Decesso in tendopoli, Lomuscio: «Troppe chiacchiere e pochi fatti»
La componente della segreteria di SEL Puglia parla delle proposte in Bilancio
mercoledì 3 febbraio 2016
18.22
«Apprendiamo della morte per asfissia di un cittadino senegalese avvenuta durante la notte scorsa, a causa con ogni probabilità, di un braciere lasciato acceso nella tenda in cui trovava rifugio. Il luogo in cui la tragedia si è consumata è la tendopoli di via Montefaraone, ubicata nei pressi del ponte della tangenziale in direzione Canosa di Puglia nella Città di Andria, da un po' di mesi sotto i riflettori per questioni inerenti sicurezza e condizioni igienico-sanitarie del luogo del tutto assenti. Sulla stessa tendopoli, nei mesi passati, si sono consumati fiumi di inchiostro e parole, cui non hanno fatto seguito l'assunzione di impegni solenni da parte dell'Amministrazione comunale di centrodestra che guida la Città». E' l'intervento di Valentina Lomuscio, della segreteria regionale di SEL Puglia, a portare nuovamente alla ribalta la questione della Tendopoli di via Montefaraone.
«Lì erano in ballo - prosegue Valentina Lomuscio - la tutela della dignità di esseri umani, migranti, con ogni probabilità vittime di caporalato e di sfruttamento sui luoghi di lavoro. Si è chiesto più volte si intervenisse dotando l'area di ausili sanitari e abitativi che provassero a rendere più umane le condizioni di vita all'interno di quel luogo, ma ogni richiesta è risultata vana. Oggi, quindi, non resta che il sapore amaro e lo sgomento di fronte a questa ennesima tragedia che si consuma su un pezzo di terra della nostra Regione. Andria è un pezzo di Puglia: qui continuano ad esserci sacche consistenti di illegalità, di sfruttamento della manodopera nelle campagne, di calpestio di diritti, prima di tutto, umani. Ma non c'è spazio per la rassegnazione: per questo motivo, in Consiglio Regionale, Noi a Sinistra per la Puglia ha avanzato la proposta di emendamento, poi approvato, di dotare il bilancio regionale di risorse pari ad un milione di euro destinate ad iniziative di lotta e prevenzione al caporalato attraverso l'attivazione di servizi per l'assistenza abitativa e per il trasporto a favore dei migranti impegnati nelle campagne della Puglia. Accade per la prima volta nella storia del bilancio di una Regione: un primo passo, quindi, ma significativo cui toccherà dar seguito attraverso la costruzione di una solida alleanza che coinvolga le istituzioni, primi fra tutti i Comuni, le imprese, le organizzazioni sociali e la cittadinanza».
«Lì erano in ballo - prosegue Valentina Lomuscio - la tutela della dignità di esseri umani, migranti, con ogni probabilità vittime di caporalato e di sfruttamento sui luoghi di lavoro. Si è chiesto più volte si intervenisse dotando l'area di ausili sanitari e abitativi che provassero a rendere più umane le condizioni di vita all'interno di quel luogo, ma ogni richiesta è risultata vana. Oggi, quindi, non resta che il sapore amaro e lo sgomento di fronte a questa ennesima tragedia che si consuma su un pezzo di terra della nostra Regione. Andria è un pezzo di Puglia: qui continuano ad esserci sacche consistenti di illegalità, di sfruttamento della manodopera nelle campagne, di calpestio di diritti, prima di tutto, umani. Ma non c'è spazio per la rassegnazione: per questo motivo, in Consiglio Regionale, Noi a Sinistra per la Puglia ha avanzato la proposta di emendamento, poi approvato, di dotare il bilancio regionale di risorse pari ad un milione di euro destinate ad iniziative di lotta e prevenzione al caporalato attraverso l'attivazione di servizi per l'assistenza abitativa e per il trasporto a favore dei migranti impegnati nelle campagne della Puglia. Accade per la prima volta nella storia del bilancio di una Regione: un primo passo, quindi, ma significativo cui toccherà dar seguito attraverso la costruzione di una solida alleanza che coinvolga le istituzioni, primi fra tutti i Comuni, le imprese, le organizzazioni sociali e la cittadinanza».