Cinque arresti ed indagini che proseguono: si allarga l'affaire rifiuti ad Andria
Nuovo provvedimento per l'ex assessore Lotito già detenuto a Monza per l'altro filone Sangalli
lunedì 17 febbraio 2014
12.25
Questa volta è la Procura di Trani ad ordinare l'arresto ai domiciliari di cinque persone per l'affaire rifiuti ad Andria, tra cui diversi dirigenti dell'Aimeri Ambiente ed una nuova misura cautelare per l'ex assessore all'ambiente, Francesco Lotito, già agli arresti nel carcere di Monza per l'altro filone dell'inchiesta in cui è coinvolta la famiglia Sangalli. In tutto sono cinque gli arresti tra cui Orazio Colimberti capoarea dell'Aimeri, Massimo Zurli responsabile dell'azienda per Puglia ed all'epoca dei fatti per Andria, Luca Venturin direttore area operativa del gruppo Biancamano spa, cui fa capo l'Aimeri ed il Presidente della stessa Biancamano spa, Giovanni Battista Pizzimbone. Per tutti l'ipotesi di reato, a vario titolo, è "turbata libertà del procedimento di scelta del contraente" nonché concussione della quale è accusato proprio lo stesso Lotito. Le indagini proseguono per il coinvolgimento di almeno altri tre andriesi, che secondo l'ipotesi della Procura, furono assunti nell'azienda di raccolta dei rifiuti con la pressione dell'ex assessore andriese sia nel ruolo di netturbini che di capo cantiere.
Le indagini sono partite a seguito dell'attentato dinamitardo contro il mobilificio dello stesso Lotito nel marzo del 2011. Di qui, attraverso intercettazioni telefoniche ed ambientali, si è risalito al filone Aimeri curato dalla Procura di Trani. L'appalto dei rifiuti solidi urbani con raccolta "porta a porta", da 90 milioni di euro per i Comuni di Andria e Canosa di Puglia, infatti, è stato posto sotto la lente d'ingrandimento dei Carabinieri che hanno portato alla luce i frequenti contatti tra i quattro dirigenti dell'Aimeri e Lotito, secondo l'accusa, per far sì che il bando fosse aggiudicato alla stessa azienda. I frenetici contatti, soprattutto con il Presidente Pizzimbone, portarono proprio all'assunzione di due nuovi netturbini nonchè l'avanzamento di mansione per un altro personaggio già assunto dall'Aimeri. L'attività della Procura di Monza, poi, ha scoperchiato il sistema Sangalli che, difatto, ha potuto contare su di un bando nel quale è stata l'unica azienda partecipante ed ovviamente vincitrice.
La stessa Aimeri, tuttavia, resta implicata nella vicenda pur non avendo partecipato al bando, poichè non avrebbe avuto i requisiti per farlo, perchè la società ha in essere altri appalti ed il reato potrebbe essere nuovamente perpetrato. L'azienda della Biancamano propose ricorso al TAR nel luglio del 2011 contro la legittimità del bando stesso, ma il ricorso fu bocciato dal Tribunale Amministrativo. Nessuna prova al momento, come ribadito dal PM Maralfa che ha coordinato le indagini, che l'attentato dinamitardo fosse collegato alla vicenda appalto dei rifiuti. Gli inquirenti ipotizzano che si possa trattare di un avvertimento per promesse elettorali (elezioni un anno prima nel 2010) non rispettate.
«Questa vicenda ha turbato non poco l'opinione pubblica e la normale attività e stabilità amministrativa della Città di Andria - ha detto il Procuratore della Repubblica di Trani, Capristo - le indagini sono ancora in corso e c'è stata piena sintonia con la Procura di Monza per lo scambio di informazioni e per ricostruire per intero l'accusa ed il quadro generale. Capite bene che lo stesso Lotito, gestendo un ambito molto grande e vasto, ha potuto indurre la stessa amministrazione in una serie di problemi in buona parte a loro insaputa. Questo è sicuramente uno dei tasselli più gravi poichè in questi bandi di così grande rilevanza e soprattutto nello smaltimento dei rifiuti, si annida la criminalità organizzata poichè ci si assicurano introiti grandi, scambi di favori e riciclo di denaro. E' evidente che non si vuole buttare la croce addosso a tutti, ma è sicuramente un settore nel quale bisogna avere sempre gli occhi aperti».
Le indagini sono partite a seguito dell'attentato dinamitardo contro il mobilificio dello stesso Lotito nel marzo del 2011. Di qui, attraverso intercettazioni telefoniche ed ambientali, si è risalito al filone Aimeri curato dalla Procura di Trani. L'appalto dei rifiuti solidi urbani con raccolta "porta a porta", da 90 milioni di euro per i Comuni di Andria e Canosa di Puglia, infatti, è stato posto sotto la lente d'ingrandimento dei Carabinieri che hanno portato alla luce i frequenti contatti tra i quattro dirigenti dell'Aimeri e Lotito, secondo l'accusa, per far sì che il bando fosse aggiudicato alla stessa azienda. I frenetici contatti, soprattutto con il Presidente Pizzimbone, portarono proprio all'assunzione di due nuovi netturbini nonchè l'avanzamento di mansione per un altro personaggio già assunto dall'Aimeri. L'attività della Procura di Monza, poi, ha scoperchiato il sistema Sangalli che, difatto, ha potuto contare su di un bando nel quale è stata l'unica azienda partecipante ed ovviamente vincitrice.
La stessa Aimeri, tuttavia, resta implicata nella vicenda pur non avendo partecipato al bando, poichè non avrebbe avuto i requisiti per farlo, perchè la società ha in essere altri appalti ed il reato potrebbe essere nuovamente perpetrato. L'azienda della Biancamano propose ricorso al TAR nel luglio del 2011 contro la legittimità del bando stesso, ma il ricorso fu bocciato dal Tribunale Amministrativo. Nessuna prova al momento, come ribadito dal PM Maralfa che ha coordinato le indagini, che l'attentato dinamitardo fosse collegato alla vicenda appalto dei rifiuti. Gli inquirenti ipotizzano che si possa trattare di un avvertimento per promesse elettorali (elezioni un anno prima nel 2010) non rispettate.
«Questa vicenda ha turbato non poco l'opinione pubblica e la normale attività e stabilità amministrativa della Città di Andria - ha detto il Procuratore della Repubblica di Trani, Capristo - le indagini sono ancora in corso e c'è stata piena sintonia con la Procura di Monza per lo scambio di informazioni e per ricostruire per intero l'accusa ed il quadro generale. Capite bene che lo stesso Lotito, gestendo un ambito molto grande e vasto, ha potuto indurre la stessa amministrazione in una serie di problemi in buona parte a loro insaputa. Questo è sicuramente uno dei tasselli più gravi poichè in questi bandi di così grande rilevanza e soprattutto nello smaltimento dei rifiuti, si annida la criminalità organizzata poichè ci si assicurano introiti grandi, scambi di favori e riciclo di denaro. E' evidente che non si vuole buttare la croce addosso a tutti, ma è sicuramente un settore nel quale bisogna avere sempre gli occhi aperti».