Crollo degli appalti pubblici in Puglia dopo il 20 aprile

Fragasso: «Non si perda altro tempo: urgente la finalizzazione della riforma»

mercoledì 8 giugno 2016 11.02
Crollo degli appalti pubblici in Puglia dopo il 20 aprile, giorno in cui è entrato in vigore il nuovo codice degli appalti; il fenomeno, comune in tutta Italia (dal 24 aprile al 25 maggio solo 351 bandi pubblicati contro i 1.666 del mese di aprile – fonti: banca dati Edilizia e Territorio e Cresme Europa Servizi), è emerso durante il confronto sulla nuova disciplina riguardante gli appalti pubblici, organizzato da ANCE Bari e BAT con esperti di normative sulle opere pubbliche, rappresentanti delle istituzioni e del settore delle costruzioni.

«Dopo il crollo di quasi il 90% del valore dei bandi pubblicati in Puglia nel primo trimestre di quest'anno e il boom di aprile – ha confermato Beppe Fragasso, presidente Ance Bari e BAT – con l'entrata in vigore del nuovo codice degli appalti le stazioni appaltanti sono in difficoltà nell'adeguarsi alla nuova normativa con il risultato che i segnali di ripresa colti nel settore dell'edilizia pubblica nell'ultimo anno si stanno dissolvendo. Il codice rappresenta un'opportunità unica per il settore delle costruzioni e per il territorio ma adesso è urgente la finalizzazione della riforma con l'emanazione di decreti attuativi e linee guida da parte dell'ANAC. Ogni giorno di ritardo nella conclusione di questo iter è un enorme danno per le imprese del settore».

Durante il confronto sono state analizzate le principali novità del nuovo codice che soddisfa i costruttori negli articoli che promuovono trasparenza e concorrenza riducendo aree di ambiguità della vecchia normativa; si apprezza l'anticipazione del 20% sul valore dell'appalto, l'applicazione del contratto collettivo al personale impiegato e il sistema di qualificazione di stazioni appaltanti e imprese la cui disciplina, però, non è ancora efficace. Nell'attesa dei decreti attuativi, non convincono le previsioni relative all'indicazione di una terna di subappaltatori già in fase di offerta e quella relativa al criterio preferenziale di aggiudicazione cui devono ricorrere le amministrazioni già per gli appalti superiori al milione di euro, l'offerta economicamente più vantaggiosa.

«Anche questo criterio - ha proseguito Fragasso - evidenzia diverse debolezze: in primis rischia di allungare i tempi di valutazione delle offerte e di espletamento delle procedure, inoltre molte offerte potranno configurarsi come massimi ribassi mascherati, laddove sono previste premialità a chi propone opere aggiuntive».

Una grossa incombenza è in capo alle stazioni appaltanti, chiamate ad attuare processi di riorganizzazione soprattutto a livello tecnico-burocratico; è attraverso il loro lavoro che i buoni principi del nuovo codice si potranno realmente trasformare in regole stringenti contro la corruzione, a favore della qualità dei progetti, di imprese qualificate e di un mercato aperto, concorrenziale e trasparente.