Corte dei Conti, maggioranza: «Nessun dissesto, rilievi legati al passato»
I capigruppo dei partiti che sostengono Giorgino al contrattacco
sabato 7 febbraio 2015
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E' affidata ad una lunga nota a mezzo stampa la risposta dei capigruppo della maggioranza di centro destra che sostiene il Sindaco Nicola Giorgino, alla bocciatura del rendiconto del 2012 avvenuta per mano della Corte dei Conti con una deliberazione giunta a Palazzo di Città lo scorso 29 gennaio. Ma la maggioranza oltre a rassicurare sulle condizioni economiche dell'ente, contrattacca alle minoranze: «I rilievi formulati dalla Corte dei Conti sono oggetto in queste ore di attacchi strumentali delle minoranze. Precisiamo subito che, francamente, da chi ha portato il Consiglio Comunale a dicembre 2014 ad approvare debiti fuori bilancio pari a 4,6 milioni di euro per il mancato pagamento delle indennità di espropriazione di aree ricomprese nella zona Pip, non accettiamo ramanzine né consigli - scrivono dalla maggioranza - Venendo alla questione principale al centro dei rilievi della Corte, sulle cui decisioni l'Amministrazione Comunale sta valutando gli effetti sotto tutti i punti di vista al fine di ricorrere presso gli organi competenti, il punto è tecnicamente il riaccertamento di somme relative al contenzioso con l'Italgas. Un contenzioso, anche questo rinveniente dal passato, che è stato affrontato dall'Amministrazione in modo netto per consentire alla collettività di recuperare somme ingenti sulla scorta di decisioni dell'autorità giudiziaria».
Dopo la precisazione polemica le rassicurazioni: «Detto ciò, il Comune non è prossimo ad alcun dissesto finanziario ed anzi, pur nelle difficoltà che tutti gli Enti hanno in questo periodo, stante le minori entrate dallo Stato centrale, sta cercando dal 2010 di provvedere ad un'opera di vero risanamento e di chiarezza su enormi debiti fuori bilancio che pesavano sulla nostra comunità a causa di sciagurate politiche compiute da chi, oggi, si permette il lusso di fare la morale. E sempre per amore di verità e di chiarezza ricordiamo che la somma prestata dalla Cassa depositi e prestiti di circa 15 milioni di euro alla città di Andria lo scorso anno - in base al fondo istituito dal governo di 47,2 miliardi di euro per reimmettere liquidità nelle casse degli enti e sbloccare i pagamenti dei debiti certi, liquidi ed esigibili maturati entro il 31 dicembre 2012, è servita, per buona parte, a pagare debiti precedenti al 2010 in primo luogo relativi a contenziosi con la Manutencoop. Con altrettanta onestà intellettuale ricordiamo a qualche smemorato ed alla città che uno dei primi atti del Consiglio Comunale nel 2010, subito dopo l'insediamento dell'Amministrazione Giorgino, fu quello di pagare 3,5 milioni di euro per bollette non pagate negli anni precedenti. Precisiamo, inoltre, che in questi 5 anni di Amministrazione non è stato prodotto un solo debito fuori bilancio e che pendono sulla testa dei cittadini milioni di euro derivanti dal passato dagli espropri del Pru di San Valentino».
Poi la speranza per il futuro e la stoccata finale: «Siamo orgogliosi, allora, che Andria ha una tra le tassazioni più basse d'Italia tra i capoluoghi di provincia con la Tasi all'1 per mille e l'Imu al minimo e che, nonostante tagli e criticità pregresse, abbiamo oggettivamente ammodernato e cambiato la città in questi 5 anni. Restiamo, quindi, fiduciosi che tecnicamente i funzionari del Comune sappiano rispondere ai rilievi della Corte dei Conti, così da fugare ogni dubbio, fermo restando che le questioni avanzate non sono propedeutiche a forme di dissesto dell'Ente e che lo sforamento del famigerato patto di stabilità, definito dal premier Renzi qualche mese fa come il "patto di stupidità", è spesso per i Comuni un qualcosa di ineludibile e frequente. Tanto è vero che, se non ricordiamo male, l'ultimo non rispetto del patto di stabilità interno ad Andria è addebitabile alla precedente amministrazione di centro-sinistra nel triennio 2005-2007».
Dopo la precisazione polemica le rassicurazioni: «Detto ciò, il Comune non è prossimo ad alcun dissesto finanziario ed anzi, pur nelle difficoltà che tutti gli Enti hanno in questo periodo, stante le minori entrate dallo Stato centrale, sta cercando dal 2010 di provvedere ad un'opera di vero risanamento e di chiarezza su enormi debiti fuori bilancio che pesavano sulla nostra comunità a causa di sciagurate politiche compiute da chi, oggi, si permette il lusso di fare la morale. E sempre per amore di verità e di chiarezza ricordiamo che la somma prestata dalla Cassa depositi e prestiti di circa 15 milioni di euro alla città di Andria lo scorso anno - in base al fondo istituito dal governo di 47,2 miliardi di euro per reimmettere liquidità nelle casse degli enti e sbloccare i pagamenti dei debiti certi, liquidi ed esigibili maturati entro il 31 dicembre 2012, è servita, per buona parte, a pagare debiti precedenti al 2010 in primo luogo relativi a contenziosi con la Manutencoop. Con altrettanta onestà intellettuale ricordiamo a qualche smemorato ed alla città che uno dei primi atti del Consiglio Comunale nel 2010, subito dopo l'insediamento dell'Amministrazione Giorgino, fu quello di pagare 3,5 milioni di euro per bollette non pagate negli anni precedenti. Precisiamo, inoltre, che in questi 5 anni di Amministrazione non è stato prodotto un solo debito fuori bilancio e che pendono sulla testa dei cittadini milioni di euro derivanti dal passato dagli espropri del Pru di San Valentino».
Poi la speranza per il futuro e la stoccata finale: «Siamo orgogliosi, allora, che Andria ha una tra le tassazioni più basse d'Italia tra i capoluoghi di provincia con la Tasi all'1 per mille e l'Imu al minimo e che, nonostante tagli e criticità pregresse, abbiamo oggettivamente ammodernato e cambiato la città in questi 5 anni. Restiamo, quindi, fiduciosi che tecnicamente i funzionari del Comune sappiano rispondere ai rilievi della Corte dei Conti, così da fugare ogni dubbio, fermo restando che le questioni avanzate non sono propedeutiche a forme di dissesto dell'Ente e che lo sforamento del famigerato patto di stabilità, definito dal premier Renzi qualche mese fa come il "patto di stupidità", è spesso per i Comuni un qualcosa di ineludibile e frequente. Tanto è vero che, se non ricordiamo male, l'ultimo non rispetto del patto di stabilità interno ad Andria è addebitabile alla precedente amministrazione di centro-sinistra nel triennio 2005-2007».