Decoro urbano: chi sporca i muri potrà adesso essere condannato a ripulirli

Un fenomeno sempre più diffuso che interessa purtroppo anche Andria

mercoledì 1 marzo 2017
Una novità legislativa giunge dal Governo Gentiloni al fine di contrastare il triste fenomeno del degrado che affligge i centri urbani.
Non solo persone indesiderate, come spacciatori o i delinquenti abituali, potranno essere allontanati da particolari luoghi (es. centri storici, luoghi frequentati da minori etc.), ma con il recentissimo decreto legge n. 14 del 20 febbraio 2017 che disciplina la promozione della sicurezza integrata e definisce la sicurezza urbana quale bene pubblico, adesso sarà possibile far condannare chi imbratta i muri con scritte o graffiti o ripulendo il muro o a pagare le spese per il suo recupero.

Una bella notizia per i tanti negozianti o proprietari di immobili, e ad Andria sono veramente tanti, che hanno visto la loro serranda o facciata deturpata da scritte o murales.
Adesso infatti, con le immagini che vengono riprese dalle telecamere, queste dovranno essere accompagnate alla denuncia presentata alle Forze dell'ordine. La persona individuata che sarà ritenuta colpevole dal giudice competente del reato di cui all'art. 639 del codice penale, ovvero del deturpamento o imbrattamento di cose altrui, potrà essere anche condannato, al ripristino ed alla ripulitura dei luoghi oppure a sostenere le spese o a rimborsare quelle sostenute dal proprietario.

Pensiamo a quanto spendono ad esempio i Comuni per ripulire i muri degli edifici pubblici, come scuole, monumenti etc. da queste orribili scritte.
Solo la città di Andria ha visto nel recentissimo passato tantissimi interventi da parte del personale della Soc. AndriaMultiservice che con solventi costosi e tante giornate lavorative ha dovuto ripulire muri e facciate pubbliche.
Con le spese di condanna per questi incivili si potrà dotare la città di altre telecamere così da permettere il monitoraggio continuo di luoghi a rischio, innalzando così il livello di sicurezza della città.