Chi sta fermando lo sviluppo economico della città di Andria?
Presidente Unimpresa Bat: "Andria città bloccata"
mercoledì 17 maggio 2017
13.24
Le ultime vicende legate a questioni attinenti lo sviluppo economico della nostra città hanno portato ad alcune riflessioni. Ospitiamo quindi l'intervento di Savino Montaruli, quale responsabile territoriale di Unimpresa Bat.
"La mancata realizzazione del ponte di inversione sulla nuova Andria-Trani, preannunciato e mai realizzato, con gravissime conseguenze per gli opifici e le industrie dell'area; la chiusura ed il trasferimento di alcuni uffici finanziari ed economici di primaria importanza, tutti prima ubicati nella città di Andria e portati altrove; la problematica dello smantellamento dei dehors esterni ai pubblici esercizi, dopo averli "autorizzati" con enorme dispendio di denaro ed investimenti importanti a carico degli Operatori economici; la chiusura della Camera di Commercio; la mancata realizzazione della rete di mercatini rionali; la mancata riqualificazione della Fiera di Aprile e l'assenza della Programmazione Strategica del Commercio; lo stato di abbandono della Zona Insediamenti Produttivi e l'incapacità ad utilizzare fondi pubblici per la riqualificazione economica e territoriale; l'assenza pressoché totale di politiche occupazionali con lo sfaldamento definitivo di un tessuto sociale ed economico reso fragilissimo e praticamente al collasso, unitamente all'incapacità di guardare a strategie di rete sono tutti sintomi di uno stato di paralisi complessivi di quella che era la città, Andria, invidiata e più promettente fino a vent'anni addietro".
E Montaruli aggiunge: "Che alla base di tutto questo degrado e deterioramento ci possa essere una precisa strategia sarebbe difficile da pensare, anche perché si facendo si creerebbe un alibi accomodante per mascherare incapacità allo stato puro che sono sicuramente l'elemento principale di questa escalation negativa che porta la città ed il territorio, amministrato praticamente tutto con lo stesso "metodo", alla condizione in cui si trova oggi.
Andria dunque completamente "città bloccata", da tutti i punti di vista, principalmente da quello politico/amministrativo dove l'asticella della discussione non si riesce a sollevarla di un solo millimetro e si continua a volare basso, rasoterra.
Eppure le potenzialità sono ancora tutte intatte. Certo alcune importanti professionalità sono andate irrimediabilmente perdute a causa della crisi perdurante del settore manifatturiero e dell'edilizia ma le potenzialità restano ancora enormi, se solo fossero individuate e ben utilizzate. Quella potenzialità stanno scappando da questo territorio e su questo sono sempre in pochi a riflettere ed a confrontarsi, con le conseguenze che sono sotto gli occhi di tutti.
Fino ad oggi solo grazie a quelle potenzialità e all'unico, esclusivo merito della capacità imprenditoriale individuale di ciascun Operatore si è riusciti ad avere una parvenza di crescita e di sviluppo ma manca ancora il Progresso e qui le responsabilità sono tutte di una classe politica di valore indecifrabile, di una classe dirigente spesso asservita e mai autonoma; di un ambiente politico/amministrativo litigioso e concentrato unicamente a salvaguardare posizioni di privilegio e di ambizioni personali.
Se per porre fine a tutto questo serve una svolta decisa e radicale allora ben venga ma basta con la sostituzione di "pedine" che fanno parte, tutte, dello stesso scacchiere perché i risultati del nepotismo politico e della dirigenza di appartenenza, anche in questo territorio e nella città di Andria, hanno dato risultati nefasti da far invidia alle peggiori amministrazioni di condominio".
"La mancata realizzazione del ponte di inversione sulla nuova Andria-Trani, preannunciato e mai realizzato, con gravissime conseguenze per gli opifici e le industrie dell'area; la chiusura ed il trasferimento di alcuni uffici finanziari ed economici di primaria importanza, tutti prima ubicati nella città di Andria e portati altrove; la problematica dello smantellamento dei dehors esterni ai pubblici esercizi, dopo averli "autorizzati" con enorme dispendio di denaro ed investimenti importanti a carico degli Operatori economici; la chiusura della Camera di Commercio; la mancata realizzazione della rete di mercatini rionali; la mancata riqualificazione della Fiera di Aprile e l'assenza della Programmazione Strategica del Commercio; lo stato di abbandono della Zona Insediamenti Produttivi e l'incapacità ad utilizzare fondi pubblici per la riqualificazione economica e territoriale; l'assenza pressoché totale di politiche occupazionali con lo sfaldamento definitivo di un tessuto sociale ed economico reso fragilissimo e praticamente al collasso, unitamente all'incapacità di guardare a strategie di rete sono tutti sintomi di uno stato di paralisi complessivi di quella che era la città, Andria, invidiata e più promettente fino a vent'anni addietro".
E Montaruli aggiunge: "Che alla base di tutto questo degrado e deterioramento ci possa essere una precisa strategia sarebbe difficile da pensare, anche perché si facendo si creerebbe un alibi accomodante per mascherare incapacità allo stato puro che sono sicuramente l'elemento principale di questa escalation negativa che porta la città ed il territorio, amministrato praticamente tutto con lo stesso "metodo", alla condizione in cui si trova oggi.
Andria dunque completamente "città bloccata", da tutti i punti di vista, principalmente da quello politico/amministrativo dove l'asticella della discussione non si riesce a sollevarla di un solo millimetro e si continua a volare basso, rasoterra.
Eppure le potenzialità sono ancora tutte intatte. Certo alcune importanti professionalità sono andate irrimediabilmente perdute a causa della crisi perdurante del settore manifatturiero e dell'edilizia ma le potenzialità restano ancora enormi, se solo fossero individuate e ben utilizzate. Quella potenzialità stanno scappando da questo territorio e su questo sono sempre in pochi a riflettere ed a confrontarsi, con le conseguenze che sono sotto gli occhi di tutti.
Fino ad oggi solo grazie a quelle potenzialità e all'unico, esclusivo merito della capacità imprenditoriale individuale di ciascun Operatore si è riusciti ad avere una parvenza di crescita e di sviluppo ma manca ancora il Progresso e qui le responsabilità sono tutte di una classe politica di valore indecifrabile, di una classe dirigente spesso asservita e mai autonoma; di un ambiente politico/amministrativo litigioso e concentrato unicamente a salvaguardare posizioni di privilegio e di ambizioni personali.
Se per porre fine a tutto questo serve una svolta decisa e radicale allora ben venga ma basta con la sostituzione di "pedine" che fanno parte, tutte, dello stesso scacchiere perché i risultati del nepotismo politico e della dirigenza di appartenenza, anche in questo territorio e nella città di Andria, hanno dato risultati nefasti da far invidia alle peggiori amministrazioni di condominio".