Cresce in Puglia nell'ultimo decennio la produzione di olio d'oliva
Negativo, invece l'andamento dei prezzi di olive ed olio e l'ammasso privato dell'olio d'oliva
giovedì 13 febbraio 2020
Negli ultimi 10 anni, dal 2009 ad oggi, è cresciuta la produzione media in Puglia di olio del 21,5%, a cui non ha corrisposto alcuna visione strategica, a differenza di quanto avvenuto in Spagna, rispetto alla realizzazione dei centri di ammasso e stoccaggio dell'olio. E' quanto emerge dall'analisi di Coldiretti Puglia sull'andamento del settore olivicolo e oleario in Puglia, in merito all'andamento dei prezzi di olive e olio e sull'ammasso privato dell'olio d'oliva.
"L'ammasso privato dell'olio, codificato dal Regolamento di Esecuzione (UE) 2019/1885, assegna pochi spiccioli agli oli vergini, per cui non risolve il problema di imprenditori olivicoli, cooperative, frantoiani. Certamente non è uno strumento che risponde alle caratteristiche della produzione italiana e soprattutto non si può pensare di modificare i regolamenti comunitari solo quando si è in emergenza. L'ammasso privato è uno strumento in antitesi con il nostro progetto di dare valore all'olio che deve essere considerato come un alimento e non più come una commodity. Piuttosto che rimbalzare il problema a livello comunitario e preoccuparsi delle quisquiglie, la Regione Puglia potrebbe e dovrebbe realizzare campagne quinquennali di comunicazione, strutturali e adeguatamente finanziate, che promuovano in maniera strategica e coordinata il prodotto simbolo della Puglia che è l'olio", spiega Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.
"Abbiamo concordato con il Ministro delle Politiche Agricole, Teresa Bellanova, sulla necessità di disegnare una strategia coordinata e una programmazione di lungo periodo per fronteggiare la crisi di mercato di olive e olio in Puglia, perché dall'anello più debole della catena fino alla trasformazione, tutta la filiera dell'olio è strozzata da pratiche commerciali che hanno fatto crollare del 40% il prezzo dell'olio, con l'ennesima occasione persa dalla Regione Puglia che non ha ancora consentito a cooperative e frantoi in tutta la Puglia di utilizzare oltre 40 milioni di euro del PSR Puglia per le strutture di stoccaggio che avrebbero potuto far fronte all'attuale stagnazione di mercato per eccesso di produzione", continua il presidente Muraglia.
Il brand IGP Olio di Puglia è un progetto di trasparenza e valorizzazione che, come dimostra il disciplinare, punta – aggiunge Coldiretti Puglia - decisamente sulla qualità e sulla distintività in una regione che produce oltre il 50% dell'olio extravergine italiano. "E' stata data una risposta alla storica carenza di programmazione con un vero sistema di filiera che ha riproposto all'attenzione dell'opinione pubblica un paradosso tutto pugliese, ovvero forti nella produzione, deboli sul mercato che va tutelato e promosso sui mercati nazionali e internazionali con una strategia regionale di comunicazione forte e meno frammentaria", fa sapere il presidente Muraglia.
"La Puglia è indietro anni luce – conclude Muraglia - e resta l'urgenza di costruire finalmente il Piano Olivicolo Nazionale, quando in Spagna ne hanno già fatti 5 e di rivedere i rapporti all'interno della filiera, coinvolgendo in prima istanza proprio la grande distribuzione, perché i prezzi allo scaffale di olio extravergine di oliva a 3 euro a bottiglia è inaccettabile". ".
"L'ammasso privato dell'olio, codificato dal Regolamento di Esecuzione (UE) 2019/1885, assegna pochi spiccioli agli oli vergini, per cui non risolve il problema di imprenditori olivicoli, cooperative, frantoiani. Certamente non è uno strumento che risponde alle caratteristiche della produzione italiana e soprattutto non si può pensare di modificare i regolamenti comunitari solo quando si è in emergenza. L'ammasso privato è uno strumento in antitesi con il nostro progetto di dare valore all'olio che deve essere considerato come un alimento e non più come una commodity. Piuttosto che rimbalzare il problema a livello comunitario e preoccuparsi delle quisquiglie, la Regione Puglia potrebbe e dovrebbe realizzare campagne quinquennali di comunicazione, strutturali e adeguatamente finanziate, che promuovano in maniera strategica e coordinata il prodotto simbolo della Puglia che è l'olio", spiega Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.
"Abbiamo concordato con il Ministro delle Politiche Agricole, Teresa Bellanova, sulla necessità di disegnare una strategia coordinata e una programmazione di lungo periodo per fronteggiare la crisi di mercato di olive e olio in Puglia, perché dall'anello più debole della catena fino alla trasformazione, tutta la filiera dell'olio è strozzata da pratiche commerciali che hanno fatto crollare del 40% il prezzo dell'olio, con l'ennesima occasione persa dalla Regione Puglia che non ha ancora consentito a cooperative e frantoi in tutta la Puglia di utilizzare oltre 40 milioni di euro del PSR Puglia per le strutture di stoccaggio che avrebbero potuto far fronte all'attuale stagnazione di mercato per eccesso di produzione", continua il presidente Muraglia.
Il brand IGP Olio di Puglia è un progetto di trasparenza e valorizzazione che, come dimostra il disciplinare, punta – aggiunge Coldiretti Puglia - decisamente sulla qualità e sulla distintività in una regione che produce oltre il 50% dell'olio extravergine italiano. "E' stata data una risposta alla storica carenza di programmazione con un vero sistema di filiera che ha riproposto all'attenzione dell'opinione pubblica un paradosso tutto pugliese, ovvero forti nella produzione, deboli sul mercato che va tutelato e promosso sui mercati nazionali e internazionali con una strategia regionale di comunicazione forte e meno frammentaria", fa sapere il presidente Muraglia.
"La Puglia è indietro anni luce – conclude Muraglia - e resta l'urgenza di costruire finalmente il Piano Olivicolo Nazionale, quando in Spagna ne hanno già fatti 5 e di rivedere i rapporti all'interno della filiera, coinvolgendo in prima istanza proprio la grande distribuzione, perché i prezzi allo scaffale di olio extravergine di oliva a 3 euro a bottiglia è inaccettabile". ".