Da sequestro a confisca del patrimonio di un narcotrafficante andriese
Provvedimento da 700mila euro già adottato lo scorso 12 febbraio
giovedì 17 settembre 2015
16.45
Il 12 febbraio scorso, sin dalle prime luci dell'alba, furono compiuti sequestri di beni mobili ed immobili, da personale della Direzione Investigativa Antimafia di Bari con il supporto dei Carabinieri di Andria, al pregiudicato 66enne andriese, Giovanni Fasciano, per un totale di 700mila euro (Articolo AndriaViva 12 febbraio 2015). E' di oggi, attraverso una nota della DIA barese, la notizia che quel sequestro del 12 febbraio scorso è divenuta confisca con un procedimento arrivato in I° grado e continua a fare il suo percorso giudiziario.
L'uomo fu arrestato nel marzo del 2014 nell'operazione "Bate" condotta dai Carabinieri di Roma e relativa ad un traffico internazionale di sostanze stupefacenti. In particolare il 66enne andriese è accusato di rivestire il ruolo di organizzatore e finanziatore di un traffico di stupefacenti proveniente dal Nicaragua attraverso il trasporto di pietre contenenti droga. Durante quella operazione dello scorso anno è finito in manette anche suo figlio Leonardo. Le indagini della DIA di Bari condussero al sequestro del patrimonio del nucleo familiare composto da l'impresa edile di famiglia, tre appartamenti di cui due ad Andria ed uno a Trani oltre ai tre box auto e due terreni siti nei comuni di Andria e Trani con un rustico. Il provvedimento di sequestro fu emesso in base alla normativa antimafia dal Tribunale di Trani, Sezione per le Misure di Prevenzione. Il sequestro, infatti, scattò dopo l'approfondita analisi del patrimonio di famiglia: secondo gli inquirenti l'uomo aveva dichiarato anche un reddito pari a 0 nell'anno 2012 o 900 euro nel triennio 2008-2010 ma nello stesso tempo aveva effettuato numerosi acquisti e vendite immobiliari.
L'uomo fu arrestato nel marzo del 2014 nell'operazione "Bate" condotta dai Carabinieri di Roma e relativa ad un traffico internazionale di sostanze stupefacenti. In particolare il 66enne andriese è accusato di rivestire il ruolo di organizzatore e finanziatore di un traffico di stupefacenti proveniente dal Nicaragua attraverso il trasporto di pietre contenenti droga. Durante quella operazione dello scorso anno è finito in manette anche suo figlio Leonardo. Le indagini della DIA di Bari condussero al sequestro del patrimonio del nucleo familiare composto da l'impresa edile di famiglia, tre appartamenti di cui due ad Andria ed uno a Trani oltre ai tre box auto e due terreni siti nei comuni di Andria e Trani con un rustico. Il provvedimento di sequestro fu emesso in base alla normativa antimafia dal Tribunale di Trani, Sezione per le Misure di Prevenzione. Il sequestro, infatti, scattò dopo l'approfondita analisi del patrimonio di famiglia: secondo gli inquirenti l'uomo aveva dichiarato anche un reddito pari a 0 nell'anno 2012 o 900 euro nel triennio 2008-2010 ma nello stesso tempo aveva effettuato numerosi acquisti e vendite immobiliari.