Confermato: il 18 maggio riaprono anche bar e ristoranti
Oltre a parrucchieri e centri estetici in Puglia. Oggi si è tenuto un incontro con le Regioni
lunedì 11 maggio 2020
21.37
Dal 18 maggio riaprono bar e ristoranti: entra nel vivo la fase due dell'emergenza Coronavirus. Tra giovedì e venerdì, sulla base dei dati del monitoraggio, arriveranno le linee guida per consentire alle Regioni di riaprire dal 18 maggio commercio al dettaglio, bar e ristoranti, estetisti e parrucchieri (la ripartenza di questi ultimi era già stata stabilita dalla Regione Puglia per la stessa data). Questo è emerso nel corso dell'incontro tra governo e Regioni. Le linee guida e i protocolli di sicurezza saranno indicati per ogni attività, affinché si possa riaprire nella massima sicurezza. «Inizia la fase della responsabilità per le Regioni», ha sottolineato il ministro delle Autonomie Francesco Boccia.
Le Regioni potranno riaprire in autonomia le attività a partire dal 18 maggio. In capo al governo rimane la possibilità di intervenire nel caso in cui, in base all'andamento dei dati sulla curva del contagio e dei criteri definiti dalla circolare del Ministero della Salute, fosse necessario attuare ulteriori misure per contrastare una nuova diffusione del Covid-19. Gli interventi, come riporta l'agenzia Ansa, saranno tempestivi in stretto contatto tra governo e regioni.
«Il Governo ha accettato la richiesta delle Regioni di consentire, a partire dal 18 maggio, la riapertura delle attività economiche lasciando a ciascuna regione, in funzione dell'effettivo pericolo epidemiologico, la decisione in margine ai tempi e alle specifiche modalità di esecuzione delle attività - dichiara Michele Emiliano, presidente della Regione Puglia. Ho altresì richiesto di conoscere per quale ragione il ministro degli Esteri Di Maio, in materia non pertinente alla sua delega, abbia sferrato alle regioni un attacco cosi ingiusto accusandole di non avere terminato l'istruttoria delle pratiche presentate dalle aziende per la cassa integrazione in deroga. Ho specificato che la Puglia ha terminato questo lavoro, pertanto l'Inps può procedere senza indugio alla immediata liquidazione della Cigd. Infine ho chiesto al Presidente del Consiglio e al Ministro della Salute di conoscere qual è il numero di tamponi ritenuto ottimale per la Fase 2, visto che la Puglia sta facendo investimenti milionari per l'acquisto di macchinari e reagenti per arrivare ad effettuare fino a diecimila tamponi al giorno. In particolare, ho chiesto se non fosse il caso di individuare la soglia di tamponi ritenuta sufficiente e di procedere agli acquisti di macchinari e reagenti in modo collettivo, non mettendo in concorrenza in un mercato scarso di forniture le singole regioni, precisando che questi acquisti ricadranno nel budget della protezione civile per l'emergenza Covid, e quindi dovranno essere sostenuti dallo Stato».
«Il Governo ha accettato la richiesta delle Regioni di consentire, a partire dal 18 maggio, la riapertura delle attività economiche lasciando a ciascuna regione, in funzione dell'effettivo pericolo epidemiologico, la decisione in margine ai tempi e alle specifiche modalità di esecuzione delle attività - dichiara Michele Emiliano, presidente della Regione Puglia. Ho altresì richiesto di conoscere per quale ragione il ministro degli Esteri Di Maio, in materia non pertinente alla sua delega, abbia sferrato alle regioni un attacco cosi ingiusto accusandole di non avere terminato l'istruttoria delle pratiche presentate dalle aziende per la cassa integrazione in deroga. Ho specificato che la Puglia ha terminato questo lavoro, pertanto l'Inps può procedere senza indugio alla immediata liquidazione della Cigd. Infine ho chiesto al Presidente del Consiglio e al Ministro della Salute di conoscere qual è il numero di tamponi ritenuto ottimale per la Fase 2, visto che la Puglia sta facendo investimenti milionari per l'acquisto di macchinari e reagenti per arrivare ad effettuare fino a diecimila tamponi al giorno. In particolare, ho chiesto se non fosse il caso di individuare la soglia di tamponi ritenuta sufficiente e di procedere agli acquisti di macchinari e reagenti in modo collettivo, non mettendo in concorrenza in un mercato scarso di forniture le singole regioni, precisando che questi acquisti ricadranno nel budget della protezione civile per l'emergenza Covid, e quindi dovranno essere sostenuti dallo Stato».