Salvare il Teatro Astra? Chiamati a raccolta gli andriesi illustri

Dopo le firme raccolte su apre la discussione: Suriano propone alcune strade, i conti di gestione tornano

martedì 31 gennaio 2017 10.48
Come salvare il Teatro Astra? La domanda rimbalza dappertutto in città. Ne discutono gli addetti ai lavori e i politici, ne discutono anche semplici cittadini. «Tutti ricordano con nostalgico piacere i tempi andati, quando l'Astra funzionava a pieno ritmo. Da qualche mese la nostra città si è spaccata in due a guisa dei Guelfi e Ghibellini, dei Bianchi e dei Neri, dei Milanisti e gli Interisti. C'è lo schieramento dei possibilisti che sono convinti che il Teatro Astra può essere recuperato. C'è lo schieramento opposto che sostiene il contrario: il Teatro Astra è morto. Per loro non ci sono più i presupposti per un suo pieno recupero. È pura follia! Abbandonato com'è fatiscente, decrepito, privo ormai persino di uscite di sicurezza!», commenta il prof. Riccardo Suriano, storico andriese tra i fondatori del Co.Ado, il Comitato di adozione che dal 1° Vicolo San Bartolomeo.

«Noi che consideriamo molto scandaloso e assurdo che Andria, una città di oltre centomila abitanti, capoluogo di provincia, dotata di un patrimonio storico, economico e culturale eccellente, a partire dal suo " Colosseo del Medioevo", cioè Castel del Monte, patrimonio UNESCO, possa essere priva di una istituzione importante come il teatro, sosteniamo a spada tratta che l'antico Teatro Astra vada salvato. A maggior ragione che, oggi, si dice che la cultura è ricchezza. Anche un teatro, gestito come si deve, è fonte di ricchezza e di benessere. Ma è anche occasione di crescita civile, sociale e intellettuale. Può dare lavoro e occupazione, può incentivare lo sviluppo di un indotto che prima c'era e oggi non c'è più. La capienza del vecchio Teatro Astra era di 600 posti. Si fa presto a calcolare il giro d'affari nell'arco di un anno solare. Moltiplichiamo i seicento posti per 26 giorni al mese: il risultato è di 15.600 spettatori. La moltiplichiamo per 12 mesi all'anno e ricaviamo la ragguardevole cifra di 187.200. Moltiplicando il numero totale degli spettatori per il costo medio di un biglietto di 7,00 €uro, si ricava l'incasso complessivo di un anno: €uro 1.310.400,00. Pagate tutte le spese di gestione, sono convinto che il bilancio annuale sarebbe più che positivo».

Come salvare il Teatro Astra? «Se il Comune di Andria decide di acquisirlo direttamente dalle attuali proprietarie - spiega Suriano - formuli un progetto esaustivo da presentare all'Unione Europea nell'ambito dei nuovi bandi riservati ai beni culturali. L'ex Rettore dell'Università degli studi di Foggia, il prof Giulio Volpe, attuale Presidente del Consiglio superiore dei beni culturali e paesaggistici, ha dichiarato, in un recente convegno a Canosa di Puglia, che il nuovo asse strategico europeo 2016-2025 stanzia milioni e milioni di euro di finanziamenti pubblici per i beni culturali, destinati al loro recupero, al restauro, all'acquisizione e ha invitato ad approntare progetti, progetti, progetti. Oppure si può pensare alla creazione di un grande Consorzio con gli imprenditori locali illuminati. Un'altra via può essere quella di coinvolgere direttamente i nostri grandi attori di teatro e di cinema, come Riccardo Scamarcio e Lino Banfi, insieme alle brillanti figure della carta stampata come Nicola Porro, Francesco Giorgino e Saverio Montingelli o delle professioni come il dott. Lorenzo Bonomo o del lavoro come Pomarico».

Ed ecco che in chiave ironica arriva anche la quarta via: «Se tutto ciò non bastasse, allora suggeriamo di rivolgersi ai grandi imprenditori cinesi. Diciamo la verità senza falsi pudori. Oggi i magnati del Sol Levante, nel mondo globalizzato, acquistano persino le squadre di calcio più blasonate d'Italia, come l'Inter e il Milan».