Banca Popolare di Bari: «Lo scenario per gli azionisti dopo la fissazione del prezzo di recesso»
Confconsumatori organizzerà un’iniziativa pubblica, prima dell’assemblea della banca annunciata per l’11 dicembre p.v.
mercoledì 30 novembre 2016
22.41
Confconsumatori Andria, in una nota, ritorna sulla vicenda che vede coinvolti gli azionisti della Banca Popolare di Bari e della prossima trasformazione dell'istituto di credito in Società per Azioni.
«Lo scorso 24 novembre, come molti di Voi avranno saputo, la Banca Popolare di Bari ha fissato il prezzo di recesso per le azioni al valore di euro 7,50, pari dunque al valore delle azioni risultante dall'ultima assemblea dei soci.
Come Comitato riteniamo tale passaggio importante e positivo, sia perchè tante altre banche, in questa occasione, avevano invece quasi azzerato il valore dell'azione, sia perchè tale valore sembra non aver incontrato l'opposizione della Banca d'Italia, la quale contestualmente ha concluso la sua ispezione sulla BPB.
A ciò si aggiunga che di recente la BPB ha pubblicato la relazione semestrale di settembre 2016 dalla quale risulta un utile per 4,7 milioni di euro. Anche questo è un elemento di discontinuità rispetto ai numeri di altre banche, che sono invece arrivate alla trasformazione o con situazioni patrimoniali di perdite enormi o addirittura non ci sono arrivate proprio, perché fallite.La fissazione del prezzo di recesso a tali condizioni è il primo punto del percorso di tutela degli azionisti; questo fatto ci permetterà di proseguire il confronto tra le parti, già iniziato la scorsa settimana, con una maggiore serenità che, di certo, una svalutazione del valore delle azioni non avrebbe consentito.
Lo scenario determinatosi ora deve però consolidarsi anche attraverso l'attuazione dei tre punti su cui ci stiamo già confrontando con la banca:
- un fondo di solidarietà che aiuti subito alcuni azionisti in difficoltà;
- il trasferimento del mercato delle azioni su un mercato aperto e più ampio, affinchè anche gli investitori istituzionali possano acquistare;
- intervento sulle posizioni di finanziamento con significativo allargamento della platea dei mutuatari a sostegno della redditività della banca ( e quindi della appetibilità della sua azione sui mercati finanziari nazionali ed internazionali) e dell'economia locale certi che solo partecipando al rilancio dell'economia si portano a composizione le criticità delle banche nell'attuale fase.
Passaggio successivo è quello di trovare soluzione al problema della liquidabilità del titolo.
Infatti, una normativa del 2015, che per più motivi riteniamo incostituzionale, ha da un lato disposto il blocco del diritto di recesso sino alla trasformazione in spa e poi, una volta che la banca sia stata trasformata in spa, il blocco del diritto di rimborso, diritto che quindi rimane solo astratto, perché nella pratica ed in sostanza, gli azionisti non potranno effettivamente recedere ed ottenere il corrispettivo del valore, come sarebbe invece previsto dall'art. 2437 c.c. in caso di trasformazione della società, ma solo vendere ad un potenziale acquirente.
Le possibili alternative che oggi si offrono agli azionisti sono, dunque, i seguenti:
- attendere che le azioni vengano negoziate sul mercato secondario e confidare che vi siano fondi, investitori istituzionali, grandi Compagnie o semplici risparmiatori ecc., interessati ad acquisire le azioni;
- mettere in vendita al valore di recesso indicato dalla banca e sperare che vi siano acquirenti di queste azioni a questo valore, a patto però di NON votare a favore della trasformazione in spa (ossia solo per chi non si reca in assemblea, o si astiene, o vota contro, ma sia chiaro che votare contro è un assurdo, perché la banca, per legge, andrebbe in liquidazione coatta e questo ovviamente sarebbe illogico e dannoso per tutti);
- previa valutazione della documentazione, fare causa alla banca ove però vi siano effettivi vizi nel contratto di compravendita e vi siano elementi che facciano ben sperare nell'esito della controversia.
Il Comitato, dal canto suo, potrà avere ulteriore potere contrattuale e successo nelle proprie proposte nei confronti della banca, solo continuando ad incrementare le iscrizioni dei tanti azionisti della BPB.
A breve, infine, Vi comunicheremo un'iniziativa pubblica, prima dell'assemblea della banca annunciata per l'11 dicembre, dove descriveremo con maggiori dettagli sia i risultati dei tavoli di confronto con la banca e sia le opzioni per i soci.
Il Comitato non intende raccogliere deleghe per la prossima assemblea, perché sulla scelta di fondo (trasformazione o meno in S.p.A.) non vi è una vera scelta da fare e non intende sostituirsi alle singole scelte dei propri iscritti, cui ovviamente è data libertà di scelta e valutazione.
Per informazioni e iscrizioni: scrivere a comitatoazionistibpb@gmail.com –– Via Dante 164 Bari, o rivolgersi presso le sedi territoriali delle Associazioni: Adusbef, Codici, Codacons, Confconsumatori, Adiconsum, Unione Nazionale Consumatori.
