Comunali 2015, Colasuonno: «Attività intensa in questi cinque anni»
Le parole del candidato di Progetto Andria alla ricerca della conferma
venerdì 29 maggio 2015
«Sto provando a sintetizzare quanto da me fatto in qualità di consigliere di opposizione, nel corso della legislatura che si sta concludendo. Ho spiegato che lo facevo perché al di là delle parole, volevo che parlassero i fatti: come un lavoratore mostra il suo curriculum al capo per conquistarsi la sua fiducia, così un candidato fa con gli elettori per meritarne il voto. Ecco allora cosa ho fatto, assieme ai miei compagni di battaglie, negli ultimi tre anni». Sono le parole di Pasquale Colasuonno, candidato alla carica di consigliere comunale della lista Progetto Andria, che riassume la sua attività politica da ex componente della massima assise cittadina.
«Nel 2013 le interpellanze presentate furono una sessantina - ha detto Colasuonno - fra queste ce n'era una in cui sollecitavo la costruzione dell'impianto di biostabilizzazione nella discarica di Andria, per evitare i problemi di cui stiamo apprendendo in questi giorni; e una in cui chiedevo che gli andriesi fossero agevolati nell'accesso al Castel del Monte e non trattati come turisti qualsiasi. Ancora, segnalai, valutando il bilancio comunale, che la giunta Giorgino spendeva per feste e rassegne 4 volte la cifra totale spesa per agricoltura, industria, commercio e artigianato. Quell'anno fu assegnato anche l'appalto per la raccolta di rifiuti ed io denunciai il fatto che se lo fosse aggiudicato l'unico partecipante, nonché il fatto che la Procura di Monza aveva fatto notare irregolarità su tutta la vicenda. Poi sappiamo com'è finita. Infine chiesi perché nel 2011, approvato il progetto di riqualificazione dello stadio di Sant'Angelo dei Ricchi, il Comune scelse di affittare campi privati senza procedere alla riqualificazione: andate oggi a vedere in che stato è quel campo».
«Nel 2014 la Corte dei conti iniziò con i suoi avvertimenti. Fece sapere che il Comune non riscuoteva i contributi dovuti da diverse società, chiedeva un elenco analitico degli incarichi affidati nel 2013, segnalava che le previsioni di bilancio erano lontanissime dal bilancio effettivo. Io resi pubblico il tutto e chiesi spiegazioni ai nostri amministratori, nessuno seppe rispondere. Nessuno nell'immediato si curò neanche del fatto che il depuratore di Andria che sbocca a Barletta, faceva registrare parametri fuori legge rivelandosi un pericolo per tutti i bagnanti della provincia; come non si curò nessuno del fatto che il progetto di pista ciclabile interessava solo 5 vie del centro, lasciandola completamente scollegata dal resto della città. Provai a suscitare clamore su tutto ciò e su molto altro, ad esempio sul fatto che il tratto nuovo di tangenziale fu consegnato con quasi un anno di ritardo e 400 mila euro di spesa in più».
«Infine quest'anno, pochi mesi e comunque danni. Si è chiesto un prestito alla Tesoreria Comunale, ma l'Amministrazione non ha ancora pagato i suoi fornitori e le ditte che hanno lavorato per essa. Si era riusciti a far spostare l'ufficio igiene da via Mons. Di Donna a via Gabelli, ma a causa di ritardi si rischia di perdere i fondi FESR che consentirebbero lo spostamento. È stato riconfermato l'avvocato che tutela il Comune di Andria nella vicenda Sangalli, nonostante non sia riuscito a far risparmiare un solo centesimo agli andriesi, cosa invece che è riuscita all'avvocato del Comune di Monza. Su tutto questo sono intervenuto in sede di Consiglio. Questo, in estrema sintesi, quello che ho fatto in questi 5 anni di mandato. 5 anni in cui le difficoltà non sono mancate e in cui molte volte si è affacciata ai miei pensieri la pericolosa domanda "chi me lo fa fare?". La risposta più immediata sarebbe "l'amore per la mia città", ma non voglio essere retorico. La verità è che me lo ha fatto fare chi mi ha votato. I miei elettori mi hanno affidato un incarico e per un uomo con la mia formazione, accettarlo, voleva dire portarlo a termine. Ecco chi me lo ha fatto fare: il senso di responsabilità. Lo stesso senso di responsabilità che mi accompagnerà nei prossimi 5 anni se sarò rieletto. Proveremo a reagire, a dimostrare che Andria può essere altra cosa che non il deserto economico, intellettuale e culturale in cui vogliono trasformare le nostre città e il Sud in generale. Insieme possiamo farcela: vi do i miei fatti, oltre che la mia parola».
