Depenalizzazione del reato di frode, a rischio l'olio extravergine di qualità

Dura presa di posizione dell'Associazione Nazionale Città dell'Olio

giovedì 17 dicembre 2015 9.51
Una ipotesi di provvedimento legislativo che sta facendo discutere e non poco. A sollevare una serie di pesanti reazioni da più parti è la proposta di DL riguardante le disposizioni sanzionatorie per violazione del Regolamento dell'Unione Europea 29/2012 sulla commercializzazione dell'olio d'oliva e del Regolamento Cee 2868/91 sulle caratteristiche degli oli, da cui si evince di fatto con l'art. 4, la depenalizzazione della falsa etichettatura propinando solo multe da 1.600 a 9.500 euro per chi dichiara in etichetta una falsa provenienza.

La posizione assunta dall'Associazione Nazionale Città dell'Olio in merito è chiara e netta: «Abbiamo il dovere di non abbassare la guardia contro chi vuole truffare il consumatore - ha commentato il Presidente Enrico Lupi - e quindi evitare le norme non chiare ed esplicite che potrebbero essere utilizzate da imprenditori scaltri per garantirsi incassi milionari a fronte di multe ridicole. Per l'olio extravergine di oliva, ma anche per tutti gli altri prodotti agroalimentari, ciò che viene descritto in etichetta deve corrispondere a verità e bisogna punire i malfattori, come del resto già previsto nel codice penale sui reati di contraffazione agroalimentare. Il percorso fatto fino ad ora dal Governo - ha aggiunto - grazie anche alla legge-salva olio (Mongiello), è stato positivo e sarebbe paradossale annullare tutto il buono sin qui fatto con questa proposta di Decreto Legge. La cultura del prodotto ovvero l'origine, il territorio, l'ambiente, il paesaggio, la storia, la cultura, le persone (gli olivicoltori) sono valori che non hanno eguali, e non possono essere mortificati da norme che non garantiscono la trasparenza ma che soprattutto non condannino fortemente chi opera in maniera illecita».

Sulla questione della depenalizzazione della frode sull'olio extravergine d'oliva è intervenuto anche il Consigliere delegato alle Politiche Agricole del Comune di Andria e Consigliere Nazionale Città dell'Olio Benedetto Miscioscia.

«In merito allo schema di Decreto Legislativo recante disposizioni sanzionatorie per la violazione del Regolamento UE n. 29/2012, relativo alle norme di commercializzazione dell'olio di oliva e del regolamento CEE n. 2568/9, relativo alle caratteristiche degli oli di oliva e degli oli di sansa d'oliva nonchè ai metodi ad essi attinenti, preoccupa in particolare una sorta di depenalizzazione per i reati commessi in violazione del regolamento 29/2012 sulla commercializzazione dell'olio, anzichè prevedere, al contrario, un inasprimento delle sanzioni. A preoccupare, sono anche alcuni aspetti introdotti nello schema della bozza di decreto che potrebbero mettere a rischio tutti gli sforzi fatti fino ad oggi per contrastare, in particolare, la contraffazione del made in Italy. Preoccupa la modalità con la quale il Governo ha predisposto la bozza di decreto con il quale per essere brevi, apparentemente il governo vuole tutelare la salvaguardia penale del provvedimento, ma nella realtà il rischio è che finisca tutto per avvantaggiare, come al solito, i soliti truffatori anche perchè con la bozza di decreto, oltre alle critiche sull'interpretazione dell'art. 4, c'è l'art. 10, con il quale si individua come unico responsabile per l'irrogazione delle sanzioni l'Ispettorato Repressione Frodi depotenziando il ruolo svolto dai Nas, dalla Guardia di Finanza e dallo stesso Corpo Forestale. Insomma per i truffatori barare sull'origine degli oli costerà poco ottenendo con il provvedimento in discussione un vero ed inaspettato regalo visto che ci approssimiamo al Natale».