Corte dei Conti, Pd e Progetto Andria: «Mancano i soldi per le fotocopie»
Dura nota delle opposizioni che tornano sui problemi di bilancio e del Consiglio
mercoledì 15 aprile 2015
Dura nota delle opposizioni a Palazzo di Città, Partito Democratico e Progetto Andria, che tornano a parlare di Corte dei Conti e del ruolo esautorato del Consiglio Comunale. Dal 16 aprile prossimo, infatti, l'assise comunale potrà riunirsi solo per provvedimenti indifferibili ed urgentissimi, di conseguenza non vi dovrebbero esser più Consigli sino all'elezione del nuovo organismo amministrativo: «Nessun rispetto per il Consiglio Comunale, luogo preposto alla discussione delle tematiche più importanti per la Città- scrivono da Progetto Andria e PD - Nessun rispetto per la Conferenza dei Capigruppo, contesto preposto alla organizzazione dei lavori consiliari e alle comunicazioni istituzionali tra gruppi politici. Nessun rispetto per i gruppi politici e i consiglieri comunali, che non vedono soddisfatte le proprie legittime e formali richieste di atti ed informazioni. Nessun rispetto per i cittadini, che con iniziativa popolare presentano proposte di delibere di Consiglio Comunale che da mesi vengono rinviate inutilmente, con il solo scopo di non discuterle in aula».
Sono trascorsi i 60 giorni dalla deliberazione della Corte dei Conti ed è arrivato il parziale accoglimento del ricorso ma si attendono ancora le motivazioni: «Sulla vicenda della Corte dei Conti - scrivono da Progetto Andria e PD - il sindaco Giorgino, nonché il Presidente del Consiglio Fasanella, si sono solennemente più volte impegnati a discuterne in aula, al termine dell'iter burocratico-amministrativo che doveva impegnare gli uffici e vedersi concluso entro 60 giorni dalla pronuncia dell'Organismo di Controllo. I 60 giorni sono decorsi ormai da tempo e si è utilizzata un'ulteriore scusa per non affrontare seriamente l'argomento in consiglio comunale: l'amministrazione aveva presentato ricorso avverso la pronuncia della Corte dei Conti e quindi bisognava attendere la nuova pronuncia. Pronuncia c'è stata, "revisione parziale", si legge nello stralcio del deliberato. Ma revisione di che cosa? Non è dato saperlo. Su che cosa si è basato il ricorso? Come è stata impostata la difesa per l'Ente? Quale parte della pronuncia della Corte dei Conti è stata riformata? Quale incidenza sui bilanci comunali? Quali ripercussioni per il futuro? E' stata revisionata soltanto qualche virgola della pesantissima pronuncia della Corte dei Conti di Puglia oppure qualche cosa di sostanziale?».
Per Partito Democratico e Progetto Andria «il centro-destra ha fatto solo un gran baccano mediatico, come se avesse vinto chissà quale battaglia politica, ma si è sottratto dall'obbligo di mettere i consiglieri comunali nelle condizioni di effettuare con cognizione il proprio dovere di indirizzo/controllo amministrativo: dove sono le carte? I consiglieri di minoranza ne hanno fatto richiesta formale ed informale. Niente. Una cosa è certa: che in Comune gli uffici non fanno più nemmeno fotocopie perché mancano i soldi per comprare la carta! Così come è certissimo che i fornitori del Comune non vengono pagati perché mancano i soldi. Le opere pubbliche non vanno avanti perché mancano i soldi. Ma la catena è lunga». Poi l'ormai impossibilità di convocare i Consigli Comunali: «Ancora di recente - continuano da PD e Progetto Andria - punzecchiati sull'argomento il Presidente del Consiglio e il Segretario Generale, è venuta fuori l'ultima clamorosa scusa, il Consiglio Comunale non può più essere convocato se non per motivi urgenti, secondo una imprecisata interpretazione del Testo Unico degli Enti locali. Falso! Falso e fuorviante. Fino al 16 aprile, cioè fino a 45 giorni prima dal voto del 31 maggio, il Consiglio si può convocare eccome, e anche regolarmente deliberare. Da quando vengono indetti i comizi elettorali, 45 giorni prima della data fissata per le elezioni, la massima assise può svolgere i suoi lavori . Dopo, può essere convocato solo per casi indifferibili e urgenti. E' chiarissimo, quindi, l'intento di questa maggioranza (su indicazione del Sindaco), di non riunire il Consiglio di proposito entro la data utile del 16 aprile, nonostante durante l'ultima seduta Giorgino in persona si fosse impegnato ad una riconvocazione immediata per discutere la vicenda Corte dei Conti, le interpellanze e gli ordini del giorno più urgenti, rimasti in sospeso e le deliberazioni di iniziativa popolare predisposte dal Movimento 5 Stelle!».
