Caso di meningite "virale": allerta ma niente panico

Si tratta di un ragazzo di 15 anni in cura al "Giovanni XXIII" di Bari

venerdì 3 luglio 2015 9.12
A cura di Stefano Massaro
L'arrivo in Pronto Soccorso al "Bonomo" di Andria, una prima consulenza neurologica ed il rapido trasferimento nel reparto di malattie infettive dell'Ospedale "Giovanni XXIII" di Bari. E' la storia di un ragazzo 15enne andriese a cui martedì scorso è stato diagnosticato un caso di meningite "virale". Il ragazzo è attualmente ricoverato nel nosocomio barese ed i medici stanno eseguendo tutte le cure necessarie per far rientrare la malattia che ha una prognosi benigna e non crea particolare allerta negli specialisti. Il ragazzo, era impegnato in un'attività estiva all'interno di un oratorio cittadino ed ha avuto contatti con molti ragazzi della sua età. La notizia, diffusasi rapidamente, ha provocato particolare apprensione soprattutto in quei genitori che hanno avuto contezza di contatti tra i ragazzi. A tranquillizzare tutti ed a chiedere allerta ma assolutamente non panico è stato Giancarlo Cannone, Responsabile del Dipartimento di Prevenzione di Andria subito attivatosi per comprendere la vicenda e dare consigli ai tanti famigliari e ragazzi spaventati da un possibile contagio.

«Ho invitato tutti quanti prima di tutto a mantenere la calma - ha detto Giancarlo Cannone - ho contattato personalmente il "Giovanni XXIII" con il quale sono tutt'ora in contatto diretto per monitorare la situazione. La rassicurazione immediata è stata quella di martedì stesso quando mi è stato comunicato che dalle prime indagini il "liquor" celebro spinale era chiaro e non opaco chiaro sintomo di origine virale della malattia. L'origine virale della meningite è in genere poco contagiosa e generalmente benigna a differenza di quella batterica, in particolare di quella del meningococco, un batterio che si diffonde molto rapidamente e che in molti casi può essere letale o comunque lasciare importanti strascichi futuri. L'origine virale, invece, ha fatto tranquillizzare tutti soprattutto considerato che l'attività all'interno dell'oratorio era assolutamente all'aperto e non al chiuso quindi le possibilità di contagio sono ancora più basse».

La domanda più frequente, tuttavia, è quale tipo di profilassi va fatta in un caso come questo: «Nei casi di meningite virale, la profilassi farmacologica consigliata nei contatti stretti in caso di meningite batterica non è necessaria - ha detto Giancarlo Cannone - mentre l'unica cosa che resta da fare, è solo la sorveglianza 10 giorni successivi al momento in cui il caso è stato scoperto. La meningite ha una incubazione che va dai 2 ai 10 giorni quindi è necessario monitorare chi ha avuto contatti con il ragazzo rispetto a sintomi tipo febbre, dolori alle articolazioni, malessere generale, mal di testa, torpore, nausea intensa e vomito a getto a stomaco vuoto, sensibilità alla luce, rigidità nucale e rash cutaneo. In questi casi è utile sottoporre tempestivamente il contatto a visita medica dal proprio medico curante, sottolineando che potenzialmente può essere stato un contatto del caso indice di meningite, o in casi più conclamati, accompagnarlo in Pronto Soccorso».

Massime, dunque, le rassicurazioni per evitare che si diffonda ulteriormente panico tra famiglie e ragazzi: la situazione è sotto controllo e tutti sono stati già avvisati e tranquillizzati sulla vicenda in un incontro aperto avvenuto mercoledì sera nell'oratorio in questione. In più, come riferitoci dallo stesso Giancarlo Cannone, il Dipartimento di Prevenzione attua ogni anno un piano di vaccinazione molto capillare proprio tra i ragazzi che raggiungono la 2^ classe delle scuole medie: «E' un'attività che portiamo in tutte le scuole ormai da diversi anni. Nella scorsa annata abbiamo vaccinato contro la meningite l'80% dei ragazzi - ha concluso Giancarlo Cannone - è un'azione di comunicazione sanitaria che naturalmente non comporta un obbligo da parte delle famiglie, ma è assolutamente consigliato svolgere questo tipo di vaccinazioni per tranquillizzare ulteriormente tutti. All'interno del dipartimento restiamo a disposizione per chiarimenti o, naturalmente, per svolgere le vaccinazioni stesse».