Consumo della terra: cementificazione, fotovoltaico selvaggio e cambiamenti climatici minacciano la produzione agricola
Nella BAT quasi 74 ettari di suolo consumato
mercoledì 24 aprile 2024
7.45
Il consumo di suolo in Puglia accelera alla velocità di 7,18 chilometri quadrati, altri 718 ettari di terra in Puglia che risultano mangiati dall'abbandono e dalla cementificazione, ma anche dagli impianti fotovoltaici a terra, con i cambiamenti climatici che solo nel 2023 hanno fatto perdere alla Puglia il 34% di cibo prodotto. E' quanto afferma la Coldiretti Puglia, in occasione della Giornata mondiale della Terra che si è celebrata il 22 aprile, sulla base dell'ultimo rapporto Ispra, secondo cui in cima alla classifica di suolo consumato si posiziona la provincia di Foggia con 313 ettari mangiati, Bari con 136 ettari, Lecce con quasi 116 ettari, la BAT con quasi 74 ettari, Brindisi con oltre 44, Taranto con quasi 35 ettari, per un totale dal 2016 ad oggi di quasi 160mila ettari di suolo consumato.
A questa situazione – sottolinea la Coldiretti regionale - non è certo estraneo il fatto che negli ultimi 50 anni è scomparso quasi 1 terreno agricolo su 3 (-30%) con la superficie agricola utilizzabile a causa dell'abbandono e della cementificazione che rende le superfici impermeabili. Per questo – continua la Coldiretti Puglia – va difeso il patrimonio agricolo e la disponibilità di terra fertile con un adeguato riconoscimento sociale, culturale ed economico del ruolo dell'attività nelle campagne.
Il consumo di suolo agricolo a causa degli impianti di fotovoltaico a terra, tra l'altro, minaccia il futuro alle nuove generazioni di agricoltori, con la multifunzionalità energetica che va sviluppata come attività integrata alla coltivazione e all'allevamento, sino a un massimo del 5% della superficie dell'azienda, da realizzare direttamente dagli agricoltori e in aree marginali.
La situazione è aggravata dai cambiamenti climatici che anche nel 2023 hanno fatto perdere in Puglia il 34% della produzione, a causa di grandinate, gelate, tornado, siccità e nubifragi, con il rischio di dissesto idrogeologico che interessa 230 su 257 i comuni pugliesi e a pagarne i costi – segnala Coldiretti Puglia – oltre ai cittadini residenti soprattutto nelle aree rurali, sono proprio le 11.692 imprese che operano su quei territori. Il rischio idrogeologico, con differente pericolosità idraulica e geomorfologica, riguarda – rileva Coldiretti Puglia – il 100% dei comuni della BAT, il 95% dei territori di Brindisi e Foggia, il 90% dei comuni della provincia di Bari e l'81% dei comuni leccesi e sono 8.098 i cittadini pugliesi esposti a frane e 119.034 quelli esposti ad alluvioni.
Gli eventi climatici estremi hanno falcidiato tutte le produzioni, con la siccità che ha ridotto allo stremo le campagne in Puglia, facendo perdere in media 1/3 delle produzioni – denuncia Coldiretti Puglia – dopo che negli ultimi 5 anni a causa degli eventi catastrofali sono andati persi in Puglia 200 milioni di quintali di cibo, per cui serve una stretta sugli strumenti innovativi sia di investimento che di agricoltura digitale per tutelare prodotti agricoli e agroalimentari e reddito delle imprese.
Occorre accelerare sull'approvazione della legge sul consumo di suolo attesa da quasi un decennio e che potrebbe dotare l'Italia di uno strumento all'avanguardia per la protezione del suo territorio, ma sono anche necessari – conclude Coldiretti - interventi di manutenzione, risparmio, recupero e riciclaggio delle acque con le opere infrastrutturali, potenziando la rete di invasi sui territori, creando bacini per l'acqua piovana in modo da raccoglierla quando è troppa e usarla quando serve in modo da gestire gli effetti dei cambiamenti climatici e aumentare la capacità produttiva.
A questa situazione – sottolinea la Coldiretti regionale - non è certo estraneo il fatto che negli ultimi 50 anni è scomparso quasi 1 terreno agricolo su 3 (-30%) con la superficie agricola utilizzabile a causa dell'abbandono e della cementificazione che rende le superfici impermeabili. Per questo – continua la Coldiretti Puglia – va difeso il patrimonio agricolo e la disponibilità di terra fertile con un adeguato riconoscimento sociale, culturale ed economico del ruolo dell'attività nelle campagne.
Il consumo di suolo agricolo a causa degli impianti di fotovoltaico a terra, tra l'altro, minaccia il futuro alle nuove generazioni di agricoltori, con la multifunzionalità energetica che va sviluppata come attività integrata alla coltivazione e all'allevamento, sino a un massimo del 5% della superficie dell'azienda, da realizzare direttamente dagli agricoltori e in aree marginali.
La situazione è aggravata dai cambiamenti climatici che anche nel 2023 hanno fatto perdere in Puglia il 34% della produzione, a causa di grandinate, gelate, tornado, siccità e nubifragi, con il rischio di dissesto idrogeologico che interessa 230 su 257 i comuni pugliesi e a pagarne i costi – segnala Coldiretti Puglia – oltre ai cittadini residenti soprattutto nelle aree rurali, sono proprio le 11.692 imprese che operano su quei territori. Il rischio idrogeologico, con differente pericolosità idraulica e geomorfologica, riguarda – rileva Coldiretti Puglia – il 100% dei comuni della BAT, il 95% dei territori di Brindisi e Foggia, il 90% dei comuni della provincia di Bari e l'81% dei comuni leccesi e sono 8.098 i cittadini pugliesi esposti a frane e 119.034 quelli esposti ad alluvioni.
Gli eventi climatici estremi hanno falcidiato tutte le produzioni, con la siccità che ha ridotto allo stremo le campagne in Puglia, facendo perdere in media 1/3 delle produzioni – denuncia Coldiretti Puglia – dopo che negli ultimi 5 anni a causa degli eventi catastrofali sono andati persi in Puglia 200 milioni di quintali di cibo, per cui serve una stretta sugli strumenti innovativi sia di investimento che di agricoltura digitale per tutelare prodotti agricoli e agroalimentari e reddito delle imprese.
Occorre accelerare sull'approvazione della legge sul consumo di suolo attesa da quasi un decennio e che potrebbe dotare l'Italia di uno strumento all'avanguardia per la protezione del suo territorio, ma sono anche necessari – conclude Coldiretti - interventi di manutenzione, risparmio, recupero e riciclaggio delle acque con le opere infrastrutturali, potenziando la rete di invasi sui territori, creando bacini per l'acqua piovana in modo da raccoglierla quando è troppa e usarla quando serve in modo da gestire gli effetti dei cambiamenti climatici e aumentare la capacità produttiva.