Confederazione agricoltori: «Tuteliamo il made in Italy con i controlli»

L’organizzazione si difende da accuse «incomprensibili»

sabato 21 gennaio 2017
La Confederazione Agricoltori Italiani nazionale, che da 40 anni si occupa della tutela degli agricoltori e dei consumatori, controbatte agli appunti che rivolti, in Puglia a mezzo stampa, circa la nostra posizione e informazione in materia di grano e afferma: «Da sempre la Cia ha fatto e continuerà a fare giusta informazione nei confronti dei consumatori come emerge chiaramente anche dallo stesso comunicato della Cia Puglia del 14 gennaio. Nel testo viene infatti evidenziato come non si ritengono i contaminanti poco rilevanti né tanto meno si ritengono poco utili i controlli. Tutt'altro».

A propria difesa, la Cia ricorda le mobilitazioni degli ultimi decenni in del grano italiano e pugliese, occupando i porti e chiedendo alle autorità preposte ai controlli di attuarli (sanità marittima; forze dell'ordine per il tramite delle Prefetture, alle quali ha anche segnalato l'arrivo nei porti di navi sospette; istituzioni e enti competenti). Si ricorda la segnalazione dello scorso agosto, con Agrinsieme, dell'arrivo in Puglia di una nave mercantile con grano dall'estero, dove il glifosato è ampiamente utilizzato nelle fasi di pre-raccolta, chiedendo all'Arpa, alla Asl di Foggia, ai Nas dei Carabinieri e agli organi competenti della Polizia di Stato, della Guardia Forestale e della Guardia di Finanza di effettuare ed incrementare controlli, e denunciando anche che, tra maggio e giugno scorso, nel porto di Manfredonia sono stati scaricati 560 mila quintali di grano duro importati da Kazakistan, Russia, Canada e Australia, e chiedendo il relativo blocco delle importazioni.

La Cia si è mobilitata manifestando dinanzi alle istituzioni a tutti i livelli (Governo, Regioni, Prefetture) per chiedere interventi a favore del comparto cerealicolo: il 28 luglio scorso con una manofestazione è stata denunciata l'immissione nel mercato di ingenti quantità di grano importato proprio nel periodo della trebbiatura, che ha provocato il tracollo dei prezzi, pari a 2 milioni di tonnellate di grano estero nell'ultimo anno. I produttori di grano sono stati oggetto di un'azione di speculazione che non ha avuto precedenti, con il grano duro pagato 18 euro al quintale (il prezzo di 25 anni fa), largamente al di sotto dei costi produttivi, e con perdite fino al 50% sulla scorsa campagna. A guadagnarci da questa situazione sono state solo le grandi multinazionali che hanno importato grano dall'estero per produrre all'insegna di un'italianità che non è reale.
Nel corso della mobilitazione svolta sotto la sede del Consiglio Regionale della Puglia, la Cia ha ottenuto l'approvazione all'unanimità di un ordine del giorno (che è stato anche consegnato all'allora premier Matteo Renzi), nel quale si chiedeva la sospensione temporanea delle importazioni, incentivi per stabilizzare il reddito, l'attuazione di misure annunciate nel piano cerealicolo nazionale, di incentivare accordi e contratti di filiera, di prevedere una campagna di promozione e valorizzazione della pasta italiana nel mondo, di perseguire la massima trasparenza delle borse merci.

A fine settembre poi è stata ottenuta sia l'approvazione del decreto che fissa criteri e modalità di ripartizione delle risorse del fondo di 10 milioni di euro dedicato ad interventi a sostegno del comparto cerealicolo, che la risoluzione a sostegno della cerealicoltura nazionale. Quindi l'impegno della Cia – Agricoltori Italiani è stato costante e continua quotidianamente anche nella lotta alla contraffazione e frodi. Da ciò anche la campagna di sensibilizzazione "Agricoltura Italiana 100%" a difesa del vero Made in Italy ideata da Cia- Agricoltori Italiani Puglia per tutelare anche il grano pugliese e che mira allo stop alle importazioni selvagge senza garanzie, senza certezze sulla qualità del grano, facendo corretta informazione e non creando allarmismi ingiustificati. Motivi questi ultimi alla base proprio del comunicato del 14 gennaio scorso.