Centro Zenith: «L'ergastolo è una pena di morte nascosta»
Il punto di vista del prof. Antonello Fortunato, responsabile del sodalizio cittadino
venerdì 16 febbraio 2024
16.39
«A proposito della scarcerazione di uno dei responsabili dell'atroce morte di Graziella Mansi, sentiamo il dovere di non condividere assolutamente il clima di vendetta che si legge sui social. Come associazione di volontariato da anni impegnata in percorsi di integrazione di ragazzi speciali, ma anche di persone che fanno un percorso riabilitativo rispetto al carcere, sentiamo di affermare che "ogni uomo è più del suo errore". Se vogliamo arginare il male è necessario credere in possibilità di riscatto. Il reato va certamente pagato, la giustizia deve fare il suo corso. Aggiungo anche la vicinanza e il nostro profondo rispetto del dolore dei genitori della piccola Graziella, e tuttavia pensiamo e ribadiamo che una pena come l'ergastolo non sarà mai in grado di fare giustizia . Un uomo, qualsiasi reato abbia commesso, non può essere annullato. Punito sì, ma non distrutto per sempre. E poi l'ergastolo non funziona, non è un deterrente, può solo alimentare il male, e fa sentire vittime del reato, anche se il reato è il loro», è il punto di vista del prof. Antonello Fortunato, responsabile del sodalizio cittadino.