Ad Andria e Provincia la Confconsumatori è alla via G. Poli 126 (telefono 324-9913773 email: andriaconfconsuma@libero.it).
«Lo scorso 24 novembre, come molti di Voi avranno saputo, la Banca Popolare di Bari ha fissato il prezzo di recesso per le azioni al valore di euro 7,50, pari dunque al valore delle azioni risultante dall'ultima assemblea dei soci.
Come Comitato riteniamo tale passaggio importante e positivo, sia perchè tante altre banche, in questa occasione, avevano invece quasi azzerato il valore dell'azione, sia perchè tale valore sembra non aver incontrato l'opposizione della Banca d'Italia, la quale contestualmente ha concluso la sua ispezione sulla BPB.
A ciò si aggiunga che di recente la BPB ha pubblicato la relazione semestrale di settembre 2016 dalla quale risulta un utile per 4,7 milioni di euro. Anche questo è un elemento di discontinuità rispetto ai numeri di altre banche, che sono invece arrivate alla trasformazione o con situazioni patrimoniali di perdite enormi o addirittura non ci sono arrivate proprio, perché fallite.La fissazione del prezzo di recesso a tali condizioni è il primo punto del percorso di tutela degli azionisti; questo fatto ci permetterà di proseguire il confronto tra le parti, già iniziato la scorsa settimana, con una maggiore serenità che, di certo, una svalutazione del valore delle azioni non avrebbe consentito.
Lo scenario determinatosi ora deve però consolidarsi anche attraverso l'attuazione dei tre punti su cui ci stiamo già confrontando con la banca:
- un fondo di solidarietà che aiuti subito alcuni azionisti in difficoltà;
- il trasferimento del mercato delle azioni su un mercato aperto e più ampio, affinchè anche gli investitori istituzionali possano acquistare;
- intervento sulle posizioni di finanziamento con significativo allargamento della platea dei mutuatari a sostegno della redditività della banca ( e quindi della appetibilità della sua azione sui mercati finanziari nazionali ed internazionali) e dell'economia locale certi che solo partecipando al rilancio dell'economia si portano a composizione le criticità delle banche nell'attuale fase.
Passaggio successivo è quello di trovare soluzione al problema della liquidabilità del titolo.
Infatti, una normativa del 2015, che per più motivi riteniamo incostituzionale, ha da un lato disposto il blocco del diritto di recesso sino alla trasformazione in spa e poi, una volta che la banca sia stata trasformata in spa, il blocco del diritto di rimborso, diritto che quindi rimane solo astratto, perché nella pratica ed in sostanza, gli azionisti non potranno effettivamente recedere ed ottenere il corrispettivo del valore, come sarebbe invece previsto dall'art. 2437 c.c. in caso di trasformazione della società, ma solo vendere ad un potenziale acquirente.
Le possibili alternative che oggi si offrono agli azionisti sono, dunque, i seguenti:
- attendere che le azioni vengano negoziate sul mercato secondario e confidare che vi siano fondi, investitori istituzionali, grandi Compagnie o semplici risparmiatori ecc., interessati ad acquisire le azioni;
- mettere in vendita al valore di recesso indicato dalla banca e sperare che vi siano acquirenti di queste azioni a questo valore, a patto però di NON votare a favore della trasformazione in spa (ossia solo per chi non si reca in assemblea, o si astiene, o vota contro, ma sia chiaro che votare contro è un assurdo, perché la banca, per legge, andrebbe in liquidazione coatta e questo ovviamente sarebbe illogico e dannoso per tutti);
- previa valutazione della documentazione, fare causa alla banca ove però vi siano effettivi vizi nel contratto di compravendita e vi siano elementi che facciano ben sperare nell'esito della controversia.
Il Comitato, dal canto suo, potrà avere ulteriore potere contrattuale e successo nelle proprie proposte nei confronti della banca, solo continuando ad incrementare le iscrizioni dei tanti azionisti della BPB.
A breve, infine, Vi comunicheremo un'iniziativa pubblica, prima dell'assemblea della banca annunciata per l'11 dicembre, dove descriveremo con maggiori dettagli sia i risultati dei tavoli di confronto con la banca e sia le opzioni per i soci.
Il Comitato non intende raccogliere deleghe per la prossima assemblea, perché sulla scelta di fondo (trasformazione o meno in S.p.A.) non vi è una vera scelta da fare e non intende sostituirsi alle singole scelte dei propri iscritti, cui ovviamente è data libertà di scelta e valutazione.
Per informazioni e iscrizioni: scrivere a comitatoazionistibpb@gmail.com –– Via Dante 164 Bari, o rivolgersi presso le sedi territoriali delle Associazioni: Adusbef, Codici, Codacons, Confconsumatori, Adiconsum, Unione Nazionale Consumatori.
Ad Andria e Provincia la Confconsumatori è alla via G. Poli 126 (telefono 324-9913773 email: andriaconfconsuma@libero.it).