Consorzi Bonifica: Regione impegnata in modifiche, opposizioni all'attacco
L'annuncio dopo la comunicazione da parte del Consiglio dei Ministri di aver impugnato la legge pugliese
sabato 1 aprile 2017
10.41
Il Consiglio dei Ministri ha comunicato alla Regione Puglia di aver impugnato la legge della Regione Puglia 1 del 3 febbraio 2017, ovvero quella della riforma dei Consorzi di Bonifica. Dunque la strada su questo fronte torna ad essere in salita, forse le ragioni stanno su un potenziale vizio di costituzionalità, in quanto alcune norme invaderebbero la materia dell'ordinamento civile riservata alla legislazione statale.
Con la riforma sono stati soppressi i consorzi già commissariati ed è stato creato un consorzio di bonifica Puglia.
Non appena ricevuta la comunicazione da Roma interviene l'assessore all'agricoltura Leonardo Di Gioia a spiegare l'accaduto: «Il governo ha contestato la parte che riguarda le procedure per ridurre la massa debitoria e pagare i creditori ritenendo che le modalità introdotte dalla Regione siano differenti rispetto a quelle nazionali e quindi di competenza esclusiva.Noi riteniamo di non aver dato vita a nuove procedure di crisi aziendali, ma comunque ci adegueremo e porteremo la legge in Consiglio per la modifica».
Non si fanno attendere le osservazioni delle opposizioni sull'accaduto.
Movimento Cinque Stelle.
«Sull'incostituzionalità della legge sui consorzi di bonifica il Movimento 5 Stelle aveva ragione ed oggi ne è arrivata la definitiva conferma con la decisione del Consiglio dei Ministri di impugnare l'atto. E non è da escludere – dicono i consiglieri regionali pentastellati – che nel corso della stesura del ricorso, il Governo accerti anche ulteriori profili di incostituzionalità. Dunque, alla proposta del consigliere Amati che evidentemente non contento, vorrebbe ora nascondere la polvere sotto il tappeto intervenendo con modifiche rapide ed evidentemente superficiali, suggeriamo di intervenire sì con rapidità, ma solo – concludono – dopo aver recuperato lucidità e aver analizzato a dovere la situazione al fine di evitare ulteriori passi falsi e figuracce che la Puglia e i consorzi non possono più permettersi».
Nino Marmo (Forza Italia)
«Non solo un esproprio ai danni degli agricoltori, ma un testo che prestava il fianco, in modo piuttosto evidente, ad una pregiudiziale da noi sollevata e verbalizzata in sede di 1a commissione ed in aula consiliare: la legge sui Consorzi di Bonifica mancava di un requisito essenziale, cioè la copertura finanziaria rispetto all'esposizione debitoria. Oggi, l'impugnazione del Consiglio dei Ministri dinanzi alla Corte Costituzionale è solo la conferma di quanto argomentammo allora nell'interesse dei pugliesi e degli agricoltori», commenta il consigliere regionale forzista che nel suo intervento sottolinea il fatto che era certo che sarebbe andata così «e lo dicemmo in modo chiaro e netto: la legge avrebbe avuto problemi sia dopo il controllo del Consiglio dei Ministri sia dopo quello della Corte dei Conti (e vedremo quale esito avrà quest'ultimo non ancora pervenuto). In quei giorni, e soprattutto in aula per l'approvazione definitiva del testo, il centrosinistra si ricompatto' per portare alla luce un testo franoso nel merito e lacunoso negli aspetti tecnico-finanziari. Adesso -conclude Marmo- sarebbe opportuna una presa d'atto da parte della maggioranza: hanno approvato una legge sbagliata su tutti i fronti e si è ancora in tempo per mitigarne gli effetti, cambiandola».
Con la riforma sono stati soppressi i consorzi già commissariati ed è stato creato un consorzio di bonifica Puglia.
Non appena ricevuta la comunicazione da Roma interviene l'assessore all'agricoltura Leonardo Di Gioia a spiegare l'accaduto: «Il governo ha contestato la parte che riguarda le procedure per ridurre la massa debitoria e pagare i creditori ritenendo che le modalità introdotte dalla Regione siano differenti rispetto a quelle nazionali e quindi di competenza esclusiva.Noi riteniamo di non aver dato vita a nuove procedure di crisi aziendali, ma comunque ci adegueremo e porteremo la legge in Consiglio per la modifica».
Non si fanno attendere le osservazioni delle opposizioni sull'accaduto.
Movimento Cinque Stelle.
«Sull'incostituzionalità della legge sui consorzi di bonifica il Movimento 5 Stelle aveva ragione ed oggi ne è arrivata la definitiva conferma con la decisione del Consiglio dei Ministri di impugnare l'atto. E non è da escludere – dicono i consiglieri regionali pentastellati – che nel corso della stesura del ricorso, il Governo accerti anche ulteriori profili di incostituzionalità. Dunque, alla proposta del consigliere Amati che evidentemente non contento, vorrebbe ora nascondere la polvere sotto il tappeto intervenendo con modifiche rapide ed evidentemente superficiali, suggeriamo di intervenire sì con rapidità, ma solo – concludono – dopo aver recuperato lucidità e aver analizzato a dovere la situazione al fine di evitare ulteriori passi falsi e figuracce che la Puglia e i consorzi non possono più permettersi».
Nino Marmo (Forza Italia)
«Non solo un esproprio ai danni degli agricoltori, ma un testo che prestava il fianco, in modo piuttosto evidente, ad una pregiudiziale da noi sollevata e verbalizzata in sede di 1a commissione ed in aula consiliare: la legge sui Consorzi di Bonifica mancava di un requisito essenziale, cioè la copertura finanziaria rispetto all'esposizione debitoria. Oggi, l'impugnazione del Consiglio dei Ministri dinanzi alla Corte Costituzionale è solo la conferma di quanto argomentammo allora nell'interesse dei pugliesi e degli agricoltori», commenta il consigliere regionale forzista che nel suo intervento sottolinea il fatto che era certo che sarebbe andata così «e lo dicemmo in modo chiaro e netto: la legge avrebbe avuto problemi sia dopo il controllo del Consiglio dei Ministri sia dopo quello della Corte dei Conti (e vedremo quale esito avrà quest'ultimo non ancora pervenuto). In quei giorni, e soprattutto in aula per l'approvazione definitiva del testo, il centrosinistra si ricompatto' per portare alla luce un testo franoso nel merito e lacunoso negli aspetti tecnico-finanziari. Adesso -conclude Marmo- sarebbe opportuna una presa d'atto da parte della maggioranza: hanno approvato una legge sbagliata su tutti i fronti e si è ancora in tempo per mitigarne gli effetti, cambiandola».