Covid 19, Puglia: potrebbe essere in bilico verso la zona arancione
Intanto preoccupano i contagi di alcuni infermieri lombardi, già sottoposti alla seconda dose di vaccino
venerdì 26 febbraio 2021
9.42
Preoccupano i vari focolai in Italia, causati dalle varianti del Covid 19. Il risultato è l'innalzamento dell'Rt (indice di contagio) e questo sta portando il governo a possibili cambiamenti delle fasce d'attenzione per molte Regioni. Potrebbero così cambiare colore, ma non è ancora nulla di certo, con la Puglia e la Basilicata, anche Marche, Lombardia e Lazio mentre è quasi certo l'arancione per il Piemonte.
Oggi il governo discuterà con le regione sulla bozza del nuovo Dpcm, ma il negativo andamento della curva dei contagi non lascia trasparire niente di buono, ad iniziare dalle possibili aperture, ventilata nei giorni scorsi.
Intanto destano apprensione le dichiarazioni di Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Nursing Up, il sindacato italiano più rappresentativo degli infermieri professionali, che chiede piena luce a Governo e Regioni su quanto sta accadendo: "Sembrerebbe infatti che non solo in Lombardia, si siano verificati casi di infermieri nuovamente contagiati dopo la seconda somministrazione del vaccino, e proprio su questo il sindacato sta conducendo doverose verifiche".
"In questo preciso frangente, senza ulteriori approfondimenti -continua De Palma-, non possiamo essere certi che di fronte al verificarsi di nuovi contagi di colleghi già sottoposti alla seconda dose del vaccino, si tratti sempre di quel rischio preventivato di cui tutti eravamo a conoscenza. Chiediamo per tanto che si metta in azione uno screening continuativo e sistematico del personale, non solo con i previsti test sierologici e tamponi completi almeno ogni due settimane, ma soprattutto chiediamo che gli infermieri già vaccinati vengano sottoposti periodicamente al monitoraggio del titolo anticorpale.
Ora bisogna avere contezza di quanti sono realmente, tra gli infermieri vaccinati, quelli con un titolo anticorpale insufficiente a garantirne l'immunità. Stiamo parlando di quelli più soggetti a potenziali nuove infezioni, che addirittura potrebbero passare sotto traccia, perchè non si dimentichi che secondo i prevalenti orientamenti scientifici l'avvenuta vaccinazione può rendere meno eclatante la sintomatologia in caso di re-infezione, fino a celarne, addirittura, un alveo più o meno ampio di sintomi.
L'emergenza non è finita: le varianti del virus incombono. Le strategie del nostro Governo devono mirare ad avere a disposizione sempre maggiori tipologie di vaccini. Senza contare i ritardi del piano Arcuri e la scarsa quantità di dosi".
Oggi il governo discuterà con le regione sulla bozza del nuovo Dpcm, ma il negativo andamento della curva dei contagi non lascia trasparire niente di buono, ad iniziare dalle possibili aperture, ventilata nei giorni scorsi.
Intanto destano apprensione le dichiarazioni di Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Nursing Up, il sindacato italiano più rappresentativo degli infermieri professionali, che chiede piena luce a Governo e Regioni su quanto sta accadendo: "Sembrerebbe infatti che non solo in Lombardia, si siano verificati casi di infermieri nuovamente contagiati dopo la seconda somministrazione del vaccino, e proprio su questo il sindacato sta conducendo doverose verifiche".
"In questo preciso frangente, senza ulteriori approfondimenti -continua De Palma-, non possiamo essere certi che di fronte al verificarsi di nuovi contagi di colleghi già sottoposti alla seconda dose del vaccino, si tratti sempre di quel rischio preventivato di cui tutti eravamo a conoscenza. Chiediamo per tanto che si metta in azione uno screening continuativo e sistematico del personale, non solo con i previsti test sierologici e tamponi completi almeno ogni due settimane, ma soprattutto chiediamo che gli infermieri già vaccinati vengano sottoposti periodicamente al monitoraggio del titolo anticorpale.
Ora bisogna avere contezza di quanti sono realmente, tra gli infermieri vaccinati, quelli con un titolo anticorpale insufficiente a garantirne l'immunità. Stiamo parlando di quelli più soggetti a potenziali nuove infezioni, che addirittura potrebbero passare sotto traccia, perchè non si dimentichi che secondo i prevalenti orientamenti scientifici l'avvenuta vaccinazione può rendere meno eclatante la sintomatologia in caso di re-infezione, fino a celarne, addirittura, un alveo più o meno ampio di sintomi.
L'emergenza non è finita: le varianti del virus incombono. Le strategie del nostro Governo devono mirare ad avere a disposizione sempre maggiori tipologie di vaccini. Senza contare i ritardi del piano Arcuri e la scarsa quantità di dosi".