Comunali 2015, Colasuonno: «Impegno comune alla ricerca di soluzioni»
Una lettera aperta del candidato di Progetto Andria all'appello di Don Geremia Acri
lunedì 18 maggio 2015
8.22
«Caro don Geremia, la sua lettera aperta diretta a tutti i consiglieri comunali, regionali e Sindaci, rappresenta una testimonianza di fede a cui non possiamo sottrarci, dunque mi sono sentito in dovere di rispondere. Personalmente la trovo in linea di principio ineccepibile, ma realizzare i temi in essa contenuti in modo pragmatico resta un obiettivo duro da raggiungere. Lo è soprattutto perché sembra che la comunità si sia arresa, accettando di delegare ad altri la gestione di ciò che invece dovrebbe interessarla direttamente. Mi chiedo come può un uomo o una donna che ha a cuore il bene proprio e dei suoi figli accettare che facciano gli altri? Come può accettare di non prendersene cura direttamente? Sarebbe come avere per le mani un orologio d'oro e lasciarlo incustodito: la possibilità di ritrovarlo sarebbe pari a zero e si perderebbe il diritto di utilizzarlo e farlo valere. La stessa cosa si può dire per la politica, un bene anch'essa: affidarla completamente agli altri senza più occuparsene equivale a privarsi di un diritto. Quindi la domanda è: come fare a restituire fiducia ai cittadini scoraggiati?».
Inizia così la lettera aperta scritta da Pasquale Colasuonno, candidato al Consiglio Comunale per la lista di Progetto Andria, in risposta all'appello lanciato nei giorni scorsi da Don Geremia Acri, responsabile di Casa Accoglienza nella Diocesi di Andria: «Soprattutto in un tempo in cui gli esempi sono via via più flebili e lontani, e dove l'impegno dei più è ripiegato sul proprio ombelico in una dialettica del tutto autoreferenziale. Ancor più in un mondo globalizzato, dove la tempesta di informazioni a disposizione non induce a riflettere ne a meditare, spingendo ad affidarci a filtri autoindotti senza possibilità di confronto e/o dibattito viso a viso. Dove sono le agenzie formative, i Pastori, i maestri, gli educatori, le associazioni, cerniere indispensabili tra la strada e il "Potere": mi viene da chiedermi Giorgio La Pira oggi dove si formerebbe? Il grido disperato del popolo chi lo ascolta e lo accoglie? Chi controlla che il profitto non sia perseguito esclusivamente per accumulare altro profitto e sia invece economia solidale costruita sui saperi e i bisogni dell'uomo? Caro don Geremia la sua lettera come le mie domande sono esortazioni che trovano risposta, riscontro e condivisione nei soli "cuori" che hanno la capacità di lanciare la propria mente e le proprie membra oltre l'ostacolo della vita quotidiana, agendo per un futuro che altri non vedono. In questi anni di politica attiva il mio impegno è stato, e lo sarà se sarò rieletto, proprio quello di portare avanti azioni che portino i "cuori" al grande salto, agendo in modo tale che tutti possano vivere dignitosamente. Le assicuro però che questo costa non poca fatica: sostenere idee e azioni che si arenano di fronte all'indifferenza dei più, lasciando al tornaconto dei pochi campo libero, è spesso avvilente. Agire e sentirsi come Don Chisciotte, non poter dare risposte concrete ai problemi posti dalla gente ti fa sentire sconfitto, ma non certo arreso. È necessario trovare soluzioni che portino a condividere un senso di appartenenza fra concittadini, che ricreino una "comunità", che poi è quello che lei da anni, nobilmente, cerca di fare. Posso assicurarle che se non si ricomincia con impegno comune a cercare soluzioni condivise su problematiche concrete, anche le nobili intenzioni si fermeranno sull'uscio del cuore».
Inizia così la lettera aperta scritta da Pasquale Colasuonno, candidato al Consiglio Comunale per la lista di Progetto Andria, in risposta all'appello lanciato nei giorni scorsi da Don Geremia Acri, responsabile di Casa Accoglienza nella Diocesi di Andria: «Soprattutto in un tempo in cui gli esempi sono via via più flebili e lontani, e dove l'impegno dei più è ripiegato sul proprio ombelico in una dialettica del tutto autoreferenziale. Ancor più in un mondo globalizzato, dove la tempesta di informazioni a disposizione non induce a riflettere ne a meditare, spingendo ad affidarci a filtri autoindotti senza possibilità di confronto e/o dibattito viso a viso. Dove sono le agenzie formative, i Pastori, i maestri, gli educatori, le associazioni, cerniere indispensabili tra la strada e il "Potere": mi viene da chiedermi Giorgio La Pira oggi dove si formerebbe? Il grido disperato del popolo chi lo ascolta e lo accoglie? Chi controlla che il profitto non sia perseguito esclusivamente per accumulare altro profitto e sia invece economia solidale costruita sui saperi e i bisogni dell'uomo? Caro don Geremia la sua lettera come le mie domande sono esortazioni che trovano risposta, riscontro e condivisione nei soli "cuori" che hanno la capacità di lanciare la propria mente e le proprie membra oltre l'ostacolo della vita quotidiana, agendo per un futuro che altri non vedono. In questi anni di politica attiva il mio impegno è stato, e lo sarà se sarò rieletto, proprio quello di portare avanti azioni che portino i "cuori" al grande salto, agendo in modo tale che tutti possano vivere dignitosamente. Le assicuro però che questo costa non poca fatica: sostenere idee e azioni che si arenano di fronte all'indifferenza dei più, lasciando al tornaconto dei pochi campo libero, è spesso avvilente. Agire e sentirsi come Don Chisciotte, non poter dare risposte concrete ai problemi posti dalla gente ti fa sentire sconfitto, ma non certo arreso. È necessario trovare soluzioni che portino a condividere un senso di appartenenza fra concittadini, che ricreino una "comunità", che poi è quello che lei da anni, nobilmente, cerca di fare. Posso assicurarle che se non si ricomincia con impegno comune a cercare soluzioni condivise su problematiche concrete, anche le nobili intenzioni si fermeranno sull'uscio del cuore».