Castel del Monte: 18 anni di turisti, proteste e biglietti venduti
Nel '96 il riconoscimento dell'Unesco con 100mila visitatori, nel 2013 sono 194mila
martedì 6 maggio 2014
Sono passati ben 18 anni da quando il Castel del Monte è entrato a far parte della rete dei Patrimoni dell'Umanità riconosciuti dall'Unesco. Nel 1996, infatti, il prestigioso riconoscimento per il primo monumento nel mezzogiorno d'Italia. Da allora tante sono le lacune rimaste intatte dal punto di vista dell'organizzazione dell'offerta turistica. Visitatori che, tuttavia, restano di gran lunga di un numero maggiore rispetto a tutti gli altri monumenti pugliesi.
Analizzando i flussi annuali sia in termini di visite che di introiti dai biglietti staccati, balza subito all'attenzione come si sia passati dai 100mila visitatori del 1996 che fruttarono circa 115mila euro, ai 194mila visitatori del 2013 con 481mila euro di incassi. La curva di crescita dei turisti giunti a Castel del Monte si è bruscamente interrotta nel 2005 quando il numero dei visitatori si è attestato sui 216mila per incassi lordi totali di 292mila euro e l'inserimento nella top 30 dei monumenti più visitati in Italia. Risultato, quest'ultimo, conquistato per ben 6 volte a partire dal 1996. Gli anni d'oro del maniero federiciano sono stati quelli a cavallo tra il conio della monetina da 1 cent, sulla quale vi è raffigurato il Castel del Monte, nel 2002 (anno record con oltre 220mila turisti ed il 26esimo posto nella top 30) ed il 2004 con i 220mila visitatori ed i 290mila euro di incasso con la conferma nella top 30 al 26esimo posto. Poi il lento declino sino al 2008 anno in cui si è toccata quota 168mila visitatori con poco più di 260mila euro di incasso. Un picco nel 2011 con il superamento delle 200mila unità sino all'ultimo dato del 2013.
Tra balzi in avanti e tonfi indietro, il Castel del Monte di Andria resta una grande opportunità per tutto il territorio del nord barese ma della Puglia più in generale. I problemi, tuttavia, restano nell'accoglienza dei turisti e nella possibilità che i numeri siano ancor più stabilizzati verso l'alto con la necessità di offrire una diversificazione dell'offerta turistica. Posti di lavoro, nuovi metodi di comunicazione, trasparenza ed un centro di coordinamento snello per un monumento che resta tra i più visitati dell'Italia, nazione che continua a perdere fette di mercato in uno dei settori nei quali sarebbe necessario investire molte più risorse ed attenzione.
Analizzando i flussi annuali sia in termini di visite che di introiti dai biglietti staccati, balza subito all'attenzione come si sia passati dai 100mila visitatori del 1996 che fruttarono circa 115mila euro, ai 194mila visitatori del 2013 con 481mila euro di incassi. La curva di crescita dei turisti giunti a Castel del Monte si è bruscamente interrotta nel 2005 quando il numero dei visitatori si è attestato sui 216mila per incassi lordi totali di 292mila euro e l'inserimento nella top 30 dei monumenti più visitati in Italia. Risultato, quest'ultimo, conquistato per ben 6 volte a partire dal 1996. Gli anni d'oro del maniero federiciano sono stati quelli a cavallo tra il conio della monetina da 1 cent, sulla quale vi è raffigurato il Castel del Monte, nel 2002 (anno record con oltre 220mila turisti ed il 26esimo posto nella top 30) ed il 2004 con i 220mila visitatori ed i 290mila euro di incasso con la conferma nella top 30 al 26esimo posto. Poi il lento declino sino al 2008 anno in cui si è toccata quota 168mila visitatori con poco più di 260mila euro di incasso. Un picco nel 2011 con il superamento delle 200mila unità sino all'ultimo dato del 2013.
Tra balzi in avanti e tonfi indietro, il Castel del Monte di Andria resta una grande opportunità per tutto il territorio del nord barese ma della Puglia più in generale. I problemi, tuttavia, restano nell'accoglienza dei turisti e nella possibilità che i numeri siano ancor più stabilizzati verso l'alto con la necessità di offrire una diversificazione dell'offerta turistica. Posti di lavoro, nuovi metodi di comunicazione, trasparenza ed un centro di coordinamento snello per un monumento che resta tra i più visitati dell'Italia, nazione che continua a perdere fette di mercato in uno dei settori nei quali sarebbe necessario investire molte più risorse ed attenzione.