Dieci anni di maltrattamenti in famiglia: allontanato di casa un 53enne
Operazione del Commissariato di P.S. di Andria su disposizione della Procura di Trani
venerdì 13 novembre 2015
12.40
Nel pomeriggio di mercoledì, il personale dell'Ufficio Anticrimine del Commissariato di Andria ha sottoposto S.V., andriese classe 1962, alla misura cautelare personale dell'allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento alla parte offesa, emessa in data 10 novembre dal GIP del Tribunale di Trani, dott.ssa Maria Grazia Caserta, con successivo Ordine di Esecuzione del Sostituto Procuratore dott. Lucio Vaira. L'esecuzione consegue all'attività d'indagine seguita alla querela presentata dalla moglie di S.V., per i reati di maltrattamenti in famiglia e lesioni personali aggravate.
Il racconto della moglie di S.V., e l'attività che è seguita successivamente, hanno riportato scene di inaudita e reiterata violenza fisica e psicologica durate per circa dieci anni. La donna ha riferito d'essere stata sottoposta, sin dai primi giorni di vita coniugale, a continue violenze fisiche, minacce ed insulti, di vivere in un clima di costante terrore e d'essere stata ridotta alla condizione servile. La vittima aveva provato quasi dieci anni fa a denunciare i fatti. Il marito l'aveva però costretta a ritirare la denuncia, con la minaccia di darle fuoco, insieme alle figlie ed all'abitazione. All'unico tentativo della donna di rifugiarsi al nord, presso l'abitazione di sua sorella, si era poi opposto, raggiungendola e costringendola a fare rientro a casa. I fatti narrati dalla moglie di S.V., relativi ad un contesto raccapricciante di soprusi ed aberrazione, nell'ambito del quale la donna era stata anche costretta ad interrompere ben sette gravidanze, si erano, inoltre, regolarmente verificati anche alla presenza delle figlie minori.
All'excursus di violenze ha posto fine il ricovero in ospedale della donna che, dopo l'ennesima aggressione da parte del marito, aveva riportato fratture e gravi ferite, tali da costringerla a ricorrere alle cure dei sanitari del Pronto Soccorso del locale nosocomio. L'attività conseguita ha portato all'emissione del provvedimento notificato a S.V., che ha disposto, a carico dello stesso, l'obbligo di lasciare immediatamente la casa familiare, di non avvicinarsi ai luoghi frequentati dalla persona offesa ed all'abitazione della figlia maggiore, di non avvicinarsi alla persona offesa ed alle due figlie e di non comunicare con le stesse.
Il racconto della moglie di S.V., e l'attività che è seguita successivamente, hanno riportato scene di inaudita e reiterata violenza fisica e psicologica durate per circa dieci anni. La donna ha riferito d'essere stata sottoposta, sin dai primi giorni di vita coniugale, a continue violenze fisiche, minacce ed insulti, di vivere in un clima di costante terrore e d'essere stata ridotta alla condizione servile. La vittima aveva provato quasi dieci anni fa a denunciare i fatti. Il marito l'aveva però costretta a ritirare la denuncia, con la minaccia di darle fuoco, insieme alle figlie ed all'abitazione. All'unico tentativo della donna di rifugiarsi al nord, presso l'abitazione di sua sorella, si era poi opposto, raggiungendola e costringendola a fare rientro a casa. I fatti narrati dalla moglie di S.V., relativi ad un contesto raccapricciante di soprusi ed aberrazione, nell'ambito del quale la donna era stata anche costretta ad interrompere ben sette gravidanze, si erano, inoltre, regolarmente verificati anche alla presenza delle figlie minori.
All'excursus di violenze ha posto fine il ricovero in ospedale della donna che, dopo l'ennesima aggressione da parte del marito, aveva riportato fratture e gravi ferite, tali da costringerla a ricorrere alle cure dei sanitari del Pronto Soccorso del locale nosocomio. L'attività conseguita ha portato all'emissione del provvedimento notificato a S.V., che ha disposto, a carico dello stesso, l'obbligo di lasciare immediatamente la casa familiare, di non avvicinarsi ai luoghi frequentati dalla persona offesa ed all'abitazione della figlia maggiore, di non avvicinarsi alla persona offesa ed alle due figlie e di non comunicare con le stesse.