Comunali 2015, Fortunato: «La bancarotta è reale, ora dimissioni»

Bilancio e sentenza della Corte dei Conti nella protesta del centrosinistra

sabato 23 maggio 2015 10.23
«Quello che fa più specie nell'atteggiamento dell'amministrazione Giorgino è il continuare nella politica dello struzzo e del rinvio. Mettere la testa sotto la sabbia e continuare a nascondere la polvere sotto il tappeto, nella speranza che passi sotto silenzio la disastrosa situazione creata da questa amministrazione incapace e non trasparente, significa danneggiare solo gli andriesi. Anche di fronte ad una sentenza definitiva della Corte dei Conti si fa finta di non comprendere la reale portata della decisione. E ora a chi vuole appellarsi Giorgino? Alla Corte di Giustizia Europea?». Sono le parole durissime di Sabino Fortunato, candidato sindaco per il centrosinistra andriese che rilancia le richieste in una conferenza stampa svoltasi nel comitato elettorale di Corso Cavour.

«Se il Comune non è stato stigmatizzato per il "riaccertamento" del credito Italgas - dice ancora Fortunato - Giorgino trascura di evidenziare che la Corte ha sancito che non tutto l'importo poteva essere caricato nella gestione di competenza 2012, con la conseguenza che vi è stato lo sforamento del Patto di Stabilità interno. Cosa vanno ancora cercando questi signori?!? La Corte lo dice chiaro e tondo al punto 5.4: "E' pertanto da confermare la statuizione della Sezione Regionale che con l'impugnata deliberazione ha ritenuto "il mancato rispetto del Patto di Stabilità interno per l'esercizio 2012 (a differenza di quanto attestato dall'Ente al Ministero dell'Economia e delle Finanze, Dipartimento della Ragioneria dello Stato, mediante apposito prospetto), derivante dalla violazione di natura contabile e da atti e comportamenti elusivi del precetto normativo", statuizione motivata dall'imputazione nella competenza relativa all'esercizio 2012 di tutta la massa dei residui vantati dal Comune di Andria nei confronti di Italgas (euro 5.680.000,00) e non invece di quella sola parte relativa al canone venuto a maturazione nel 2012, dovendosi la restante parte dell'importo essere imputata, pro quota, quale residui agli esercizi pregressi, in ossequio agli elementari principi contabili sopra richiamati, in cui temporalmente detti canoni concessori sono via via venuti ad emersione". E la Corte ribadisce che, "agli effetti dell'accertato mancato rispetto del Patto di Stabilità interno", a nulla servono altre giustificazioni che la Corte stessa rigetta».

Diverse le contestazioni rimaste in piedi: «Insomma, al di là della correzione motivazionale sul c.d. riaccertamento, tutte le statuizioni della Sezione Regionale restano integre e ferme - dice ancora Fortunato - Lo dice chiaramente la Corte laddove precisa: "Resta fermo che il parziale accoglimento del ricorso non è sufficiente a modificare i complessivi e conseguenziali effetti della pronuncia negativa del controllo… In conseguenza, la deliberazione impugnata deve essere confermata anche per la parte in cui la Sezione Regionale ha rappresentato al Comune di Andria i comportamenti ritenuti necessari per rimuovere le accertate irregolarità da adottare ai sensi e agli effetti dell'art. 148 bis n. 267 del 2000"; e fra questi, la prima prescrizione riguarda purtroppo l'obbligo dell'Amministrazione di adottare i provvedimenti idonei a rimuovere le irregolarità accertate in ordine al conseguimento dell'obiettivo del Patto di Stabilità interno per l'anno 2012. Insomma, il disastro finanziario che questa Amministrazione ha provocato alla cittadinanza è integralmente confermato. Per non parlare della brutta situazione di cassa. Per il bene della Città questi signori devono andare via. Le loro inadempienze sono macroscopiche: i 60 giorni prescritti dalla legge e dalla Sezione Regionale della Corte dei Conti sono abbondantemente trascorsi senza alcun provvedimento idoneo e senza dibattito in Consiglio Comunale. La Giunta avrebbe dovuto fare il riaccertamento straordinario dei residui il giorno stesso dell'approvazione del Rendiconto 2014 e niente è stato fatto».

Per concludere lo stesso Fortunato risponde a Giorgino che aveva parlato di Bancarotta delle idee: «Altro che bancarotta di idee - ha concluso Fortunato - la bancarotta dell'Amministrazione Giorgino è reale, morale, economica e sociale. La Giunta Giorgino farebbe miglior figura a dimettersi prontamente, riconoscendo il proprio fallimento politico. Noi non vogliamo far pagare ai cittadini il disastro provocato dal centrodestra. Per questo è necessario cambiare verso: solo una amministrazione di centrosinistra, competente e omogenea al livello di governo regionale e nazionale, potrà intercettare i finanziamenti necessari per sanare la grave situazione in cui l'amministrazione uscente ci ha fatto precipitare».
Fortunato Bancarotta
Fortunato Bancarotta
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