Dimensionamento scolastico: si apre una crepa istituzionale
Lo Sapio e Suriano, dirigenti scolastici: «Assurdo voler tornare a 15 anni fa». Nespoli, Assessore all'Istruzione: «Convocheremo tutte le parti in causa e comunicheremo con la Regione»
mercoledì 30 gennaio 2013
13.15
Scoppia un caso istituzionale: il dimensionamento scolastico approvato il 18 gennaio scorso dalla Regione Puglia con la delibera n. 20, ha consegnato alla Città di Andria un nuovo ordinamento delle istituzioni scolastiche. La scelta della Regione è stata quella di scompattare due istituti comprensivi e ripristinare undici autonomie scolastiche (http://www.andriaviva.it/magazine/notizie/dimensionamento-scolastico-cambia-la-mappa-andriese/) con la conferma del Centro per l'Istruzione degli Adulti nella Scuola Mons. Di Donna. La scelta regionale, tuttavia, non è piaciuta praticamente a nessuno con l'immediata reazione delle istituzioni amministrative cittadine che hanno ipotizzato azioni legali per cercare di rivedere questa delibera. In origine, infatti, il Comune di Andria, con il consenso dei Dirigenti Scolastici, ha immaginato che in città vi fossero sette istituti comprensivi ed uno sdoppiato nel Quartiere di San Valentino, per un totale di nove autonomie scolastiche. La scelta strategica intrapresa è stata proprio quella di pensare alla scuola in modo verticale per tutto il primo ciclo scolastico come ci spiega lo stesso Prof. Lo Sapio, dirigente dell'Istituto Comprensivo «Don Bosco - Manzoni»: «L'esperienza degli Istituti Comprensivi è di per se molto positiva e nel nostro percorso di costruzione di questo nuovo modo di intendere l'istituzione scolastica abbiamo creato sinergie importanti ed abbiamo realizzato un grande lavoro di attenzione verso la crescita dei ragazzi e verso la qualità dell'offerta didattica. Ad Andria ci sono otto plessi scolastici di Scuola Media ed accanto a quelli è corretto immaginare l'estensione degli istituti comprensivi con Scuola dell'Infanzia e Scuola Elementare. Questo è il principio basilare sul quale si basa tutto il processo di costruzione delle future annualità scolastica».
Succede, però, che, come detto, la delibera della Regione non piaccia a nessuno ed allora, nella riunione del 24 gennaio, tenutasi a Palazzo di Città con l'Assessore alla Pubblica Istruzione, Antonio Nespoli, vien fuori una nuova idea da sottoporre all'Assessore regionale Alba Sasso, nel frattempo resasi disponibile ad accogliere nuove proposte purchè non in grado di diminuire il numero delle autonomie scolastiche e dei posti da dirigenti. La nuova idea dice di lasciare autonome tutte le scuole elementari ed accorpare a due a due le scuole medie per un totale di dodici autonomie scolastiche. La storia, infatti, parla di un ricorso vinto dalla Regione Puglia nei confronti del nuovo modo di assegnazione delle autonomie scolastiche e la necessità di dar seguito ai 706 posti da dirigente scolastico attualmente in organico. Una riduzione del numero di dirigenze potrebbe creare problemi a questa impostazione: «Mi è stato proposto di firmare il verbale della riunione che non ho firmato assieme a quasi la totalità dei dirigenti (solo due le firme pervenute) - prosegue Lo Sapio - perchè formalmente scorretto, perchè non veritiero, perchè tendenzioso e pretestuoso. Il verbale, infatti, non cura di mettere in evidenza che la proposta di aumentare le dirigenze ad Andria, altro non era che una provocazione nei confronti di chi, dopo aver blaterato di principi pedagogici e di sicurezza, metteva in atto il preciso contrario di essi». Dello stesso avviso anche la Dirigente Scolastica dell'Istituto Comprensivo «Verdi - Cafaro», Prof.ssa Grazia Suriano: «Fatte tutte le premesse del caso, ribadiamo con forza la necessità di attuare l'organizzazione dei previsti Istituti Comprensivi od eventualmente di confermare l'attuale assetto organizzativo della Scuola come delineato dalla Giunta Regionale. Esprimiamo forte rammarico per l'ipotesi di voler riportare indietro a quindici anni fa la scuola andriese con Circoli Didattici e Scuole Medie ben distinte, sia per il valore pedagogico che per quello economico-organizzativo. Significa, molto semplicemente, ricreare nuove scuole da zero rifacendo ad inizio anno tutta la trafila già vissuta in questo anno scolastico, un'assoluta utopia ed uno spreco bello e buono». Nell'accorpamento, riferiscono i due dirigenti scolastici, ne ha tratto vantaggio anche l'occupazione con l'inserimento di nuovi collaboratori amministrativi e scolastici per le necessità degli istituti al fronte di nessuna perdita di posti da dirigenti poichè ricollocati magari in altre città.
