«Caos istituzionale»: le province restano in vita ma svuotate
La non conversione in legge del 188/2012 apre un possibile conflitto di ruoli e competenze. Entro il 31 dicembre dovrebbe iniziare il trasferimento delle funzioni ai Comuni
mercoledì 12 dicembre 2012
9.59
L'esultanza, per la non conversione del decreto legge n.188/2012 sul riordino delle province e la conseguente non abolizione della BAT assieme ad altre 30 Province italiane, è durata poco poichè ora giunge il vero dilemma da dissipare: cosa accadrà alle province? Infatti, la decadenza del decreto stesso non completa il processo di riforma avviato e lascia le funzioni assegnate alle Province definite dall'articolo 23 comma 14 del D.L. n. 201/2011, convertito, con modificazioni, dalla L. n. 214/2011, il cosiddetto decreto «salva Italia».
Di conseguenza alla Provincia, dovrebbe spettar solo una funzione di indirizzo e di coordinamento delle attività dei Comuni nelle materie e nei limiti indicati con legge statale o regionale, secondo le rispettive competenze. «All'esito della procedura di riordino, sono funzioni delle province quali enti con funzioni di area vasta»: in questa riga c'è tutto il caos istituzionale che si creerà saltata la conversione in legge del D.L. 188/2012. L'articolo 17 della legge 135 del 2012, infatti, implica che vi è una sostanziale non riconoscibilità delle funzioni contemplate nello stesso articolo: e quindi salterebbe la pianificazione territoriale, la valorizzazione dell'ambiente, la pianificazione dei trasporti, la gestione delle strade, la programmazione della rete scolastica e la gestione dell'edilizia scolastica.
Il decreto «salva Italia», inoltre, correlato agli articoli 117 e 118 della Costituzione, «fatte salve le funzioni di cui al comma 14, lo Stato e le Regioni, con propria legge, secondo le rispettive competenze, provvedono a trasferire ai Comuni, entro il 31 dicembre 2012, le funzioni conferite dalla normativa vigente alle Province, salvo che, per assicurarne l'esercizio unitario, le stesse siano acquisite dalle Regioni». Di conseguenza non sono state appostate risorse sufficienti a mantenere in vita tutte le Province italiane ed entro il 31 dicembre, paradossalmente, si dovrebbe iniziare il trasferimento delle funzioni dalle Province ai Comuni tranne se alcune funzioni non siano acquisite dalle Regioni stesse. Il caos istituzionale è assicurato.
Di conseguenza alla Provincia, dovrebbe spettar solo una funzione di indirizzo e di coordinamento delle attività dei Comuni nelle materie e nei limiti indicati con legge statale o regionale, secondo le rispettive competenze. «All'esito della procedura di riordino, sono funzioni delle province quali enti con funzioni di area vasta»: in questa riga c'è tutto il caos istituzionale che si creerà saltata la conversione in legge del D.L. 188/2012. L'articolo 17 della legge 135 del 2012, infatti, implica che vi è una sostanziale non riconoscibilità delle funzioni contemplate nello stesso articolo: e quindi salterebbe la pianificazione territoriale, la valorizzazione dell'ambiente, la pianificazione dei trasporti, la gestione delle strade, la programmazione della rete scolastica e la gestione dell'edilizia scolastica.
Il decreto «salva Italia», inoltre, correlato agli articoli 117 e 118 della Costituzione, «fatte salve le funzioni di cui al comma 14, lo Stato e le Regioni, con propria legge, secondo le rispettive competenze, provvedono a trasferire ai Comuni, entro il 31 dicembre 2012, le funzioni conferite dalla normativa vigente alle Province, salvo che, per assicurarne l'esercizio unitario, le stesse siano acquisite dalle Regioni». Di conseguenza non sono state appostate risorse sufficienti a mantenere in vita tutte le Province italiane ed entro il 31 dicembre, paradossalmente, si dovrebbe iniziare il trasferimento delle funzioni dalle Province ai Comuni tranne se alcune funzioni non siano acquisite dalle Regioni stesse. Il caos istituzionale è assicurato.