Centrale a Biomasse: il Consiglio Comunale ribadisce il suo "no"
Lunga discussione ieri sera: un solo voto contrario e niente variazione urbanistica
martedì 19 novembre 2013
15.07
E' stata approvata a maggioranza, ma con un solo voto contrario, la delibera che ieri sera ha impegnato in una lunga ed animata discussione il Consiglio Comunale di Andria sull'autorizzazione di modifica urbanistica per l'insediamento di una centrale a biomasse in contrada Rivera sulla strada che collega Andria a Canosa al confine tra le due città ed in territorio puramente agricolo di pregio. Nella sostanza il 20 dicembre scorso vi fu già una delibera di Consiglio Comunale che riprendeva la vicenda relativa alla richiesta depositata dalla "Mamo New Energy srl" per la realizzazione di un impianto di produzione di energia elettrica di tipo Biomassa della potenza di 7,781 megawatt in quel territorio. Si deliberò, ovviamente, non sull'impianto in sé che aveva l'autorizzazione unica regionale, ma sulla modifica urbanistica per il passaggio da area irrigua di particolare pregio a zona industriale. La stessa azienda, tuttavia, ha presentato ricorso al T.A.R. di Puglia che a marzo di questo anno ha reso sostanzialmente vana la delibera del Consiglio Comunale.
La sentenza del Tar dello scorso 7 marzo, emessa dalla Prima Sezione del Tribunale, rimette tutto in discussione: la deliberazione comunale, infatti, appare "carente di motivazioni" secondo i giudici amministrativi. Il Comune si è appellato contro la sentenza al Consiglio di Stato che ha ratificato con una specifica in più quanto detto dal Tar: il consiglio comunale, infatti, resta l'unico che può legiferare per quel che concerne le variazioni urbanistiche. E ieri sera, quindi, quasi al completo, l'assise comunale ha ratificato la volontà di non modificare lo stato dei luoghi di particolare pregio agricolo alla presenza di molti cittadini.
La vicenda, tuttavia, è lunga e complessa: infatti, il progetto della Centrale a Biomasse è stato presentato nel 2007 ma nel 2008 è stata modificata la legge regionale che disciplina la materia delle energie rinnovabili ed in particolare rivenienti da Biomasse. Ora l'adozione del PPTR, poi, ha ancora una volta modificato le condizioni per le aree sottoposte a vincolo di qualsiasi genere. A rendere più complessa la vicenda, poi, la potenza dell'impianto di combustione e la necessità di veder utilizzata la filiera "lunga" per l'alimentazione della centrale di combustione. In pratica, nel progetto, è specificato che l'obiettivo è la produzione di energia elettrica mediante l'utilizzo di fonti rinnovabili quali l'olio vegetale prodotto attraverso la coltivazione del girasole o gli scarti di lavorazione agricola, ma il tutto non può esser supportato dalle coltivazioni locali neanche per il 40% del fabbisogno come indicato da una fliiera "corta" di produzione. Il costo dell'opera supera i 15 milioni di euro.
La sentenza del Tar dello scorso 7 marzo, emessa dalla Prima Sezione del Tribunale, rimette tutto in discussione: la deliberazione comunale, infatti, appare "carente di motivazioni" secondo i giudici amministrativi. Il Comune si è appellato contro la sentenza al Consiglio di Stato che ha ratificato con una specifica in più quanto detto dal Tar: il consiglio comunale, infatti, resta l'unico che può legiferare per quel che concerne le variazioni urbanistiche. E ieri sera, quindi, quasi al completo, l'assise comunale ha ratificato la volontà di non modificare lo stato dei luoghi di particolare pregio agricolo alla presenza di molti cittadini.
La vicenda, tuttavia, è lunga e complessa: infatti, il progetto della Centrale a Biomasse è stato presentato nel 2007 ma nel 2008 è stata modificata la legge regionale che disciplina la materia delle energie rinnovabili ed in particolare rivenienti da Biomasse. Ora l'adozione del PPTR, poi, ha ancora una volta modificato le condizioni per le aree sottoposte a vincolo di qualsiasi genere. A rendere più complessa la vicenda, poi, la potenza dell'impianto di combustione e la necessità di veder utilizzata la filiera "lunga" per l'alimentazione della centrale di combustione. In pratica, nel progetto, è specificato che l'obiettivo è la produzione di energia elettrica mediante l'utilizzo di fonti rinnovabili quali l'olio vegetale prodotto attraverso la coltivazione del girasole o gli scarti di lavorazione agricola, ma il tutto non può esser supportato dalle coltivazioni locali neanche per il 40% del fabbisogno come indicato da una fliiera "corta" di produzione. Il costo dell'opera supera i 15 milioni di euro.