Covid19: sulle autodichiarazioni del Governo i sindacati di Polizia sollevano dubbi
Sulle criticità e difficoltà operative per il personale addetto ai controlli su strada
venerdì 17 aprile 2020
Nella giornata di mercoledì 15 aprile, Giovanni Iacoi, Segretario Generale del LeS (libertà e Sicurezza) ed Alessandro De Pasquale, Presidente del SIPPE (Sindacato Polizia Penitenziaria) con una lettera inviata al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, al Ministro dell'Interno Luciana Lamorgese ed al Capo della Polizia Franco Gabrielli, con riferimento all'ultimo DPCM, emanato il 10 aprile scorso, hanno evidenziato alcune criticità e difficoltà operative per il personale addetto ai controlli su strada.
Nel documento, in particolare, viene messo in risalto che l'art. 8 del DPCM abroga, a partire dal successivo 14 aprile, gli effetti di tutti i precedenti Decreti emessi dalla Presidenza del Consiglio, l'8, il 9, l'11 e il 22 marzo e il 1° aprile, riguardanti l'emergenza da Coronavirus.
Tuttavia, dall'emanazione di quei Decreti, ora abrogati, derivava l'obbligo, per i cittadini, di compilare i modelli di autodichiarazione, per attestare i motivi che giustificavano l'uscita dalle loro abitazioni e questo obbligo, oggi sembrerebbe essere stato anch'esso abrogato.
L'attuale formulazione del DPCM del 10 aprile, invece, sembrerebbe riservare solo a chi entri o sia in transito sul territorio nazionale l'obbligo di consegnare al vettore, all'atto dell'imbarco, una dichiarazione resa ai sensi degli articoli 46 e 47 del decreto del Presidente della Repubblica del 28 dicembre 2000, n.445. A questo proposito, Iacoi e De Pasquale evidenziano che: «… gli appartenenti alle forze di polizia rischiano di agire nella totale incertezza" e che, qualora dovessero essere elevati verbali a chi circola senza giustificato motivo, questi rischierebbero di essere impugnati dinanzi ai Giudici e ciò si concretizzerebbe "in un serio pregiudizio alle delicate ed importanti funzioni delle Forze di Polizia" costrette a chiedere al cittadino di sottoscrivere un atto che, al vaglio di legittimità, dinanzi all'Autorità Giudiziaria, potrebbe essere dichiarato nullo, perché non più previsto dalla norma più recente, peraltro, sottraendo tempo ed impegno per altre incombenze alle Forze di Polizia, dovendo verificare la correttezza delle autodichiarazioni ricevute.
A conforto delle loro tesi, Iacoi e De Pasquale, hanno sottolineato che "parte della magistratura si è già espressa sulle autodichiarazioni ritenendo inapplicabili gli articoli del codice penale in essa indicati e che anche il Prof. Giovanni Maria Flick, Presidente Emerito della Corte Costituzionale, considera illegittimi eventuali arresti penali per il delitto di falso, in relazione ai decreti COVID_19».
Quindi, per evitare incertezze e difficoltà al personale operativo, ma anche agli stessi cittadini, i due Segretari Nazionali, chiedono ai destinatari della missiva di emanare gli opportuni chiarimenti e le necessarie direttive sull'obbligatorietà o meno di compilare le autodichiarazioni per tutti coloro che siano già presenti sul territorio della Repubblica.
Nel documento, in particolare, viene messo in risalto che l'art. 8 del DPCM abroga, a partire dal successivo 14 aprile, gli effetti di tutti i precedenti Decreti emessi dalla Presidenza del Consiglio, l'8, il 9, l'11 e il 22 marzo e il 1° aprile, riguardanti l'emergenza da Coronavirus.
Tuttavia, dall'emanazione di quei Decreti, ora abrogati, derivava l'obbligo, per i cittadini, di compilare i modelli di autodichiarazione, per attestare i motivi che giustificavano l'uscita dalle loro abitazioni e questo obbligo, oggi sembrerebbe essere stato anch'esso abrogato.
L'attuale formulazione del DPCM del 10 aprile, invece, sembrerebbe riservare solo a chi entri o sia in transito sul territorio nazionale l'obbligo di consegnare al vettore, all'atto dell'imbarco, una dichiarazione resa ai sensi degli articoli 46 e 47 del decreto del Presidente della Repubblica del 28 dicembre 2000, n.445. A questo proposito, Iacoi e De Pasquale evidenziano che: «… gli appartenenti alle forze di polizia rischiano di agire nella totale incertezza" e che, qualora dovessero essere elevati verbali a chi circola senza giustificato motivo, questi rischierebbero di essere impugnati dinanzi ai Giudici e ciò si concretizzerebbe "in un serio pregiudizio alle delicate ed importanti funzioni delle Forze di Polizia" costrette a chiedere al cittadino di sottoscrivere un atto che, al vaglio di legittimità, dinanzi all'Autorità Giudiziaria, potrebbe essere dichiarato nullo, perché non più previsto dalla norma più recente, peraltro, sottraendo tempo ed impegno per altre incombenze alle Forze di Polizia, dovendo verificare la correttezza delle autodichiarazioni ricevute.
A conforto delle loro tesi, Iacoi e De Pasquale, hanno sottolineato che "parte della magistratura si è già espressa sulle autodichiarazioni ritenendo inapplicabili gli articoli del codice penale in essa indicati e che anche il Prof. Giovanni Maria Flick, Presidente Emerito della Corte Costituzionale, considera illegittimi eventuali arresti penali per il delitto di falso, in relazione ai decreti COVID_19».
Quindi, per evitare incertezze e difficoltà al personale operativo, ma anche agli stessi cittadini, i due Segretari Nazionali, chiedono ai destinatari della missiva di emanare gli opportuni chiarimenti e le necessarie direttive sull'obbligatorietà o meno di compilare le autodichiarazioni per tutti coloro che siano già presenti sul territorio della Repubblica.