tempestivamente, ma a tragedia avvenuta. Il dramma - con il suo portato di dolore - é stato reso drammaticamente possibile dall'inadeguato livello di sicurezza della linea ferroviaria. Per troppi anni non sono state effettivamente stanziate le risorse utili a consentire il raddoppio della tratta ferroviaria e quindi ad aumentarne la sicurezza. Ecco perché le risorse individuate nel decreto-legge sono doverose ma non sufficienti. È inoltre necessario individuare i responsabili di quanto accaduto».
«Certo - ha detto l'onorevole - si tratterà di un lavoro difficile e complesso per la magistratura, ma che deve essere portato a conclusione in tempi rapidi per onorare la memoria delle vittime. Nella medesima ottica ritengo che sia compito delle altre istituzioni fare la propria parte prevedendo, ad esempio, una commissione parlamentare d'inchiesta che, mentre la magistratura indaga sui fatti del 12 luglio, valuti il sistema ferroviario locale nel suo complesso contribuendo a fare chiarezza su dove e in che modo intervenire. Sono infatti impressionanti i primi dati emersi all'indomani del disastro secondo cui nella sola Puglia ci sono oltre 500 chilometri di linee e in appena 170 é stato attivato il ripetitore di segnale che blocca automaticamente il treno in caso di errore umano. Nel resto del Sud Italia (e in alcuni casi perfino nel Nord) la situazione é simile».
«Ecco perché - ha concluso - é imperativo censire i tratti ferroviari a binario unico, individuare i soggetti provati che ne sono concessionari e verificare il livello di sicurezza sulle tratte. Bisogna evitare che un simile disastro possa ripetersi».
«Non posso far a meno di notare - ha continuato - che in questo caso la risposta dello Stato è stata tempestiva. Tuttavia devo evidenziare che la misura, ahimè, interviene a disastro ormai avvenuto. Mi vengono in mente le parole di Foscolo: "E' forse all'ombra dei cipressi il sonno della morte men duro?". Mi spiego meglio: lo Stato interviene sì tempestivamente, ma a tragedia avvenuta. Il dramma - con il suo portato di dolore - é stato reso drammaticamente possibile dall'inadeguato livello di sicurezza della linea ferroviaria. Per troppi anni non sono state effettivamente stanziate le risorse utili a consentire il raddoppio della tratta ferroviaria e quindi ad aumentarne la sicurezza. Ecco perché le risorse individuate nel decreto-legge sono doverose ma non sufficienti. È inoltre necessario individuare i responsabili di quanto accaduto».
«Certo - ha detto l'onorevole - si tratterà di un lavoro difficile e complesso per la magistratura, ma che deve essere portato a conclusione in tempi rapidi per onorare la memoria delle vittime. Nella medesima ottica ritengo che sia compito delle altre istituzioni fare la propria parte prevedendo, ad esempio, una commissione parlamentare d'inchiesta che, mentre la magistratura indaga sui fatti del 12 luglio, valuti il sistema ferroviario locale nel suo complesso contribuendo a fare chiarezza su dove e in che modo intervenire. Sono infatti impressionanti i primi dati emersi all'indomani del disastro secondo cui nella sola Puglia ci sono oltre 500 chilometri di linee e in appena 170 é stato attivato il ripetitore di segnale che blocca automaticamente il treno in caso di errore umano. Nel resto del Sud Italia (e in alcuni casi perfino nel Nord) la situazione é simile».
«Ecco perché - ha concluso - é imperativo censire i tratti ferroviari a binario unico, individuare i soggetti provati che ne sono concessionari e verificare il livello di sicurezza sulle tratte. Bisogna evitare che un simile disastro possa ripetersi».