Di Lorenzo (Pd) ed il paradosso della tangenziale che non può coesistere con il progetto del nuovo ospedale

Viene rimarcato come "l’inutile tratto della provinciale" sia "a scapito del nuovo ospedale"

lunedì 22 aprile 2024 19.40
Michele Di Lorenzo, Presidente regionale Forum Ambientalista e consigliere comunale del Partito democratico di Andria, interviene nuovamente per denunciare la vicenda legata al percorso della strada tangenziale che confliggerebbe con il progetto del nuovo ospedale di Andria. Un analisi puntuale che delinea responsabilità politiche di non poco conto.

"Il paradosso della tangenziale e la legge di PETER. Il caso della cd. tangenziale di Andria, invero strada provinciale SP2, è la cartina di tornasole della miopia e incuria della classe dirigente del nostro territorio e della inefficienza delle istituzioni. La vicenda può essere così riassunta. Per anni si è tenuta nascosta l'esistenza di un inutile e costoso progetto di raddoppio della strada provinciale, senza che nessuno si interessasse seriamente della questione. Anzi alcuni hanno tentato di mascherare l'impatto dell'opera parlando espressamente di completamento della tangenziale, facendo credere che si trattasse del progetto di chiusura dell'anello cittadino della tangenziale, opera che sarebbe tanto necessaria alla viabilità della nostra città. Tuttavia il Comune di Andria, ente competente in materia ambientale e urbanistica, non è mai stato chiamato a pronunciarsi in sede consiliare, nonostante l'iter di questo progetto, nel silenzio più assoluto dei consiglieri di maggioranza e di opposizione della Provincia, fosse stato avviato già nel 2013/14.

Sino al 2018, anno in cui le associazioni ambientaliste hanno fatto ricorso alla giustizia amministrativa contro la approvazione del procedimento VIA, di questo progetto provinciale non si è mai parlato in città e non è stato nemmeno sfiorato dalle forze politiche nelle sedi istituzionali. D'altronde il consumo del territorio e lo spreco di risorse pubbliche per un'opera niente affatto necessaria erano (e sono) argomenti troppo sofisticati per i palati politici locali. Nello stesso periodo, invece, il dibattito cittadino e regionale, si è concentrato in modo animato sul nuovo ospedale di secondo livello che doveva assicurare al nostro territorio un presidio di eccellenza, anche in considerazione della carenza strutturale sanitaria della provincia di Barletta Andria Trani. Questo nuovo ospedale doveva (e auspicabilmente deve) realizzarsi nel territorio andriese. Rispetto a tanti altri problemi di natura economica e sanitaria, l'unica certezza acquisita, sin dall'epoca di approvazione del relativo Piano regionale sanitario, era fornito dalla localizzazione dell'ospedale, il cui sito era stato individuato nell'agro andriese e precisamente in contrada Macchie di Rose.

Con la deliberazione n. 41 del 2021, il Consiglio Comunale di Andria ha approvato progetto e localizzazione ed ha avviato la procedura dell'accordo di programma al fine di accelerare i tempi tecnici per la realizzazione dell'opera. Anche sulla scorta di tale deliberazione le associazioni ambientaliste hanno insistito in sede giudiziaria per dichiarare l'incompatibilità della nuova strada provinciale rispetto alla localizzazione del nuovo nosocomio che si trova all'imbocco del nuovo tracciato viario, nei pressi dell'uscita SP2 su Via Corato. Di questo evidente conflitto tra i progetti, tranne qualche sparuto consigliere regionale e le benemerite associazioni ambientaliste, che hanno proseguito in solitaria questa battaglia, nessuno si è seriamente occupato del tema politico e in nessuna sede è stato sviscerato il problema dal punto di vista tecnico. Era evidente che una strada a quattro corsie non avrebbe potuto coesistere con il nuovo ospedale perché bisogna assicurare le distanze di legge al fine di preservarla da elementi di inquinamento ambientale sotto il duplice profilo atmosferico ed acustico. Nel caso del progetto dell'ospedale, le forze politiche all'unanimità hanno sostenuto l'importanza dell'opera e la necessità di una localizzazione in area periferica onde evitare l'effetto gabbia in cui si è venuto a trovare l'attuale ospedale Lorenzo Bonomo, assediato dall'edificato e dal traffico cittadino. Va ricordato che le decisioni sulla localizzazione dell'ospedale hanno visto tutti gli enti coinvolti esprimere parere favorevole sulla individuazione dell'area. È necessario aggiungere che l'accordo di programma, di cui alla deliberazione n. 41 del 2020, è nel frattempo decaduto per scadenza dei termini grazie all'inerzia di solerti funzionari e attenti politici. Nel caso della tangenziale, invece, rispetto all'iniziale indifferenza generalizzata, si è successivamente realizzata una spaccatura tra le diverse forze politiche che ha prodotto un dibattito anche piuttosto serrato, dal 2020 in poi, nella nostra città. La maggior parte delle forze politiche, pur accorgendosi tardi della inutilità dell'opera e dell'enorme impatto ambientale ed economico che una simile realizzazione avrebbe comportato per il territorio, ha cercato di correre ai ripari negando per ben due volte la variante urbanistica in consiglio comunale. Altre forze politiche hanno ritenuto, invece, che l'opera fosse comunque utile ed hanno insistito sulla necessità di ammodernamento della rete viaria con un tracciato nuovo, senza valutare l'ipotesi di intervenire sul vecchio tracciato. Da ultimo, come esempio di trasparenza e leale collaborazione tra le istituzioni, va rimarcato il grave atteggiamento della Provincia Bat, la quale con meritoria dedizione ha ritenuto di non informare il Comune di Andria della pendenza della istanza di rinnovo della procedura VIA da parte della ditta aggiudicataria, determinando, in tal modo, l'approvazione in via definitiva della variante urbanistica del nuovo tracciato da parte del commissario ad acta (deliberazione n. 2 del 11/04/2024).

L'effetto paradossale di questa vicenda, dai contorni eccessivamente ambigui, è che l'unica certezza sul futuro del nostro territorio resta la realizzazione dell'inutile tratto della provinciale a scapito del nuovo ospedale. Forum Ambientalista, Associazione Ecologista nazionale impegnata nella difesa del territorio e dell'ecosistema, in modo particolare sui temi della proprietà pubblica dell'acqua, della corretta gestione dei rifiuti, della promozione dello sviluppo e dell'utilizzo delle energie rinnovabili, del rifiuto del nucleare e dei continui tentativi di mercificazione della natura. D'altronde la sola variante urbanistica, giuridicamente esistente, prevede chilometri di asfalto in aperta campagna laddove doveva sorgere il presidio sanitario di secondo livello. La morale di questa triste storia è semplice. Eleggere persone incompetenti nei posti chiave determina sempre risultati dannosi per la collettività che, prima o poi, sarà costretta a subire gli effetti delle scelte di questi signori che inopinatamente si credono classe dirigente. È il corollario della famosa Legge di Peter, dal nome dello studioso che la formulò nel '69: "in una gerarchia, ogni dipendente tende a salire di grado fino al proprio livello di incompetenza". E questo vale anche, e soprattutto, per i politici.


Ricordiamo come il Forum Ambientalista, è un' Associazione Ecologista nazionale impegnata nella difesa del territorio e dell'ecosistema, in modo particolare sui temi della proprietà pubblica dell'acqua, della corretta gestione dei rifiuti, della promozione dello sviluppo e dell'utilizzo delle energie rinnovabili, del rifiuto del nucleare e dei continui tentativi di mercificazione della natura.