Capovilla presenta il reading "La Religione del mio tempo"
Tre atti accompagnati dalla musica di Kole Laca
mercoledì 28 settembre 2016
Il reading La Religione del mio Tempo si sviluppa in tre atti (Ballata delle Madri; La Religione del mio Tempo; Una Luce) accompagnati dalla musica del pianista Kole Laca. "Una poesia" quella di Pasolini, afferma Pierpaolo Capovilla, leader del Teatro degli Orrori, "che narra il cuore oscuro della contemporaneità e che è ancora oggi impietosa denuncia di come siamo cambiati, e cosa siamo diventati, in questi tempi di incertezza morale ed ostentato narcisismo.
Pasolini seppe scrutare con chiarezza spietata il buio del nostro presente e, con sguardo severo, il mutare inarrestabile della società italiana, che andava declinando i valori della neonata democrazia nel più ottuso conformismo e nel consumismo del boom economico. Ecco perché Pasolini è ancora così contemporaneo. La sua opera poetica, inspiegabilmente dimenticata, fu critica feroce dell'oblio dei valori della Resistenza, e narrazione di una società, quella italiana, incapace di farsi più uguale e più giusta. Il collerico e amorevole verso pasoliniano, e poesia che ancora illumina di speranza l'oscurita dei nostri giorni".
Giorgio Agamben scrive che "contemporaneo è colui il quale tiene fisso lo sguardo nel suo tempo, per percepirne non le luci, ma il buio (…) che è in grado di scrivere intingendo la penna nella tenebra del presente". Appuntamento il 29 settembre in piazza Catuma - Chapiteau alle ore 22.
Pasolini seppe scrutare con chiarezza spietata il buio del nostro presente e, con sguardo severo, il mutare inarrestabile della società italiana, che andava declinando i valori della neonata democrazia nel più ottuso conformismo e nel consumismo del boom economico. Ecco perché Pasolini è ancora così contemporaneo. La sua opera poetica, inspiegabilmente dimenticata, fu critica feroce dell'oblio dei valori della Resistenza, e narrazione di una società, quella italiana, incapace di farsi più uguale e più giusta. Il collerico e amorevole verso pasoliniano, e poesia che ancora illumina di speranza l'oscurita dei nostri giorni".
Giorgio Agamben scrive che "contemporaneo è colui il quale tiene fisso lo sguardo nel suo tempo, per percepirne non le luci, ma il buio (…) che è in grado di scrivere intingendo la penna nella tenebra del presente". Appuntamento il 29 settembre in piazza Catuma - Chapiteau alle ore 22.