«A nulla in questi anni sono serviti - concludono da PD e Progetto Andria - tutti i gesti di rispetto istituzionale che la minoranza ha fatto nell'interesse esclusivo della Città, garantendo il numero legale quando esso mancava su questioni importanti come nell'ultima seduta o accettando le convocazioni urgenti al fine di non perdere finanziamenti che scadevano e a cui il Comune si era candidato in ritardo. Questi sono solo alcuni degli esempi che si possono fare. La lista è lunga. Ma gli andriesi hanno capito di essere stati raggirati per ben 5 anni, su piccole e su grandi situazioni? Come si può rinnovare fiducia a chi non mantiene nemmeno promesse istituzionali? Attendiamo la replica, convinti che sarà di nuovo un guazzabuglio di scuse e di false verità».
Sono trascorsi i 60 giorni dalla deliberazione della Corte dei Conti ed è arrivato il parziale accoglimento del ricorso ma si attendono ancora le motivazioni: «Sulla vicenda della Corte dei Conti - scrivono da Progetto Andria e PD - il sindaco Giorgino, nonché il Presidente del Consiglio Fasanella, si sono solennemente più volte impegnati a discuterne in aula, al termine dell'iter burocratico-amministrativo che doveva impegnare gli uffici e vedersi concluso entro 60 giorni dalla pronuncia dell'Organismo di Controllo. I 60 giorni sono decorsi ormai da tempo e si è utilizzata un'ulteriore scusa per non affrontare seriamente l'argomento in consiglio comunale: l'amministrazione aveva presentato ricorso avverso la pronuncia della Corte dei Conti e quindi bisognava attendere la nuova pronuncia. Pronuncia c'è stata, "revisione parziale", si legge nello stralcio del deliberato. Ma revisione di che cosa? Non è dato saperlo. Su che cosa si è basato il ricorso? Come è stata impostata la difesa per l'Ente? Quale parte della pronuncia della Corte dei Conti è stata riformata? Quale incidenza sui bilanci comunali? Quali ripercussioni per il futuro? E' stata revisionata soltanto qualche virgola della pesantissima pronuncia della Corte dei Conti di Puglia oppure qualche cosa di sostanziale?».
Per Partito Democratico e Progetto Andria «il centro-destra ha fatto solo un gran baccano mediatico, come se avesse vinto chissà quale battaglia politica, ma si è sottratto dall'obbligo di mettere i consiglieri comunali nelle condizioni di effettuare con cognizione il proprio dovere di indirizzo/controllo amministrativo: dove sono le carte? I consiglieri di minoranza ne hanno fatto richiesta formale ed informale. Niente. Una cosa è certa: che in Comune gli uffici non fanno più nemmeno fotocopie perché mancano i soldi per comprare la carta! Così come è certissimo che i fornitori del Comune non vengono pagati perché mancano i soldi. Le opere pubbliche non vanno avanti perché mancano i soldi. Ma la catena è lunga». Poi l'ormai impossibilità di convocare i Consigli Comunali: «Ancora di recente - continuano da PD e Progetto Andria - punzecchiati sull'argomento il Presidente del Consiglio e il Segretario Generale, è venuta fuori l'ultima clamorosa scusa, il Consiglio Comunale non può più essere convocato se non per motivi urgenti, secondo una imprecisata interpretazione del Testo Unico degli Enti locali. Falso! Falso e fuorviante. Fino al 16 aprile, cioè fino a 45 giorni prima dal voto del 31 maggio, il Consiglio si può convocare eccome, e anche regolarmente deliberare. Da quando vengono indetti i comizi elettorali, 45 giorni prima della data fissata per le elezioni, la massima assise può svolgere i suoi lavori . Dopo, può essere convocato solo per casi indifferibili e urgenti. E' chiarissimo, quindi, l'intento di questa maggioranza (su indicazione del Sindaco), di non riunire il Consiglio di proposito entro la data utile del 16 aprile, nonostante durante l'ultima seduta Giorgino in persona si fosse impegnato ad una riconvocazione immediata per discutere la vicenda Corte dei Conti, le interpellanze e gli ordini del giorno più urgenti, rimasti in sospeso e le deliberazioni di iniziativa popolare predisposte dal Movimento 5 Stelle!».
«A nulla in questi anni sono serviti - concludono da PD e Progetto Andria - tutti i gesti di rispetto istituzionale che la minoranza ha fatto nell'interesse esclusivo della Città, garantendo il numero legale quando esso mancava su questioni importanti come nell'ultima seduta o accettando le convocazioni urgenti al fine di non perdere finanziamenti che scadevano e a cui il Comune si era candidato in ritardo. Questi sono solo alcuni degli esempi che si possono fare. La lista è lunga. Ma gli andriesi hanno capito di essere stati raggirati per ben 5 anni, su piccole e su grandi situazioni? Come si può rinnovare fiducia a chi non mantiene nemmeno promesse istituzionali? Attendiamo la replica, convinti che sarà di nuovo un guazzabuglio di scuse e di false verità».