Castel del Monte: fontana ed erba preda d'incuria
Numerose segnalazioni di turisti e residenti nella zona murgiana. Nel frattempo la pineta diventa di proprietà del Comune di Andria
martedì 30 aprile 2013
10.14
Stagione piena per il turismo verso il Castel del Monte: gite, scolaresche, diverse nazionalità e preparazione all'accoglienza molto bassa. Le segnalazioni giunte in redazione sono moltissime ed il reportage fotografico allegato a questo articolo testimonia le sensazioni piuttosto negative di quelli che giungono sino alle pendici del Maniero Federiciano andriese. Come già anticipato quasi un mese fa da AndriaViva (Articolo dell'8 aprile 2013), la Pineta e la collinetta che cingono il monumento patrimonio dell'Unesco sono diventati gratuitamente del Comune di Andria dopo esser stati per quasi cinquant'anni di un'agenzia regionale per lo sviluppo della Riforma Fondiaria. Il prossimo 2 maggio l'ultimo atto a Palazzo di Città con la firma del passaggio di un iter iniziato nel 2006 quando la Regione Puglia ha cominciato a smantellare questi enti intermedi divenuti un dedalo di cariche e con pochissima produttività. Dalla proprietà della Pineta si potranno sviluppare numerose attività si spera, poichè la semplificazione delle competenze è un valore assoluto.
Ma restano fortissimi i problemi quotidiani a partire dai disservizi più piccoli per giungere a quelli più grandi. Castel del Monte a primo impatto ha un'aria piuttosto "abbandonata": nelle immediate vicinanze dell'ingresso, accanto alla scalinata il grano altissimo ha preso il posto di un più modesto e controllato prato dove spesso turisti o curiosi si fermavano per brevi o lunghe soste. La stessa scena è per tutto il perimetro dello stesso Castello e nell'immediato inizio della collinetta. E' complesso immaginare che l'accoglienza, anche in termini di immagine, non si basi su di una pulizia ordinaria e non straordinaria degli spazi attorno al monumento nella top 30 delle visite in Italia. In più una segnalazione è giunta sulla fontana che è meta di vero pellegrinaggio per diverse motivazioni accanto alla struttura che ospita i custodi del Maniero. Quella fontana, infatti, rifornisce moltissimi residenti o coltivatori, nonchè è meta degli stessi turisti: è attualmente rotta e rattoppata con dello scotch che presuppone un intervento chiaramente non professionale ma per fortuna a fatica ora l'acqua giunge. Sino ad una settimana fa e da oltre un mese anche l'acqua non usciva dal rubinetto. Le continue segnalazioni agli enti preposti non hanno fornito nessun aiuto o seguito.
Per non parlare dell'eco-mostro rimasto cantiere per oltre dieci anni ed ora abbandonato dopo il lunghissimo procedimento giudiziario che ha visto coinvolte le diverse parti in causa e delle quali approfondiremo in apposito articolo. Resta, tuttavia, la consapevolezza che l'accoglienza si forma e si organizza, che quel Maniero e tutto quello che ruota attorno al Castel del Monte in termini di servizi ed idee possono essere una grande risorsa lavorativa, che lo stesso monumento va difeso e curato con estrema attenzione per evitare che l'incuria scoraggi i visitatori e non ne protegga la storia millenaria. Ora ancor di più serve un coordinamento che programmi lo sviluppo della zona nel tempo e non in modo estemporaneo e poco organizzato, passando per gli interventi piccoli e per la valorizzazione delle risorse.
Ma restano fortissimi i problemi quotidiani a partire dai disservizi più piccoli per giungere a quelli più grandi. Castel del Monte a primo impatto ha un'aria piuttosto "abbandonata": nelle immediate vicinanze dell'ingresso, accanto alla scalinata il grano altissimo ha preso il posto di un più modesto e controllato prato dove spesso turisti o curiosi si fermavano per brevi o lunghe soste. La stessa scena è per tutto il perimetro dello stesso Castello e nell'immediato inizio della collinetta. E' complesso immaginare che l'accoglienza, anche in termini di immagine, non si basi su di una pulizia ordinaria e non straordinaria degli spazi attorno al monumento nella top 30 delle visite in Italia. In più una segnalazione è giunta sulla fontana che è meta di vero pellegrinaggio per diverse motivazioni accanto alla struttura che ospita i custodi del Maniero. Quella fontana, infatti, rifornisce moltissimi residenti o coltivatori, nonchè è meta degli stessi turisti: è attualmente rotta e rattoppata con dello scotch che presuppone un intervento chiaramente non professionale ma per fortuna a fatica ora l'acqua giunge. Sino ad una settimana fa e da oltre un mese anche l'acqua non usciva dal rubinetto. Le continue segnalazioni agli enti preposti non hanno fornito nessun aiuto o seguito.
Per non parlare dell'eco-mostro rimasto cantiere per oltre dieci anni ed ora abbandonato dopo il lunghissimo procedimento giudiziario che ha visto coinvolte le diverse parti in causa e delle quali approfondiremo in apposito articolo. Resta, tuttavia, la consapevolezza che l'accoglienza si forma e si organizza, che quel Maniero e tutto quello che ruota attorno al Castel del Monte in termini di servizi ed idee possono essere una grande risorsa lavorativa, che lo stesso monumento va difeso e curato con estrema attenzione per evitare che l'incuria scoraggi i visitatori e non ne protegga la storia millenaria. Ora ancor di più serve un coordinamento che programmi lo sviluppo della zona nel tempo e non in modo estemporaneo e poco organizzato, passando per gli interventi piccoli e per la valorizzazione delle risorse.