«Nel 2013 le interpellanze presentate furono una sessantina - ha detto Colasuonno - fra queste ce n'era una in cui sollecitavo la costruzione dell'impianto di biostabilizzazione nella discarica di Andria, per evitare i problemi di cui stiamo apprendendo in questi giorni; e una in cui chiedevo che gli andriesi fossero agevolati nell'accesso al Castel del Monte e non trattati come turisti qualsiasi. Ancora, segnalai, valutando il bilancio comunale, che la giunta Giorgino spendeva per feste e rassegne 4 volte la cifra totale spesa per agricoltura, industria, commercio e artigianato. Quell'anno fu assegnato anche l'appalto per la raccolta di rifiuti ed io denunciai il fatto che se lo fosse aggiudicato l'unico partecipante, nonché il fatto che la Procura di Monza aveva fatto notare irregolarità su tutta la vicenda. Poi sappiamo com'è finita. Infine chiesi perché nel 2011, approvato il progetto di riqualificazione dello stadio di Sant'Angelo dei Ricchi, il Comune scelse di affittare campi privati senza procedere alla riqualificazione: andate oggi a vedere in che stato è quel campo».
«Nel 2014 la Corte dei conti iniziò con i suoi avvertimenti. Fece sapere che il Comune non riscuoteva i contributi dovuti da diverse società, chiedeva un elenco analitico degli incarichi affidati nel 2013, segnalava che le previsioni di bilancio erano lontanissime dal bilancio effettivo. Io resi pubblico il tutto e chiesi spiegazioni ai nostri amministratori, nessuno seppe rispondere. Nessuno nell'immediato si curò neanche del fatto che il depuratore di Andria che sbocca a Barletta, faceva registrare parametri fuori legge rivelandosi un pericolo per tutti i bagnanti della provincia; come non si curò nessuno del fatto che il progetto di pista ciclabile interessava solo 5 vie del centro, lasciandola completamente scollegata dal resto della città. Provai a suscitare clamore su tutto ciò e su molto altro, ad esempio sul fatto che il tratto nuovo di tangenziale fu consegnato con quasi un anno di ritardo e 400 mila euro di spesa in più».
«Infine quest'anno, pochi mesi e comunque danni. Si è chiesto un prestito alla Tesoreria Comunale, ma l'Amministrazione non ha ancora pagato i suoi fornitori e le ditte che hanno lavorato per essa. Si era riusciti a far spostare l'ufficio igiene da via Mons. Di Donna a via Gabelli, ma a causa di ritardi si rischia di perdere i fondi FESR che consentirebbero lo spostamento. È stato riconfermato l'avvocato che tutela il Comune di Andria nella vicenda Sangalli, nonostante non sia riuscito a far risparmiare un solo centesimo agli andriesi, cosa invece che è riuscita all'avvocato del Comune di Monza. Su tutto questo sono intervenuto in sede di Consiglio. Questo, in estrema sintesi, quello che ho fatto in questi 5 anni di mandato. 5 anni in cui le difficoltà non sono mancate e in cui molte volte si è affacciata ai miei pensieri la pericolosa domanda "chi me lo fa fare?". La risposta più immediata sarebbe "l'amore per la mia città", ma non voglio essere retorico. La verità è che me lo ha fatto fare chi mi ha votato. I miei elettori mi hanno affidato un incarico e per un uomo con la mia formazione, accettarlo, voleva dire portarlo a termine. Ecco chi me lo ha fatto fare: il senso di responsabilità. Lo stesso senso di responsabilità che mi accompagnerà nei prossimi 5 anni se sarò rieletto. Proveremo a reagire, a dimostrare che Andria può essere altra cosa che non il deserto economico, intellettuale e culturale in cui vogliono trasformare le nostre città e il Sud in generale. Insieme possiamo farcela: vi do i miei fatti, oltre che la mia parola».