Dehors ad Andria, Giorgino cita l'esempio di piazza San Marco a Venezia

Passa il regolamento. Michele Coratella: "L'elefante ha partorito un topolino". La posizione del Comitato impresa centro storico

mercoledì 23 gennaio 2019 14.04
Passa la proposta di delibera, nonostante delle perplessità sollevate anche da alcuni esponenti della maggioranza di centrodestra, del Regolamento sui "dehors" ovvero i principi che disciplinano l'occupazione di suolo pubblico per spazi di ristoro all'aperto, annessi a locali di pubblico esercizio di somministrazione di alimenti e bevande. Il provvedimento, lo ricordiamo ha avuto il voto contrario del M5S e l'astensione dei consiglieri del centrosinistra.

A far discutere è in particolare la questione del centro storico, l'ambito nel quale deve ricadere corso Cavour e poi l'art 21 del regolamento dei beni culturali che parla di subordinare all'autorizzazione del sovrintendente l'esecuzione di "opere e lavori di qualunque genere su beni culturali".

Su questo passaggio si sono concentrati molti interventi in aula perché il tema proposto, per esempio dal consigliere di maggioranza Luigi Di Noia, è quello di capire se realizzare opere e lavori sia anche posizionare un tavolo ed una sedia, "se così fosse - ha detto - anche una fioriera su un balcone nel centro storico può essere considerata paradossalmente un'opera".

Dello stesso parere il sindaco Nicola Giorgino che ha parlato in tal senso di una violazione del diritto di proprietà se "un cittadino del centro storico non fosse libero di mettere sul terrazzo di un ombrellone".

Tra i pareri contrari già annunciati c'è quello del M5 Stelle, il capogruppo Michele Coratella parla di un pasticcio: "a guardare bene quello che è successo, scopriamo che il regolamento è stato approvato senza nessuna intesa con la Soprintendenza dei beni culturali di Foggia. Un grande problema! Dopo 3 anni abbiamo che l'elefante ha partorito un topolino, un regolamento non condiviso con Soprintendenza e Regione, che ci regala le stesse incertezze di prima".

Il regolamento ha ricordato l'assessore Pierpaolo Matera è stato già oggetto di "negoziazione e di confronto con le associazioni di categoria e gli ordini professionali del territorio ed un lungo periodo di gestazione, per via della complessità giuridica della materia che richiedeva massima attenzione. Con queste regole si fa chiarezza, si individuano tre ambiti diversi con valori ambientali, storici e culturali degli spazi pubblici diversi dove si stabiliscono criteri su caratteristiche costruttive e materiali, su tavoli, sedie, pedane, elementi di delimitazione, ombrelloni, tende da sole, tettoie, pergolati e gazebo, ma anche su sistemi di riscaldamento e di illuminazione".

Il Sindaco ha tentato di sciogliere così i dubbi: "Secondo me, ma non voglio andare in contrasto con la soprintendenza, anche in piazza Catuma mettere un dehor in ferro battuto, visto che sta in piazza San Marco a Venezia non ho capito perchè ad Andria in piazza Catuma non può stare, non è un fatto disdicevole. Però con questo regolamento ci atteniamo al minimo che viene previsto e cioè sedie, tavoli e ombrelloni che vengono spostati ed ecco il perchè il riferimento all'art 21 del regolamento dei beni culturali che parla di opere e lavori".

Il Comitato impresa centro storico Andria: "Dopo un lungo iter di incontri tra esercenti e istituzioni cittadine e associazioni di categoria, siamo riusciti ad ottenere una regolamentazione sostanzialmente condivisa in materia di dehors, finalmente approvata dalla maggioranza ieri sera in Consiglio Comunale. Il regolamento si attiene alle prescrizioni della normativa nazionale e di quelle impartite della sopraintendenza. Ci auguriamo che le nuove istanze dehors degli esercenti vengano autorizzate senza altre sorprese, né ritardi. In ballo c'è la programmazione di intere stagioni, la programmazione degli investimenti e, per alcuni, la sopravvivenza delle stesse attività produttive".