Covid 19 in Puglia, 435 gli operatori sanitari contagiati nell'emergenza
Il sistema Sanitario Pugliese ha retto sul piano della Sicurezza negli ambienti di Lavoro contribuendo al contenimento della epidemia
mercoledì 1 luglio 2020
9.39
«Il sistema Sanitario Pugliese ha retto sul piano della Sicurezza negli ambienti di Lavoro contribuendo al contenimento della epidemia».
Lo ha dichiarato Danny Sivo, medico responsabile del SIRGISL, sistema integrato regionale di gestione della sicurezza nei luoghi di lavoro, durante il workshop tenutosi questa mattina"Pandemia Covid-19 in Puglia: la Salute e la Sicurezza nel Servizio Sanitario Regionale".
Con l'iniziativa si è discusso della gestione e della valutazione del rischio nelle Aziende e negli Enti del SSR e delle le strategie operative e dei modelli per il futuro. Nel corso del workshop i tecnici regionali (medici del lavoro, esperti di sicurezza) hanno discusso delle criticità e dei punti di forza del sistema al fine di preparare al meglio la Regione per ogni evenienza in stretto coordinamento con tutte le strutture strategiche regionali.
«Sono stati 435 - ha proseguito - gli operatori del SSR (meno del 1% del totale), compresi i Medici della Medicina Generale e gli amministrativi, che si sono contagiati durante la epidemia di Coronavirus in Puglia. La Puglia ha avuto una percentuale di contagiati sul totale di operatori sanitari del 9%, contro una media nazionale del 12%. I contagi non sono però avvenuti nei reparti COVID (ad altissimo rischio) dove è stata massima l'attenzione da parte del Sistema alla scrupolosa applicazione dei protocolli ed uso dei DPI, ma in reparti diversi».
«Inoltre - ha aggiungo - sono stati 40 milioni i pezzi di DPI utilizzati finora in Puglia nel corso dell'emergenza. La tutela della sicurezza negli ospedali è stata fondamentale nella tenuta della intera epidemia pugliese, per la accertata natura nosocomiale dei primi clusters potenzialmente capaci di innescare e moltiplicare le catene di contagio nel territorio, come avvenuto per SARS e SARS Covid-2 nelle aree del nord Italia inizialmente colpite. Per questa ragione il SiRGISL, che ha l'obiettivo di integrare con modalità e procedure omogenee su tutta la Regione le variegate dimensioni della Sicurezza in sanità, sin dal 29 gennaio aveva emanato circolari specifiche cui ne sono seguite altre su ogni aspetto dal tipo di Kit da distribuire agli operatori alla formazione alla distribuzione. L'attività è stata coordinata dal Dipartimento regionale per la Promozione della Salute e dal Dirigente della specifica Task Force Regionale. Fondamentale è stato anche l'apporto dell'esperienza del sistema della Medicina del Lavoro pugliese».
«In questo momento – ha detto il prof. Pier Luigi Lopalco, coordinatore per l'emergenza epidemiologica in Puglia – ci stiamo lasciando alle spalle l'emergenza sanitaria. È il momento di fare i bilanci. E i bilanci non servono per dire che siamo stati bravi o non lo siamo stati. Servono per dire quel che ha funzionato e quel che non ha funzionato. Perché quello che ci aspetta è probabilmente un momento di prevenzione ancora più serrata. Dal primo bilancio possiamo dire che il sistema Puglia ha funzionato: contro una media del 12% dei casi a livello nazionale che hanno riguardato operatori sanitari, in Puglia ne abbiamo solo il 9%. Questo significa che le misure di prevenzione e protezione messe in atto negli ospedali sono state precoci e hanno funzionato. Ragioneremo anche su quello che dovrà essere migliorato per prepararci a quello che un po' tutti temiamo, ovvero l'arrivo del freddo e dell'autunno».
Lo ha dichiarato Danny Sivo, medico responsabile del SIRGISL, sistema integrato regionale di gestione della sicurezza nei luoghi di lavoro, durante il workshop tenutosi questa mattina"Pandemia Covid-19 in Puglia: la Salute e la Sicurezza nel Servizio Sanitario Regionale".
Con l'iniziativa si è discusso della gestione e della valutazione del rischio nelle Aziende e negli Enti del SSR e delle le strategie operative e dei modelli per il futuro. Nel corso del workshop i tecnici regionali (medici del lavoro, esperti di sicurezza) hanno discusso delle criticità e dei punti di forza del sistema al fine di preparare al meglio la Regione per ogni evenienza in stretto coordinamento con tutte le strutture strategiche regionali.
«Sono stati 435 - ha proseguito - gli operatori del SSR (meno del 1% del totale), compresi i Medici della Medicina Generale e gli amministrativi, che si sono contagiati durante la epidemia di Coronavirus in Puglia. La Puglia ha avuto una percentuale di contagiati sul totale di operatori sanitari del 9%, contro una media nazionale del 12%. I contagi non sono però avvenuti nei reparti COVID (ad altissimo rischio) dove è stata massima l'attenzione da parte del Sistema alla scrupolosa applicazione dei protocolli ed uso dei DPI, ma in reparti diversi».
«Inoltre - ha aggiungo - sono stati 40 milioni i pezzi di DPI utilizzati finora in Puglia nel corso dell'emergenza. La tutela della sicurezza negli ospedali è stata fondamentale nella tenuta della intera epidemia pugliese, per la accertata natura nosocomiale dei primi clusters potenzialmente capaci di innescare e moltiplicare le catene di contagio nel territorio, come avvenuto per SARS e SARS Covid-2 nelle aree del nord Italia inizialmente colpite. Per questa ragione il SiRGISL, che ha l'obiettivo di integrare con modalità e procedure omogenee su tutta la Regione le variegate dimensioni della Sicurezza in sanità, sin dal 29 gennaio aveva emanato circolari specifiche cui ne sono seguite altre su ogni aspetto dal tipo di Kit da distribuire agli operatori alla formazione alla distribuzione. L'attività è stata coordinata dal Dipartimento regionale per la Promozione della Salute e dal Dirigente della specifica Task Force Regionale. Fondamentale è stato anche l'apporto dell'esperienza del sistema della Medicina del Lavoro pugliese».
«In questo momento – ha detto il prof. Pier Luigi Lopalco, coordinatore per l'emergenza epidemiologica in Puglia – ci stiamo lasciando alle spalle l'emergenza sanitaria. È il momento di fare i bilanci. E i bilanci non servono per dire che siamo stati bravi o non lo siamo stati. Servono per dire quel che ha funzionato e quel che non ha funzionato. Perché quello che ci aspetta è probabilmente un momento di prevenzione ancora più serrata. Dal primo bilancio possiamo dire che il sistema Puglia ha funzionato: contro una media del 12% dei casi a livello nazionale che hanno riguardato operatori sanitari, in Puglia ne abbiamo solo il 9%. Questo significa che le misure di prevenzione e protezione messe in atto negli ospedali sono state precoci e hanno funzionato. Ragioneremo anche su quello che dovrà essere migliorato per prepararci a quello che un po' tutti temiamo, ovvero l'arrivo del freddo e dell'autunno».