Cura con il sorriso: al via il nuovo corso dei Clown Dottori

Presentato a Trani il secondo gruppo della "Compagnia del sorriso"

martedì 9 dicembre 2014 9.57
«In Russia la maggior parte degli ospedali non ha anestetici, non hanno denaro sufficiente. Alcuni, tra i bambini vittime del cancro, possono presentare metastasi alle ossa, condizione definita come il più tremendo dolore che un essere umano posso provare. Così, una madre può stare nella stanza di un bambino che non ha mai smesso di urlare e piangere per mesi, anni. L'85% delle volte che mi sono presentato con l'aspetto di un clown, hanno smesso di piangere». Il fondatore della clownterapia, Patch Adams sapeva benissimo che ascoltare il malato, comprenderlo e dedicargli del tempo, sono tappe essenziali di un perfetto percorso di guarigione.

Naso rosso, camice colorato e palloncini alla mano, i clown dottori trasformano le cupe camere d'ospedale in ambienti sereni, dove il posto d'onore è costantemente occupato dal sorriso. In quest'ottica, l'Associazione "In Compagnia del Sorriso" di Andrie in collaborazione con l'Asl Bat hanno avviato un secondo progetto di formazione per clown dottori, presentato sabato scorso nella sala riunioni del San Nicola Pellegrino. Il gruppo già attivo tra gli Ospedali di Andria, Bisceglie e Barletta, infatti, potrà contare anche su altre 27 unità che saranno formate in modo specifico. Durante la presentazione delle attività, sono stati annunciati anche due progetti di ricerca clinica: "Ridere fa buon sangue", realizzato presso l'unità operativa di ematologia di Barletta, e "Ridere non ha età", avviato in una struttura residenziale per anziani di Andria.

Alla conferenza stampa di presentazione, tra gli altri, hanno partecipato proprio il presidente dell'associazione "Andria Città Sana - In Compagnia del Sorriso", Dino Leonetti, il responsabile del progetto formativo di Clownterapia, Massimiliano La Paglia, ed il direttore generale Asl Bt, Giovanni Gorgoni: «Ridere fa buon sangue - ha detto Gorgoni - ridere non ha età, ridere, alla fine, è una cosa seria. Il sorriso è il filo conduttore di questo secondo progetto di clownterapia, molto più convincente rispetto al primo tentativo. Spesso si dimentica la dimensione umana del paziente. Ridere e sorridere sono modi per recuperare un contatto con chi soffre».