Che sudici questi Sacchi di Sabbia. (O sono avanti?)
Castel dei Mondi: ieri sera la replica de “I dialoghi degli dei”
domenica 8 settembre 2019
10.24
Driiin. Suona la campanella. La professoressa interroga a sorpresa: "Chi sono loro?". Due figure vestite in tunica bianca scostano le mani dal volto per svelare la loro immagine che nulla racconta del personaggio che interpretano ma che è sufficiente a stimolare l'immaginazione perché, come affermano i personaggi, "Stanislavskij è superato e il teatro è fantasia".
"Sono Zeus ed Era". "Carbone: 2. Parrotto: 8".
Sono tutti ripetenti I Sacchi di Sabbia che per la quarta volta salgono sul palco del Festival Castel dei Mondi e per la 23° edizione portano in scena (6 e 7 settembre) al Palazzo Ducale I dialoghi degli dei. La compagnia tosco-napoletana, nata a Pisa, persegue la sua vocazione all'ironia e allo sperimentalismo linguistico per confrontarsi con un grande classico dell'umorismo, Luciano di Samosata. I suoi Dialoghi sono declamati - quasi asetticamente, come a voler restituire un testo non contaminato dall'interpretazione - dai due personaggi in tunica che prendono le sembianze ora di un dio, ora di un altro, affidandosi per i cambi di costume esclusivamente alla fantasia dello spettatore.
«Abbiamo incapsulato il racconto del mito greco nel meccanismo di un'interrogazione spietata dai ritmi incalzanti, basati su un lavoro su dizione e fraseggio quasi jazzistico - racconta Giovanni Guerrieri, co-autore della sceneggiatura insieme a Massimiliano Civica -. Dopo Andromaca, portata al Festival nel 2018, abbiamo nuovamente scommesso sulla capacità di un classico di essere ancora oggi dissacrante». Infatti, i Dialoghi sono un'occasione per parlare di tematiche attuali – ora come allora – quali omosessualità, unioni civili e genitorialità e la riflessione è affidata al ping pong tra i due studenti che provocano lo spettatore: «Che sudici questi Greci!», «Stavano avanti!».
I Sacchi di Sabbia, nel loro ventiquattresimo anno di attività, accanto al mito e all'attualità aprono uno spazio alla riflessione sul teatro, luogo in cui tutto è possibile e chiedono al loro pubblico di sottoscrivere quel patto di sospensione dell'incredulità e rispondere empaticamente al gioco. Così degli studenti di liceo possono avere i capelli bianchi, o non averli proprio, e ad Atena bastano due dita di una mano per venir fuori dalla testa di Zeus; e bisogna ammettere che, se teatro chiama, Andria risponde e accorre per riempire le poltrone sino alle ultime file.
«Siamo tornati al Castel dei Mondi per la quarta volta e ogni volta la città è più viva, il pubblico più vero– racconta la compagnia -. Con il direttore artistico, Riccardo Carbutti, portiamo avanti un'amicizia ormai decennale e sposiamo la sua battaglia per tenere in vita il Festival».
"Sono Zeus ed Era". "Carbone: 2. Parrotto: 8".
Sono tutti ripetenti I Sacchi di Sabbia che per la quarta volta salgono sul palco del Festival Castel dei Mondi e per la 23° edizione portano in scena (6 e 7 settembre) al Palazzo Ducale I dialoghi degli dei. La compagnia tosco-napoletana, nata a Pisa, persegue la sua vocazione all'ironia e allo sperimentalismo linguistico per confrontarsi con un grande classico dell'umorismo, Luciano di Samosata. I suoi Dialoghi sono declamati - quasi asetticamente, come a voler restituire un testo non contaminato dall'interpretazione - dai due personaggi in tunica che prendono le sembianze ora di un dio, ora di un altro, affidandosi per i cambi di costume esclusivamente alla fantasia dello spettatore.
«Abbiamo incapsulato il racconto del mito greco nel meccanismo di un'interrogazione spietata dai ritmi incalzanti, basati su un lavoro su dizione e fraseggio quasi jazzistico - racconta Giovanni Guerrieri, co-autore della sceneggiatura insieme a Massimiliano Civica -. Dopo Andromaca, portata al Festival nel 2018, abbiamo nuovamente scommesso sulla capacità di un classico di essere ancora oggi dissacrante». Infatti, i Dialoghi sono un'occasione per parlare di tematiche attuali – ora come allora – quali omosessualità, unioni civili e genitorialità e la riflessione è affidata al ping pong tra i due studenti che provocano lo spettatore: «Che sudici questi Greci!», «Stavano avanti!».
I Sacchi di Sabbia, nel loro ventiquattresimo anno di attività, accanto al mito e all'attualità aprono uno spazio alla riflessione sul teatro, luogo in cui tutto è possibile e chiedono al loro pubblico di sottoscrivere quel patto di sospensione dell'incredulità e rispondere empaticamente al gioco. Così degli studenti di liceo possono avere i capelli bianchi, o non averli proprio, e ad Atena bastano due dita di una mano per venir fuori dalla testa di Zeus; e bisogna ammettere che, se teatro chiama, Andria risponde e accorre per riempire le poltrone sino alle ultime file.
«Siamo tornati al Castel dei Mondi per la quarta volta e ogni volta la città è più viva, il pubblico più vero– racconta la compagnia -. Con il direttore artistico, Riccardo Carbutti, portiamo avanti un'amicizia ormai decennale e sposiamo la sua battaglia per tenere in vita il Festival».