Campagna Olivicola, Miscioscia: «Il Ministro difenda il nostro olio»

Documento redatto dal Consigliere comunale di Andria delegato all'agricoltura

lunedì 2 novembre 2015 10.14
«Sulla campagna olivicola ed olearia in corso registriamo il colpevole silenzio del nostro Ministero dell'Agricoltura». E' la dura presa di posizione contenuta all'interno di un documento a firma del consigliere comunale delegato alle politiche agricole e vice presidente nazionale dell'Associazione Città dell'Olio, Benedetto Miscioscia. «Dopo un tentativo avviato dalle organizzazioni di produttori ed operatori di mercato del comparto attraverso un tavolo di concertazione per trovare un accordo di filiera, per fissare un prezzo orientativo di mercato soddisfacente, tutto sembra essersi arenato di fronte al parere dell'antitrust che ha bocciato la bozza dell'accordo in quanto contrario al principio della cosiddetta "libera concorrenza". Una spiegazione quanto mai discutibile, considerato che per altri comparti come quello della produzione del latte o del pomodoro a quanto pare non vale lo stesso principio».

«La risposta dell'antitrust non convince - prosegue Miscioscia - ci sono allora lobby che controllano il mercato dell'olio italiano, magari con la complicità di aziende anche straniere? E' vero che difatto si starebbe concretizzando l'attacco all'olio italiano attraverso l'imposizione del prezzo al ribasso per portarlo a meno di 3,5 euro al kg., nonostante i prezzi sul mercato dell'olio spagnolo oscilli dai 3,80 euro ai 4,10 euro al kg.?. Allora quali sono le lobby dell'olio che vogliono condizionare il mercato italiano nonostante la scarsa riserva di olio e l'ottima campagna olearia sotto il profilo qualitativo e quantitativo alle porte? Quali strategie commerciali ci sono dietro questa "provocatoria" e "scandalosa" proposta? Anche in questo caso notiamo l'indifferenza dello stesso Ministero dell'Agricoltura che mentre da un lato mostra interessamento sulla problematica del latte prodotto prevalentemente nel nord Italia, dall'altro lato latita su quella dell'olio, casualmente e ripeto, casualmente, prodotto per l'80% al sud. C'è un nesso in tutto questo? E poi che fine ha fatto il tanto invocato e ancora da divenire Piano Olivicolo Nazionale?Quali strategie si intendono avviare per dare concretezza alla valorizzazione e promozione del "vero" olio extravergine italiano? Che fine fanno o faranno - si chiede in ultimo Miscioscia - i 32 milioni di euro destinati al settore olivicolo italiano e previsti nel Piano Olivicolo Nazionale?».