Coronavirus, USCA in Puglia: gli infermieri chiamati a sostituire i medici volontari

Contro le decisioni della Regione in materia, protestano i presidenti degli OPI di Puglia Andreula e Papagni

domenica 10 maggio 2020
L'Istituto Superiore di Sanità, con il rapporto n. 4 del 17 aprile 2020 sulle "Indicazioni ad interim per la prevenzione e il controllo dell'infezione da SARS-CoV-2 in strutture residenziali sociosanitarie", ha definito gli ambiti di gestione clinica del caso confermato Covid -19 attraverso le cosiddette USCA (Unità Speciali di Continuità Assistenziale) precisando, tra l'altro, che le stesse … omissis … si avvalgono della consulenza/collaborazione di infettivologi e di altri specialisti con la presenza garantita di Infermieri h24. Le indicazioni dell'ISS sono state attuate da quasi tutte le regioni d'Italia.
La Puglia, in forte ritardo nella definizione del modello organizzativo delle USCA, ha deciso di istituire formalmente le USCA composte solo da Medici.
Accade che, a seguito della rinuncia dei medici di Continuità Assistenziale, invitati, su base volontaria, ad entrare a far parte delle "USCA", Emiliano e Montanaro hanno deciso di "RIPIEGARE" sugli Infermieri, prospettando, dopo colpevole dimenticanza in fase di istituzione delle stesse, come soluzione, la sostituzione del personale medico con personale infermieristico.

Il resoconto di un fallimento annunciato secondo l'Ordine delle professioni Infermieristiche: "Questa, è la sanità inconcludente e confusionaria della Puglia di Emiliano e Montanaro che mai avremo voluto vedere per i disagi che sta determinando ai cittadini" – concludono i presidenti degli OPI di Puglia Saverio Andreula e Giuseppe Papagni.