Dal buio alla luce: il mistero dell’incarnazione nell’arte delle catacombe
Alla scuola media "Vaccina" di Andria un interessante incontro con mons. Pasquale Iacobone
martedì 24 dicembre 2019
07.00
Il mistero dell'incarnazione attraverso l'iconografia sacra del cristianesimo antico. Questo il tema della tradizionale riflessione natalizia (organizzata dalle professoresse Lucia Cavaliere e Maria Di Noia) che si è svolta nel pomeriggio di venerdì 20 dicembre, nell'auditorium della scuola media "Padre Niccolò Vaccina" pieno, come al solito, di docenti in servizio e in pensione e di genitori degli alunni. A condurre quest'anno la riflessione natalizia una guida d'eccezione: Mons. Pasquale Iacobone, segretario della Pontificia Commissione di Archeologia Sacra.
In apertura, Mons. Iacobone ha sottolineato come sia sbagliato parlare di "magia" a proposito del Natale, quando invece si dovrebbe parlare di mistero. Non c'è, infatti, mistero più grande del Dio che si fa uomo e dona la Salvezza all'umanità intera. Ed è questo l'unico, vero, grande dono. Successivamente, l'illustre relatore ha presentato e commentato numerose immagini di affreschi di catacombe, bassorilievi e sculture sepolcrali risalenti ai primi secoli del cristianesimo (all'incirca fra il II e il V secolo) e aventi due soggetti: l'Annunciazione e la Natività, entrambe simbolo dell'incarnazione del divino nell'umano. In particolare, le rappresentazioni dell'Annunciazione simboleggiano in modo immediato per i fedeli il Verbo che si fa carne, mentre le rappresentazioni della Natività, oltre a ribadire l'incarnazione del divino nell'umano, ricordano la promessa di salvezza che viene da Dio e l'universalità del messaggio cristiano (la Salvezza è per tutti!).
Un interessantissimo percorso fra arte e teologia, quindi, dove Mons. Iacobone ha evidenziando come tutte quelle rappresentazioni realizzino, con pochi simboli ed in maniera efficace, una connessione fra Antico e Nuovo Testamento e trasmettano con immagini semplici ed efficaci il mistero del Dio che si è fatto uomo e la Salvezza dell'umanità. Un'umanità che deve farsi immagine di Dio.
In apertura, Mons. Iacobone ha sottolineato come sia sbagliato parlare di "magia" a proposito del Natale, quando invece si dovrebbe parlare di mistero. Non c'è, infatti, mistero più grande del Dio che si fa uomo e dona la Salvezza all'umanità intera. Ed è questo l'unico, vero, grande dono. Successivamente, l'illustre relatore ha presentato e commentato numerose immagini di affreschi di catacombe, bassorilievi e sculture sepolcrali risalenti ai primi secoli del cristianesimo (all'incirca fra il II e il V secolo) e aventi due soggetti: l'Annunciazione e la Natività, entrambe simbolo dell'incarnazione del divino nell'umano. In particolare, le rappresentazioni dell'Annunciazione simboleggiano in modo immediato per i fedeli il Verbo che si fa carne, mentre le rappresentazioni della Natività, oltre a ribadire l'incarnazione del divino nell'umano, ricordano la promessa di salvezza che viene da Dio e l'universalità del messaggio cristiano (la Salvezza è per tutti!).
Un interessantissimo percorso fra arte e teologia, quindi, dove Mons. Iacobone ha evidenziando come tutte quelle rappresentazioni realizzino, con pochi simboli ed in maniera efficace, una connessione fra Antico e Nuovo Testamento e trasmettano con immagini semplici ed efficaci il mistero del Dio che si è fatto uomo e la Salvezza dell'umanità. Un'umanità che deve farsi immagine di Dio.