Digitale: anche le imprese di Andria cercano professionalità che mancano

La proposta degli imprenditori al sottosegretario Turco: convertire al digitale anche profili umanistici

sabato 22 febbraio 2020
La rivoluzione digitale ha fame di nuove figure professionali molto difficili da trovare sul mercato persino nel Mezzogiorno, dove la disoccupazione giovanile è molto elevata. Anche a Bari e in Puglia la carenza di competenze digitali è molto sentita e frena lo sviluppo delle imprese. Nel territorio pugliese infatti la maggioranza di annunci di ricerca di personale viene proprio dalle imprese del settore ICT, che da sole pubblicano il 42,8 % delle inserzioni. Lo stesso avviene nel resto d'Italia, dove, a fronte di un fabbisogno di circa 94.000 addetti, l'offerta di lavoratori si ferma a 79.000 unità fino 2021 secondo Assinfom.

Che fare per colmare questo divario? Una proposta è stata avanzata oggi dagli imprenditori della Sezione Terziario Innovativo di Confindustria Bari e BAT e dal Distretto produttivo dell'informatica pugliese che hanno pensato di avviare un piano per convertire al digitale anche risorse umane non ICT, figure di estrazione umanistica che possono anch'esse rendersi utili alla trasformazione digitale.

La proposta è stata avanzata dal presidente di Confindustria Bari BAT Sergio Fontana, dal presidente e dal vicepresidente della Sezione Terziario Innovativo e Comunicazione Augusto Masiello e Stefano D'Ascoli insieme al Presidente del Distretto produttivo dell'informatica pugliese Salvatore Latronico, i quali ne hanno discusso con il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Mario Turco, con Filomena Maggino Responsabile della Cabina di Regia della presidenza del Consiglio "Benessere Italia", con la Senatrice Patty L'Abbate nel corso di un evento sulla trasformazione digitale del Paese. Protagonisti del confronto anche il Rettore del Politecnico di Bari Francesco Cupertino e il delegato del Rettore dell'Università degli Studi di Bari Giuseppe Pirlo, i quali hanno sottolineato come il mondo accademico del Mezzogiorno avrebbe bisogno di investimenti statali adeguati per potenziare l'offerta di figure professionali specializzate.

"La nostra idea è quella di formare figure complementari, che non necessariamente sono ingegneri e programmatori, ma sono figure importanti per la trasformazione digitale come, ad esempio, gli addetti che si occupano di documentazione funzionale, di user guide, di piani di test e user experience", ha dichiarato il vicepresidente della Sezione Terziario Innovativo di Confindustria Bari e BAT Stefano D'Ascoli.
L'esigenza di formare alcune nuove figure è stata sottolineata dalla Sen. Patty L'Abbate per la quale si rende necessario "formare figure come i "green manager" nella Pubblica Amministrazione che abbiano un approccio sistemico e competenze tali da essere di supporto nella rivoluzione digitale. È importante ricordare, che questa transizione verso la sostenibilità è necessaria alle aziende per essere competitive in un mondo sempre più globalizzato."
Sul tema delle competenze digitali il sottosegretario Turco ha risposto che a breve sarà avviato un tavolo nazionale per la digitalizzazione della Pubblica Amministrazione e che presto tornerà in Confindustria Bari BAT per considerare le proposte degli imprenditori.
"Importante è il contributo che verrà dato dalla recente istituzione della Struttura di Missione "Investitalia" e della Cabina di Regia "Strategia Italia". – ha detto Turco - L'intento è quello di accelerare gli investimenti infrastrutturali e la digitalizzazione della pubblica amministrazione. In questo ambito abbiamo accumulato ritardi che influenzano negativamente l'efficienza del Paese e che rallentano la stessa ripresa economica. In questa prospettiva, siamo anche impegnati nel valorizzare i processi di rigenerazione del capitale umano delle pubbliche amministrazioni e delle imprese."
"Ormai tutti i settori economici devono fare i conti con le tecnologie digitali, anche quelli apparentemente più lontani, come il mondo del teatro. Tutti i settori sono coinvolti in processo di contaminazione, che, quando avviene fra ambiti tradizionalmente distanti, diviene spesso terreno fertile per la nascita delle migliori innovazioni.", ha dichiarato Augusto Masiello presidente della Sezione Terziario Innovativo di Confindustria Bari e BAT.
Alcune di queste innovazioni potrebbero, ad esempio, rivoluzionare la qualità della vita, come ha evidenziato Filomena Maggino Responsabile della Cabina di Regia della presidenza del Consiglio "Benessere Italia", che ha detto: "Le nuove tecnologie introducono e promuovono il progresso se sono disegnate e promosse nell'ottica del benessere equo e sostenibile. In altre parole diventano bene comune".

Per spingere questo processo di contaminazioni e trasformazioni occorrono, però, ancora investimenti significativi, come ha ricordato Salvatore Latronico Presidente del Distretto produttivo dell'informatica pugliese: "La spesa mondiale ed europea nel settore ICT si attesta sul 3,9% mentre quella italiana è sullo 0,9%; nel settore del software e dei servizi collegati le percentuali sono del 5,5% contro l'1,9%. I dati - elaborati da Assintel e IDC - non sono confortanti e raccontano la tendenza italiana a crescere a una velocità tre volte inferiore. E mentre noi ci interroghiamo sull'applicazione delle tecnologie attuali, l'industria IT mondiale sta preparando una nuova ondata di innovazione. Questo succede perché manca una strategia di sviluppo del sistema Paese. È questo il sentore delle imprese ed è il messaggio che abbiamo rivolto agli esponenti di governo oggi presenti. I dati raccolti in Puglia dall'Osservatorio IT del Distretto sono più confortanti considerata la crescita annua del fatturato del settore informatico del 6% circa, con una previsione di crescita dell'occupazione nel 2020 attorno al 15%. La Puglia ha tante eccellenze, tuttavia potremmo correre più velocemente - come regione e sistema Paese – perseguendo una strategia industriale condivisa", ha concluso Latronico.

"Molto efficace nell'incrementare gli investimenti privati è stato il Piano nazionale Industria 4.0, avviato nel 2016 - ha detto, in tema di risorse, il presidente di Confindustria Bari BAT Sergio Fontana - Grazie agli incentivi statali è stato realizzato un grande ammodernamento tecnologico di fabbriche e magazzini e una crescita dei comparti della meccatronica e della robotica. Va detto però che il grosso degli investimenti in ammodernamento digitale sono stati trainati dalle realtà di maggiori dimensioni, appartenenti spesso a gruppi industriali internazionali. Meno si è fatto nelle piccole e medie aziende, principalmente a causa della mancanza delle competenze necessarie per la Digital Transformation. Questo significa, che, ancora una volta, l'elemento-chiave è il capitale umano. Abbiamo ampi margini di miglioramento e in questo settore qui Sud abbiamo un'opportunità in più da utilizzare. "