Castel del Monte: nel 2016 visite record ma per Andria solo 262 mila fantasmi
Savino Montaruli, presidente Unibat, sottolinea il negativo indice di gradimento della città federiciana
giovedì 12 gennaio 2017
«Anche per l'anno 2016 -spiega in una nota il presidente Unibat Savino Montaruli-, il maniero federiciano si conferma punto di attrazione di eccellenza superando i visitatori del 2015, posizionando l'asticella a ben 262.693. Un numero di straordinaria importanza strategica che dovrebbe indurre l'intero territorio a predisporre politiche comuni ed integrate di accoglienza che dovrebbero già essere state consolidate e ben strutturate. Invece a prevalere è ancora una volta l'improvvisazione con la conseguenza che quell'enorme numero di visitatori, una grandissima quantità dei quali stranieri, diventano 262 mila fantasmi per la città di Andria.
Una città -prosegue Montaruli- che riesce ad accogliere solamente un'insignificante percentuale di quel grandissimo numero con la conseguenza che l'indice di gradimento registrato rispetto ai servizi culturali, turistici e sociali è risultato essere largamente negativo, anche rispetto alla fruibilità della città dove finanche le chiese non riescono a garantire un'accoglienza oraria soddisfacente.
Dalle carenze strutturali esistenti in loco, dove non esiste neppure ancora la possibilità di fruire di un Info Point la cui apertura è stata più volte solamente annunciata ed ormai in degrado strutturale, fino alla difficoltà di collegamenti urbani e di interconnessione logistica tra la città ed il maniero. Solamente grazie all'azione meritoria delle guide turistiche e delle strutture operative private esistenti in area, si registra un indice di gradimento soddisfacente mentre l'assenza di politiche concertative con i Tour Operators e l'assoluta incapacità di costruire legami e rapporti di interscambio con le altre realtà a fortissima attrattiva turistica, anche di altre regioni, sono i punti di debolezza che rendono vano quel potenziale enorme e quei numeri da record.
La politica dell'improvvisazione -conclude Montaruli- non paga e non paga da decenni, al punto che lo squilibrio tra presenze al castello e quelle in città è sempre crescente e pare non preoccupi neanche più di tanto la politica locale che evidentemente, disinteressata all'incentivazione e sostegno di serie e sensate strategie d'accoglienza, vede nel turista più un ingombro, un intruso che una risorsa. Questo è deleterio oltre che dannosissimo per l'economia e lo sviluppo locale ma soprattutto per il futuro di questa città e del territorio fortemente compromesso da moltissimi elementi disincentivanti, a partire dalla disastrosa condizione ambientale e sanitaria fino all'elevatissimo tasso delinquenziale e di inciviltà che hanno sempre lasciato un pessimo segnale nel turista di qualità a cui certo non basta né è sufficiente uno chapiteau in piazza Catuma piuttosto che un filo d'olio nel piatto. Non basta più, davvero non basta più nella terra delle occasioni perdute».
Una città -prosegue Montaruli- che riesce ad accogliere solamente un'insignificante percentuale di quel grandissimo numero con la conseguenza che l'indice di gradimento registrato rispetto ai servizi culturali, turistici e sociali è risultato essere largamente negativo, anche rispetto alla fruibilità della città dove finanche le chiese non riescono a garantire un'accoglienza oraria soddisfacente.
Dalle carenze strutturali esistenti in loco, dove non esiste neppure ancora la possibilità di fruire di un Info Point la cui apertura è stata più volte solamente annunciata ed ormai in degrado strutturale, fino alla difficoltà di collegamenti urbani e di interconnessione logistica tra la città ed il maniero. Solamente grazie all'azione meritoria delle guide turistiche e delle strutture operative private esistenti in area, si registra un indice di gradimento soddisfacente mentre l'assenza di politiche concertative con i Tour Operators e l'assoluta incapacità di costruire legami e rapporti di interscambio con le altre realtà a fortissima attrattiva turistica, anche di altre regioni, sono i punti di debolezza che rendono vano quel potenziale enorme e quei numeri da record.
La politica dell'improvvisazione -conclude Montaruli- non paga e non paga da decenni, al punto che lo squilibrio tra presenze al castello e quelle in città è sempre crescente e pare non preoccupi neanche più di tanto la politica locale che evidentemente, disinteressata all'incentivazione e sostegno di serie e sensate strategie d'accoglienza, vede nel turista più un ingombro, un intruso che una risorsa. Questo è deleterio oltre che dannosissimo per l'economia e lo sviluppo locale ma soprattutto per il futuro di questa città e del territorio fortemente compromesso da moltissimi elementi disincentivanti, a partire dalla disastrosa condizione ambientale e sanitaria fino all'elevatissimo tasso delinquenziale e di inciviltà che hanno sempre lasciato un pessimo segnale nel turista di qualità a cui certo non basta né è sufficiente uno chapiteau in piazza Catuma piuttosto che un filo d'olio nel piatto. Non basta più, davvero non basta più nella terra delle occasioni perdute».