Dimensionamento scolastico, dietrofront sulla Carella che resta al Verdi-Cafaro
La Regione Puglia approva il piano comunale dello scorso anno
lunedì 10 febbraio 2025
13.28
Nella seduta odierna la Giunta Regionale di Puglia ha deliberato in maniera definitiva sul dimensionamento scolastico modificando le decisioni assunte lo scorso 30 dicembre 2024. Sull'intera vicenda, al termine di tutto l'iter, parla la sindaca Bruno impegnata direttamente sulla questione nelle sue varie fasi.
Poiché le scuole non sono di questo o di quel dirigente, nè di questo o quell'altro soggetto e considerata la libertà per legge, che i genitori hanno nella scelta della scuola per i loro figli, siamo tutti chiamati a contribuire per garantire alla Città una continuità e organizzazione dell'offerta formativa di qualità, radicata nei nove istituti comprensivi che abbiamo fortemente voluto».
«Come immaginato e preannunciato, la Regione ha deliberato in via definitiva alla vigilia della chiusura delle iscrizioni per il nuovo anno scolastico.
Sono contenta che, come lo scorso anno, la Regione Puglia ha recepito pienamente tutte le indicazioni dell'amministrazione comunale, contenute nei vari passaggi fatti rigorosamente in ossequio alle stesse linee guida regionali. La ringrazio per questo partendo dall'Assessore alla P. I. Sebastiano Leo
L'organizzazione scolastica sul territorio passa da tanti livelli, dall'applicazione di norme e da una visione di insieme di quelle che sono le esigenze reali dei territori.
Già lo scorso anno la Regione aveva deliberato in prima battuta per poi modificare e consegnarci l'atto finale che per la città di Andria, come da noi indicato, ha previsto 9 istituti comprensivi andati a regime dal 1 settembre 2024. Abbiamo inteso lasciare inalterato questo piano per l'anno 2025/2026 e l'idea è già quella di continuare per il successivo, 2026/2027, al netto di fatti nuovi e/o imprevedibili.
Questo perché aver ritoccato dopo anni l'assetto scolastico in Città, dopo l'assoluta inerzia precedente, richiede un giusto tempo di assestamento che si valuta normalmente in un triennio.
Su questo abbiamo puntato e per questo abbiamo lavorato, con atti formali e azioni di dialogo istituzionale, provando a sanare le crepe che alcuni atteggiamenti scomposti e fuorvianti hanno fatto registrare in questi giorni.
Su questo abbiamo puntato e per questo abbiamo lavorato, con atti formali e azioni di dialogo istituzionale, provando a sanare le crepe che alcuni atteggiamenti scomposti e fuorvianti hanno fatto registrare in questi giorni.
Alla fine è il risultato che conta e mi auguro possa essere foriero di serenità a più livelli, anche perché la scuola e i bambini non possono essere becero terreno di scontro politico o di sterile contrapposizione.
L'amministrazione continuerà a sostenere questo piano di dimensionamento, frutto di scelte condivise a maggioranza delle varie parti coinvolte nel complicato iter procedurale, concentrandosi sugli istituti maggiormente meritevoli di accompagnamento e rafforzamento, purché non a discapito del lavoro altrui.
Poiché le scuole non sono di questo o di quel dirigente, nè di questo o quell'altro soggetto e considerata la libertà per legge, che i genitori hanno nella scelta della scuola per i loro figli, siamo tutti chiamati a contribuire per garantire alla Città una continuità e organizzazione dell'offerta formativa di qualità, radicata nei nove istituti comprensivi che abbiamo fortemente voluto».
Quindi nessuno scorporo della scuola dell'infanzia Carella dall'I.C. Verdi-Cafaro, dopo una iniziale sua annessione all'I.C. Cotugno. Resta nel suo complesso tutto il tema dell'organizzazione nazionale del mondo scolastico, che soffre la forte denatalità, lo spopolamento nei piccoli comuni che determinano numeri di reggenze su base regionale e tante altre contraddizioni in termini.
«Da un lato ci obbligano ad organizzare in istituti comprensivi le scuole, puntando sulla continuità didattica che è un valore; dall'altro lasciano la piena libertà di scelta ai genitori, i quali orientano i figli sulle base delle esigenze logistiche, della residenza familiare, della vicinanza ai luoghi di lavoro, della conoscenza di questo o quell'insegnante. Per non parlare dei parametri numerici, che cambiano in continuazione e dagli stessi dipendono le dirigenze, il personale docente e non docente. Occorrerebbe un serio piano di riordino nazionale che abbia un raggio di azione di medio e lungo periodo. Non si può ogni anno dettare linee molte volte in contraddizione tra loro, creando disagi interpretativi e applicativi sulla testa degli utenti».