Caporale di Treviso ritrova commilitone andriese grazie a fb dopo 42 anni

Claudio Cazzolato ha ritrovato il suo compagno di naja, l'andriese Antonio Cicciriello, ferraiolo in pensione

mercoledì 11 gennaio 2017
Per più di un anno, durante il servizio militare, avevano convissuto sulla stessa branda: uno sopra l'altro sotto. Condividendo praticamente tutto: fatiche e svago. L'ultima volta che si erano visti l'uno era in condizioni gravissime, in coma all'ospedale, l'altro stava per congedarsi. Si sono ritrovati grazie a Facebook dopo 42 anni di totale assenza di notizie l'uno dell'altro.

Claudio Cazzolato, 61 anni, alla guida della pasticceria Le Delizie di Falzè di Trevignano, è stato «ritrovato» dal suo compagno di naja, il pugliese di Andria Antonio Cicciriello, suo coetaneo, ferraiolo in pensione. «Ci eravamo lasciati che io ero in coma per una brutta infezione, venti giorni prima del congedo. E non ci eravamo più rivisti né sentiti» spiega Cazzolato.
«Qualche settimana fa ho visto per caso un messaggino che mi era arrivato nel 2013 su Facebook ma che io non avevo mai aperto. Era la figlia che mi chiedeva se fossi io il compagno di leva del padre che nel 1974 si trovava al 76esimo Reggimento "Napoli" di Cividale. Sì, ero io. Per quarant'anni Antonio mi aveva cercato senza trovarmi».
Cazzolato, dopo aver parlato al telefono con il compagno di leva, ha deciso durante le feste natalizie di andare a trovare il suo vecchio compagno, ad Andria. «È stato molto commovente: mi ha aspettato al casello dell'autostrada e ci siamo abbracciati. Sono stato ospitato come fossi di casa, mi ha fatto conoscere la sua famiglia, i suoi paesi, la caserma dove abbiamo fatto il Car. Mi ha fatto assaggiare il suo olio. Adesso l'ho invitato in Veneto, speriamo che possa presto venire e magari torniamo a Cividale».

Per quarant'anni Cicciriello aveva chiesto notizie del caporal maggiore Cazzolato, senza fortuna. A fare il miracolo è stato Facebook, ma per caso: perché il messaggino della figlia ha riposato per tre anni prima di una risposta e solo un colpo di fortuna ha fatto sì che l'aggancio riuscisse. «La figlia di Antonio - aggiunge Cazzolato - mi ha confidato che per quarant'anni ha spesso parlato di me, lamentandosi di non aver saputo più nulla: io all'epoca non ho potuto salutarlo perché mi sono ammalato a venti giorni dal congedo. Lui pensava che fossi morto».

«Durante la naja - spiega Cazzolato – eravamo molto legati: ogni mattina ci alzavamo insieme, abbiamo condiviso praticamente tutto. Siamo stati a vedere Udine e Cortina, che lui non aveva mai visto. Ora deve tornare in Veneto: gli farò vedere i nostri paesi. Ho ritrovato un amico carissimo. Confesso che è stato davvero molto commovente, ritrovare un amico dopo così tanto tempo».
Claudio Cazzolato ed Antonio Cicciriello