Caso docente "Borsellino", Lapenna: «Ai genitori. Bandire la parola delega»

Intervento del Presidente dell'A.Ge. di Andria su quanto accaduto venerdì scorso

mercoledì 3 giugno 2015 09.29
A cura di Stefano Massaro
«L'episodio accaduto venerdì mattina in una delle nostre scuole, non deve indurci ad esprimere giudizi sommari ed affrettati, ma dobbiamo prendere spunto per fare un'attenta analisi delle fragilità educative di cui sia genitori che docenti e quanti operano con il delicato compito dell'educazione, fanno esperienza quotidiana. Certo l'episodio desta sconcerto e va' condannato. Non deve però riempire solo spazi nei social network. Non spetta a nessuno giudicare, ma chi ogni giorno si cimenta nel difficile campo educativo va rispettato. La Magistratura, con le indagini, svolgerà il proprio compito in tempi rapidi e come comunità educante dobbiamo avere grande fiducia affinché si faccia presto piena luce su questa triste vicenda».

E' la posizione piuttosto chiara dell'A.Ge., associazione dei genitori di Andria che con il Presidente Riccardo Lapenna rilancia il ruolo della famiglia, delle istituzioni scolastiche e chiede calma nei giudizi: «Piuttosto - dice Riccardo Lapenna, noi genitori dovremmo assumerci le responsabilità di tutte le volte che disertiamo i nostri spazi educativi, di cui la scuola ne è uno. Quante volte abbiamo sentito parlare di "corresponsabilità educativa dei genitori nella scuola". Quante volte come genitori ci siamo veramente interessati per conoscere cosa viene fatto nelle scuole in cui vivono i nostri figli. Quante volte abbiamo osato attraversare in punta di piedi l'ingresso delle scuole in cui ogni giorno lasciamo i nostri figli, non per giudicare, ma per affiancarci a quanti con dedizione e gioia riempiono quegli spazi educativi e formativi per i nostri figli. La realtà ci richiama invece alla delega che spesso noi genitori facciamo alla scuola, lasciando ad essa anche il nostro primario compito educativo».

«Pensiamo che i docenti siano delle macchine in cui inseriamo software e per il resto vanno avanti da se, e dimentichiamo che sono anch'essi esseri umani e genitori, che ogni giorno accolgono con gioia i nostri figli e ne sono custodi - ha ricordato Lapenna - Questo episodio deve spingerci a fare quel passo, di cui finora non abbiamo avuto il coraggio di affrontare seriamente, "creare una comunità educante" in cui la parola delega sia bandita definitivamente e al suo posto ci sia la "corresponsabilità". Conoscere la scuola, affiancarsi ai docenti, farsi carico dei limiti e delle debolezze dell'altro per condurre insieme il cammino educativo. Riprendiamoci quegli spazi educativi che ci spettano e facciamo sentire la nostra vicinanza a chi nella scuola, oltre ad occupare il proprio ruolo, spesso riempie anche il nostro spazio lasciato volutamente vuoto. La Buona Scuola deve essere anche nostra ed in essa ogni giorno dobbiamo spenderci per renderla più bella, più luogo accogliente, educativo e formativo».