Comunali 2015, Colasuonno: «Non solo parole ma tanti fatti»

L'esperienza in Consiglio Comunale del consigliere di Progetto Andria

lunedì 25 maggio 2015 09.30
«Durante le campagne elettorali si usano tante parole, forse troppe. Ovviamente le ho usate anch'io e continuo a farlo perché il gioco democratico è fondato sulle parole e una volta che si decide di partecipare bisogna accettarne le regole. Nelle parole, del resto, non c'è niente di male, il problema è quando ci si limita a quelle. Per non essere uno dei tanti che parla e basta ho deciso di far parlare i fatti. Avendo avuto la fortuna di essere consigliere comunale nei 5 anni appena trascorsi posso mostrare come ho lavorato e quanto ho lavorato». Il resoconto personale della sua avventura in questi anni è di Pasquale Colasuonno, consigliere di Progetto Andria, che con orgoglio riporta quanto fatto: «Badate bene che non lo faccio per mero autocompiacimento o per fare bella mostra di me, lo faccio perché essendomi candidato, sono qui a chiedervi di votarmi, ossia a domandare la vostra fiducia. È la stessa cosa che fa un qualsiasi lavoratore ad un colloquio di lavoro: chiede al capo di essere messo alla prova e per convincerlo e dimostrare che sarà all'altezza gli mostra il curriculum, cioè quello che ha fatto. Ecco quello che ho fatto io nei 5 anni di legislatura appena trascorsi».

«Essendo stato eletto nelle file dell'opposizione, ho fatto quello che gli andriesi, con il loro voto, mi hanno incaricato di fare: oppormi. Mi sono opposto alle azioni della giunta Giorgino che ritenevo sciagurate, provando, ove possibile, a suggerire un modo diverso di fare politica (puntualmente ignorato). Ho cercato di farlo nel miglior modo possibile ed è per questo che nel 2010 ho presentato una decina fra determine e ordini del giorno e 22 interpellanze in cui, tra le altre cose, chiedevo come mai avessimo perso i soldi per finanziare l'istallazione di pannelli fotovoltaici su 100 tetti. Ancora, denunciavo l'idea avventata di attingere ai fondi di riserva del Comune per 200 mila euro, al fine di finanziare spettacoli, così come denunciavo l'assunzione di vigili urbani condannati in primo grado. Domandavo spiegazioni sulla fallita missione commerciale di imprese andriesi negli USA, sulle irregolarità nell'istallazione dei nuovi impianti pubblicitari, o sul perché dell'affidamento di un lavoro di 130 mila euro a un'agenzia di Milano in occasione di QOCO».

«Nel 2011 le interpellanze furono una quarantina, più 20 fra ordini del giorno e richieste di accessi agli atti. Fra le cose da me contestate ci fu il fallimento del progetto "Scarpantibus" destinato alla tutela degli immigrati, per cui erano stati stanziati 190 mila euro e che avrebbe aiutato il lavoro di Migrantes e Don Geremia. Di contro non capivo perché nel caso del progetto "Squadra Operativa di Soccorso Sociale" si doveva procedere con un affidamento diretto visto che il bando era ad evidenza pubblica. Poi chiesi chiarimenti sull'utilizzo dei 29 vigili urbani neo-assunti appurato che in giro non si vedevano e ad esempio non c'era nessuno a tutelare l'uscita da scuola dei bambini a San Valentino. Denunciai lo spropositato aumento della TARSU e resi pubblici i miei dubbi sull'istallazione del Ponte Bailey che a mio avviso sarebbe diventato definitivo: infatti è ancora lì».

Nel 2012 la vera novità fu l'avvio della raccolta dei rifiuti porta a porta e nella cinquantina di interpellanze presentate quell'anno chiesi perché il materiale informativo veniva fatto stampare ad un'azienda canosina a fronte della disponibilità di tipografie andriesi e, cosa ben più importante, quali fossero i criteri di assunzione dei 73 nuovi addetti alla raccolta. Ancora, misi in guardia sulla pioggia di multe che quell'anno stavano per cadere sugli andriesi, considerato che il Comune aveva messo in conto di raccogliere dagli automobilisti 6 milioni e 600 mila euro, a fronte del milione e mezzo raccolto nell'anno precedente. Inoltre quell'anno non fu avviata l'assistenza scolastica specialistica per disabili, che lasciava molte famiglie in balia dei loro problemi, per cui io proposi di istituire una commissione. Penso di aver preso già troppo del vostro tempo, del lavoro fatto nei 3 anni successivi vi parlo fra qualche giorno».