Non si sbilancia l'Assessore alla Pubblica Istruzione del Comune di Andria, Antonio Nespoli: «Stiamo valutando il da farsi - dice intervistato da AndriaViva al telefono - cercheremo di invitare tutte le parti in causa, dirigenti scolastici, sindacati ed istituzioni, per formulare un'ipotesi da riportare all'Assessore regionale Sasso. Vi è la disponibilità a cercare delle soluzioni condivise che vedano il principio della salvaguardia degli alunni e dell'organizzazione cittadina della Scuola». Resta, tuttavia, la necessità di fare in fretta per non perdere l'opportunità di offrire una adeguato servizio didattico alla città.
Succede, però, che, come detto, la delibera della Regione non piaccia a nessuno ed allora, nella riunione del 24 gennaio, tenutasi a Palazzo di Città con l'Assessore alla Pubblica Istruzione, Antonio Nespoli, vien fuori una nuova idea da sottoporre all'Assessore regionale Alba Sasso, nel frattempo resasi disponibile ad accogliere nuove proposte purchè non in grado di diminuire il numero delle autonomie scolastiche e dei posti da dirigenti. La nuova idea dice di lasciare autonome tutte le scuole elementari ed accorpare a due a due le scuole medie per un totale di dodici autonomie scolastiche. La storia, infatti, parla di un ricorso vinto dalla Regione Puglia nei confronti del nuovo modo di assegnazione delle autonomie scolastiche e la necessità di dar seguito ai 706 posti da dirigente scolastico attualmente in organico. Una riduzione del numero di dirigenze potrebbe creare problemi a questa impostazione: «Mi è stato proposto di firmare il verbale della riunione che non ho firmato assieme a quasi la totalità dei dirigenti (solo due le firme pervenute) - prosegue Lo Sapio - perchè formalmente scorretto, perchè non veritiero, perchè tendenzioso e pretestuoso. Il verbale, infatti, non cura di mettere in evidenza che la proposta di aumentare le dirigenze ad Andria, altro non era che una provocazione nei confronti di chi, dopo aver blaterato di principi pedagogici e di sicurezza, metteva in atto il preciso contrario di essi». Dello stesso avviso anche la Dirigente Scolastica dell'Istituto Comprensivo «Verdi - Cafaro», Prof.ssa Grazia Suriano: «Fatte tutte le premesse del caso, ribadiamo con forza la necessità di attuare l'organizzazione dei previsti Istituti Comprensivi od eventualmente di confermare l'attuale assetto organizzativo della Scuola come delineato dalla Giunta Regionale. Esprimiamo forte rammarico per l'ipotesi di voler riportare indietro a quindici anni fa la scuola andriese con Circoli Didattici e Scuole Medie ben distinte, sia per il valore pedagogico che per quello economico-organizzativo. Significa, molto semplicemente, ricreare nuove scuole da zero rifacendo ad inizio anno tutta la trafila già vissuta in questo anno scolastico, un'assoluta utopia ed uno spreco bello e buono». Nell'accorpamento, riferiscono i due dirigenti scolastici, ne ha tratto vantaggio anche l'occupazione con l'inserimento di nuovi collaboratori amministrativi e scolastici per le necessità degli istituti al fronte di nessuna perdita di posti da dirigenti poichè ricollocati magari in altre città.
Non si sbilancia l'Assessore alla Pubblica Istruzione del Comune di Andria, Antonio Nespoli: «Stiamo valutando il da farsi - dice intervistato da AndriaViva al telefono - cercheremo di invitare tutte le parti in causa, dirigenti scolastici, sindacati ed istituzioni, per formulare un'ipotesi da riportare all'Assessore regionale Sasso. Vi è la disponibilità a cercare delle soluzioni condivise che vedano il principio della salvaguardia degli alunni e dell'organizzazione cittadina della Scuola». Resta, tuttavia, la necessità di fare in fretta per non perdere l'opportunità di offrire una adeguato servizio didattico alla città.