"Caro don Giuseppe, nessuna rassegnazione. Grazie per ciò che stai facendo"
Lettera del Comitato Quartiere Europa al parroco della parrocchia di San Riccardo
mercoledì 3 gennaio 2018
15.36
«La lettera aperta di fine anno, firmata da don Giuseppe Zingaro, parroco della parrocchia di San Riccardo, nel periferico ma tanto dignitoso quartiere San Valentino di Andria, è un grido di dolore, di estremo dolore di chi porta sulla propria pelle e soprattutto nella propria mente i segni, scolpiti profondamente, della sofferenza, del disagio, della disperazione ma anche quelli della voglia di riscatto di una comunità». A parlare è Savino Montaruli a nome del Comitato Quartiere Europa, che in una lettera ringrazia il parroco della parrocchia di San Riccardo per il suo operato: «Quei "segreti" nascosti nel profondo del tuo cuore, caro don Giuseppe, stanno diventando troppo "pesanti" e tu, come tutti noi umani, sei troppo fragile per tenerli tutti nascosti in te stesso; troppo provato per poterli sostenere tutti su di te. Avevi, hai bisogno di aiuto ma forse nessuno ha compreso di quale aiuto tu avessi bisogno ed ecco che ti ritrovi con in mano una penna a scrivere quella straordinaria pagina di emozioni, di vita e di speranza che hai affidato alle persone, alla tua comunità, alle agenzie educative del quartiere a te vicine che mai ti hanno lasciato solo né abbandonato.
Con coraggio e consapevolezza hai voluto divulgare quel grido di dolore e di speranza all'intera comunità andriese; alla politica che sta perdendo tutte le sue preziose armi della democrazia, della partecipazione, dell'operosità e che spesso cerca proprio nella "rassegnazione" i motivi della sua stessa sopravvivenza. Sarebbe facile, fin troppo facile, caro don Giuseppe, riprendere alcune delle tue riflessioni e "calcarne la mano" ma ciò non appartiene al nostro stile e sarebbe becero utilizzare questo strumento per distogliere l'attenzione dal cuore del problema ed il problema sta proprio nel cuore, in quel tuo cuore colpito, scalfito ma sempre ed ancora grande, grandissimo. Al di la di coloro che, come affermi nella tua, non hanno compreso, non hanno agito e non sono stati vicini a te e all'intero quartiere, ci sono coloro che, invece, hanno fatto tutto questo e tu sei ben consapevole di ciò altrimenti non avresti inserito nella tua lettera quel grande messaggio di speranza e di riscatto al quale inviti soprattutto i residenti di quel quartiere che è periferico ma non è una lontana frazione di Andria come invece si vorrebbe continuare a far credere relegandolo in fondo alla lista dei pensieri di burocrati, amministratori, politici e forse anche della tua stessa comunità ecclesiale che, evidentemente, non si è impegnata come avrebbe dovuto per operare e conseguire la "ricucitura territoriale e sociale" tanto attesa ed ambita ma vanificata nei decenni.
A nome del Comitato di Quartiere Europa che rappresento; di tutte le sue centinaia di iscritti e di partecipanti ma anche mio personale per la profonda amicizia e stima che nutro nei tuoi confronti e a nome di tutti coloro che ti vogliono bene, che sono tantissimi anche se spesso non lo esternano dando per scontato che tu lo sappia, il nostro invito a "non mollare", ad andare sempre oltre perché quella solitudine che talvolta avverti è anch'essa seme di una nuova speranza per quanti ammirano ed apprezzano il tuo prezioso impegno che non tutti sarebbero in grado né avrebbero voglia di affrontare quotidianamente come tu fai. Si, è vero. Dio non delude mai ed è nostro dovere di uomini e di cristiani non rassegnarci e non perderci d'animo. Proprio come tu dici e ci insegni ogni giorno, caro don Giuseppe. Resta dove sei, non mollare!».
Con coraggio e consapevolezza hai voluto divulgare quel grido di dolore e di speranza all'intera comunità andriese; alla politica che sta perdendo tutte le sue preziose armi della democrazia, della partecipazione, dell'operosità e che spesso cerca proprio nella "rassegnazione" i motivi della sua stessa sopravvivenza. Sarebbe facile, fin troppo facile, caro don Giuseppe, riprendere alcune delle tue riflessioni e "calcarne la mano" ma ciò non appartiene al nostro stile e sarebbe becero utilizzare questo strumento per distogliere l'attenzione dal cuore del problema ed il problema sta proprio nel cuore, in quel tuo cuore colpito, scalfito ma sempre ed ancora grande, grandissimo. Al di la di coloro che, come affermi nella tua, non hanno compreso, non hanno agito e non sono stati vicini a te e all'intero quartiere, ci sono coloro che, invece, hanno fatto tutto questo e tu sei ben consapevole di ciò altrimenti non avresti inserito nella tua lettera quel grande messaggio di speranza e di riscatto al quale inviti soprattutto i residenti di quel quartiere che è periferico ma non è una lontana frazione di Andria come invece si vorrebbe continuare a far credere relegandolo in fondo alla lista dei pensieri di burocrati, amministratori, politici e forse anche della tua stessa comunità ecclesiale che, evidentemente, non si è impegnata come avrebbe dovuto per operare e conseguire la "ricucitura territoriale e sociale" tanto attesa ed ambita ma vanificata nei decenni.
A nome del Comitato di Quartiere Europa che rappresento; di tutte le sue centinaia di iscritti e di partecipanti ma anche mio personale per la profonda amicizia e stima che nutro nei tuoi confronti e a nome di tutti coloro che ti vogliono bene, che sono tantissimi anche se spesso non lo esternano dando per scontato che tu lo sappia, il nostro invito a "non mollare", ad andare sempre oltre perché quella solitudine che talvolta avverti è anch'essa seme di una nuova speranza per quanti ammirano ed apprezzano il tuo prezioso impegno che non tutti sarebbero in grado né avrebbero voglia di affrontare quotidianamente come tu fai. Si, è vero. Dio non delude mai ed è nostro dovere di uomini e di cristiani non rassegnarci e non perderci d'animo. Proprio come tu dici e ci insegni ogni giorno, caro don Giuseppe. Resta dove sei, non mollare!».