Covid-19, l’ambasciatore andriese di "Italia&Friends" Antonio Pistillo: “La paura governa il mondo”
“Non chiudiamoci in noi stessi e soprattutto non sprechiamo questo nostro tempo”
martedì 16 marzo 2021
Riceviamo e pubblichiamo una riflessione di Antonio Pistillo, Ambasciatore andriese dei Saperi e Sapori di Puglia per Italia&Friends, inerente al delicato periodo della pandemia che, purtroppo da oltre 1 anno, sta condizionando, pesantemente, le nostre vite.
"Più che una mera affermazione, che sopravvive dal tempo dei tempi, è una regola non scritta, ma ampiamente praticata da chi detiene il potere, che ricade su chi, attraverso la paura, lo subisce. La paura effettivamente rappresenta la condizione in cui gli esseri umani per costrizione si possono trovare o paradossalmente per scelta, si vogliono sentire. Questo particolare momento, che noi tutti stiamo vivendo, è certamente da annoverare fra le situazioni ad alto tasso di criticità, una delle tante che hanno flagellato l'umanità nel corso della sua evoluzione, ma è anche oggettivamente ben lontano dalle immani catastrofi provocate nel corso dei millenni dalla perversa stupidità umana.
La questione è se la paura che governa il mondo deve rimanere un postulato che ci vede soccombere, oppure deve divenire ben altro.
È questo il dubbio amletico, che sarebbe opportuno che tutti noi ci ponessimo. Dobbiamo essere pecore non pensanti alla merce di chi della paura fa potere o dobbiamo finalmente divenire essere pensanti, che attraverso il ragionamento valutano, ponderano e considerano, fatti e situazioni, comparandoli tra loro, per trarne le debite individuali considerazioni. La maggior parte delle persone che hanno vissuto il secondo conflitto mondiale per ragioni temporali non sono più tra noi, la maggior parte di loro hanno vissuto con la voglia di non ricordare la guerra, noi nati successivamente siamo cresciuti con la voglia di non sapere e per chi al tempo governava il nostro Paese con la necessità di occultare.
Ma una volta per tutte dobbiamo smettere di lamentarci, per le regole imposte per far fronte alla pandemia in atto. Vincoli, condizionamenti, limitazioni, che nulla hanno a che fare con le immani privazioni, vessazioni, costrizioni, disastri e lutti, provocati dalle guerre. Prendiamo piena consapevolezza di questo tempo e se non siamo nelle categorie fortemente penalizzate, economicamente o sottoposte ad alto rischio di sopravvivenza, smettiamo di scivolare nella condizione di esseri non pensanti. La straordinaria affermazioni di Papa Francesco che recita "peggio di questa crisi, c'è solo il dramma di sprecarla, chiudendoci in noi stessi", deve essere di conforto e stimolo per tutti, credenti e non credenti, a no lasciarsi andare.
Quindi ora più che mai, viviamo questo tempo apprezziamo tutto ciò che ci siamo persi, tutto il bello e il buono da cui siamo circondati, adoperiamolo per ideare ciò che avremmo voluto realizzare e fare tutto ciò che non abbiamo mai avuto la possibilità di praticare, non chiudiamoci in noi stessi, non lasciamoci sopraffare dalla paura e soprattutto non sprechiamo questo nostro tempo".
"Più che una mera affermazione, che sopravvive dal tempo dei tempi, è una regola non scritta, ma ampiamente praticata da chi detiene il potere, che ricade su chi, attraverso la paura, lo subisce. La paura effettivamente rappresenta la condizione in cui gli esseri umani per costrizione si possono trovare o paradossalmente per scelta, si vogliono sentire. Questo particolare momento, che noi tutti stiamo vivendo, è certamente da annoverare fra le situazioni ad alto tasso di criticità, una delle tante che hanno flagellato l'umanità nel corso della sua evoluzione, ma è anche oggettivamente ben lontano dalle immani catastrofi provocate nel corso dei millenni dalla perversa stupidità umana.
La questione è se la paura che governa il mondo deve rimanere un postulato che ci vede soccombere, oppure deve divenire ben altro.
È questo il dubbio amletico, che sarebbe opportuno che tutti noi ci ponessimo. Dobbiamo essere pecore non pensanti alla merce di chi della paura fa potere o dobbiamo finalmente divenire essere pensanti, che attraverso il ragionamento valutano, ponderano e considerano, fatti e situazioni, comparandoli tra loro, per trarne le debite individuali considerazioni. La maggior parte delle persone che hanno vissuto il secondo conflitto mondiale per ragioni temporali non sono più tra noi, la maggior parte di loro hanno vissuto con la voglia di non ricordare la guerra, noi nati successivamente siamo cresciuti con la voglia di non sapere e per chi al tempo governava il nostro Paese con la necessità di occultare.
Ma una volta per tutte dobbiamo smettere di lamentarci, per le regole imposte per far fronte alla pandemia in atto. Vincoli, condizionamenti, limitazioni, che nulla hanno a che fare con le immani privazioni, vessazioni, costrizioni, disastri e lutti, provocati dalle guerre. Prendiamo piena consapevolezza di questo tempo e se non siamo nelle categorie fortemente penalizzate, economicamente o sottoposte ad alto rischio di sopravvivenza, smettiamo di scivolare nella condizione di esseri non pensanti. La straordinaria affermazioni di Papa Francesco che recita "peggio di questa crisi, c'è solo il dramma di sprecarla, chiudendoci in noi stessi", deve essere di conforto e stimolo per tutti, credenti e non credenti, a no lasciarsi andare.
Quindi ora più che mai, viviamo questo tempo apprezziamo tutto ciò che ci siamo persi, tutto il bello e il buono da cui siamo circondati, adoperiamolo per ideare ciò che avremmo voluto realizzare e fare tutto ciò che non abbiamo mai avuto la possibilità di praticare, non chiudiamoci in noi stessi, non lasciamoci sopraffare dalla paura e soprattutto non sprechiamo questo nostro tempo".