Caro-bollette, Confcommercio Andria: “Attività sotto torchio, è la mazzata finale”
Il presidente Claudio Sinisi e componente della giunta Bari-Bat di Confcommercio lancia l’sos e chiede interventi alla politica: “Serve un tetto ai prezzi di gas ed energia”
mercoledì 7 settembre 2022
16.58
Ormai è più di un anno che va avanti così, dagli aumenti delle materie prime alle tariffe alle stelle delle utenze come luce e gas. Ciò che non ha fatto la pandemia, rischia di fare il caro-bollette. L'allarme lo lancia Claudio Sinisi, presidente della Confcommercio di Andria e componente della giunta Bari-Bat di Confcommercio dopo un incontro con i propri associati e non che è stato organizzato nei giorni scorsi nella sede dell'associazione per presentare lo sportello energetico e dopo la decisione presa dal titolare di un bar di Andria di chiudere i battenti in attesa dell'evoluzione degli eventi perché lui, come tanti altri suoi colleghi, ha visto la bolletta della luce triplicata in una manciata di mesi.
"All'aumento di luce e gas vanno sommati i rincari nelle materie prime e dei servizi, una situazione che sta mettendo sotto torchio gli imprenditori di ogni categoria merceologica. Le bollette sono solo la 'mazzata' finale per molti perché le tariffe delle utenze triplicate rendono la situazione davvero ingestibile. È incredibile come il commercio sia sopravvissuto alla pandemia e persino al lockdown, reinventandosi e adattandosi a ciò che stava accadendo, ma potrebbe non sopravvivere a causa dei costi alle stelle di gas ed energia. Non c'è iniziativa imprenditoriale o nuove strategie gestionali che reggano contro questi rincari assurdi e neanche l'aumento dei prezzi al dettaglio può essere una via d'uscita, paralizzerebbe completamente i consumi", osserva Sinisi.
"Chiediamo che la politica intervenga e che subito siano date risposte al settore, le bollette non concedono tempo, quando stanno per scadere vanno pagate. La Confcommercio a livello nazionale ha già presentato delle proposte come, per esempio, il potenziamento dei crediti d'imposta per i cosiddetti non 'energivori' e non 'gasivori', l'ampliamento dell'orizzonte temporale per la rateizzazione delle bollette e l'innalzamento fino al 90% della copertura del Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese e noi speriamo davvero che non rimangano inascoltate. Ma soprattutto chiediamo che venga fissato un tetto massimo oltre il quale non possano andare i costi di luce e gas, non solo per le imprese ma anche per le famiglie per proteggere il loro potere d'acquisto già messo a dura prova. Non escludiamo la possibilità di scendere in piazza in una manifestazione che gli stessi nostri associati ci stanno chiedendo per illustrare le proprie difficoltà, spiegare ai consumatori quali e quanti costi un imprenditore deve sopportare per sopravvivere e dunque la ragione di alcuni aumenti. Questa situazione sta costringendo i commercianti a scegliere tra la revisione dei prezzi di vendita per far quadrare i conti oppure sospendere l'attività. E questa è senza dubbio una sconfitta, non solo per l'impoverimento del tessuto economico ma anche e soprattutto sociale, perché dietro ogni azienda ci sono famiglie che vivono", conclude Sinisi.
"All'aumento di luce e gas vanno sommati i rincari nelle materie prime e dei servizi, una situazione che sta mettendo sotto torchio gli imprenditori di ogni categoria merceologica. Le bollette sono solo la 'mazzata' finale per molti perché le tariffe delle utenze triplicate rendono la situazione davvero ingestibile. È incredibile come il commercio sia sopravvissuto alla pandemia e persino al lockdown, reinventandosi e adattandosi a ciò che stava accadendo, ma potrebbe non sopravvivere a causa dei costi alle stelle di gas ed energia. Non c'è iniziativa imprenditoriale o nuove strategie gestionali che reggano contro questi rincari assurdi e neanche l'aumento dei prezzi al dettaglio può essere una via d'uscita, paralizzerebbe completamente i consumi", osserva Sinisi.
"Chiediamo che la politica intervenga e che subito siano date risposte al settore, le bollette non concedono tempo, quando stanno per scadere vanno pagate. La Confcommercio a livello nazionale ha già presentato delle proposte come, per esempio, il potenziamento dei crediti d'imposta per i cosiddetti non 'energivori' e non 'gasivori', l'ampliamento dell'orizzonte temporale per la rateizzazione delle bollette e l'innalzamento fino al 90% della copertura del Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese e noi speriamo davvero che non rimangano inascoltate. Ma soprattutto chiediamo che venga fissato un tetto massimo oltre il quale non possano andare i costi di luce e gas, non solo per le imprese ma anche per le famiglie per proteggere il loro potere d'acquisto già messo a dura prova. Non escludiamo la possibilità di scendere in piazza in una manifestazione che gli stessi nostri associati ci stanno chiedendo per illustrare le proprie difficoltà, spiegare ai consumatori quali e quanti costi un imprenditore deve sopportare per sopravvivere e dunque la ragione di alcuni aumenti. Questa situazione sta costringendo i commercianti a scegliere tra la revisione dei prezzi di vendita per far quadrare i conti oppure sospendere l'attività. E questa è senza dubbio una sconfitta, non solo per l'impoverimento del tessuto economico ma anche e soprattutto sociale, perché dietro ogni azienda ci sono famiglie che vivono", conclude Sinisi.