Da Andria al "Gemelli" di Roma: la storia di Gianluca Orsini ai tempi del Covid-19

Una forte vocazione medica e la laurea a un passo, con l'obbligo di restare nella Capitale per l'emergenza sanitaria

martedì 31 marzo 2020 07.00
A cura di Antonio D'Oria
Il Covid-19 ci ha barricati nelle nostre case per un periodo indefinito. Certamente, però, non ha arrestato i sogni e le speranze dei tantissimi giovani che, pur in questo momento difficile, stanno decidendo il proprio futuro. A tal proposito, vi raccontiamo la storia del 22enne andriese Gianluca Orsini, studente all'Università Cattolica del Sacro Cuore - Policlinico Agostino Gemelli di Roma e ormai a un passo dalla laurea in "Tecniche della fisiopatologia cardiocircolatoria e perfusione cardiovascolare", che lo abiliterà ad operare sui macchinari della ventilazione cardiopolmonare di cui c'è assoluta necessità in tanti ospedali italiani. Tra l'obbligo di restare a Roma e l'attesa per la data della seduta di laurea, Gianluca ci racconta come sta vivendo l'emergenza sanitaria nella Capitale, soprattutto in considerazione della lontananza "forzata" dalla propria famiglia.

«Sono in attesa di laurearmi, ma ci sono problemi per stabilire la data e le modalità della seduta di laurea a causa dell'emergenza legata al Covid-19; con molta probabilità, discuterò la tesi nel mese di aprile. Intanto ho preferito rimanere a Roma, perché tornando ad Andria avrei dovuto osservare un periodo di quarantena obbligando anche la mia famiglia a restare in casa senza nemmeno poter andare a lavoro o fare la spesa. Per cui sono rimasto qui a studiare, consapevole del sacrifico che avrei chiesto ai miei familiari e in osservanza del Decreto governativo che ha imposto il blocco degli spostamenti. Ho ascoltato anche gli appelli del Presidente della Regione Puglia - Michele Emiliano - che ha ribadito più volte di non spostarsi e di rimanere a casa: mi sento di dargli piena ragione visto quello che sta succedendo in Puglia. Sono rammaricato di non poter tornare, ma sono sereno poiché la vocazione paramedica mi dice: "La salute di tutti viene prima delle nostre esigenze, anche affettive e personali"».

Ha fatto quasi sgomento vedere in tv Papa Francesco percorrere da solo una piazza San Pietro completamente deserta, lo scorso venerdì. Roma si presenta alla stessa maniera, un fatto davvero inusuale per una città colma di turisti 365 giorni l'anno. E' lo stesso giovane andriese a raccontarcelo: «Quando sono uscito in rare occasioni per fare la spesa settimanale, sono rimasto impressionato dal vedere una città come Roma decisamente "svuotata" per questa emergenza. I cittadini si stanno dimostrando abbastanza rispettosi e restano a casa, anche se fino a qualche giorno fa non era così: in tanti avevano sottovalutato la situazione, ma adesso è cambiato tutto; dalla finestra vedo per strada pochissime auto e persone. Ci sono però lunghe file fuori ai supermercati e negozi di alimentari, un'attesa che può durare anche due ore».

I docenti dell'Università Cattolica hanno raccomandato agli studenti di non recarsi presso l'ospedale "Gemelli", considerato l'alto rischio di contagio. Gianluca ci racconta, però, che la coscienza e la volontà di aiutare le persone in difficoltà è molto forte; del resto, la sua vocazione medica affonda le radici in famiglia: mamma è operatrice sanitaria agli Ospedali Riuniti di Foggia, papà militare in pensione. Per i genitori è ancora più difficile sostenere una distanza forzata dal proprio figlio, ma ora più che mai il loro supporto nel futuro di Gianluca si rivela indispensabile. E lui risponde presente: «Desidero molto mettermi in gioco e dare il mio apporto alla collettività: gli studi del mio percorso di laurea sanitaria mi permetterebbero infatti di aiutare i medici e sanitari in difficoltà, vista la mia abilitazione di tecnico per operare sui macchinari della ventilazione cardiopolmonare di cui si parla in tutto il mondo. Durante l'attività di tirocinio eseguita in sala operatoria a fianco del cardiochirurgo, ovvero l'attività tecnica di regolazione della circolazione cardiovascolare extracorporea, ho appreso tutte le funzioni dei macchinari per l'assistenza alla respirazione forzata in terapia intensiva. Per noi tecnici rappresenta la nostra primaria attività lavorativa e non vedo l'ora di scendere in campo per dare una mano in questo momento difficile per tutti i sanitari dei quali mi sento di far parte, come la mia seconda famiglia, e questo mi dà sollievo e conforto».

Il giovane studente lancia infine quel messaggio che può aiutarci a vincere l'ardua battaglia contro il Covid-19: «Per il bene di tutti quelli che mi vogliono bene dico "#IO RESTO A CASA", e che la pandemia abbia presto fine». Messaggio che la redazione di AndriaViva sposa appieno augurando a Gianluca Orsini e a tutti i giovani della nostra città di riuscire a realizzare i propri sogni anche in questo tempo di emergenza.
Gianluca Orsini in divisa